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Io chatto, tu chatti: Mariano Lamberti racconta l'amore al tempo delle app

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Amore, sesso e altri emoticon
di Mariano Lamberti
introduzione di Antonello Dose
Lantana Editore, 2019

pp. 148
€ 12,00 (cartaceo)



Da un libro che si intitola Amore, sesso e altri emoticon ci si aspetterebbe, a trovarcela, un’epigrafe brillante, maliziosa, ammiccante, dal tono sapienziale e dal sapore speziato. Invece no. Se si è Mariano Lamberti si preferisce stupire il lettore come in uno spettacolo di burlesque intellectual-chic: non solo non si attinge da nessuna fonte vagamente erotica, ma si pesca a piene mani nientemeno che nelle acque dello strutturalismo, chiamando in causa un padre fondatore quale Ferdinand De Saussure. Incredibile ma vero, quella che prometterebbe di essere una raccolta di racconti a tema sex & love (& web) si apre con una citazione tratta dal Corso di linguistica generale, celebre opera postuma data alle stampe nel 1916: 
«Ma che cos’è la lingua? Per noi, essa non si confonde con il linguaggio; essa non ne è che una determinata parte, quantunque, è vero, essenziale (…) Preso nella sua totalità, il linguaggio è multiforme ed eteroclito; a cavallo di parecchi campi, nello stesso tempo fisico, fisiologico, psichico, esso appartiene anche al dominio individuale e al dominio sociale; non si lascia classificare in alcuna categoria di fatti umani, perché non si sa come enucleare la sua unità».
Straniamento garantito, specie per chi avrebbe voluto andare subito al sodo. Ma c’è una ragione ben precisa se l’autore (che è anche regista cinematografico e televisivo) ha desiderato mettere l’accento su una particolare teoria invece che su una certa “pratica”. Però la si capisce bene solo a fine lettura, quando ci si rende conto che la riflessione, più che sul basso corporeo, è stata tutta, per l’appunto, sulle modalità di espressione degli esseri umani alle prese con il mondo dell’Internet, nello specifico quello più esplicito e pruriginoso

È così: dopo l’esordio con il romanzo Una coppia perfetta (2016), Lamberti ha voluto dare un saggio di che cosa significhi, a tutt’oggi, combinare un appuntamento “galante” on line: un batti e ribatti con ben pochi preamboli, in cui le uniche figure retoriche ammesse sono similitudini, metafore e iperboli legate al più antico dei passatempi. A questo scopo, però, non ha scritto dei veri e propri racconti: quasi in omaggio a quella essenzialità a cui puntano le più frequentate tra le app per il dating, ha provato a immaginare i dialoghi tra i cuori solitari più disparati alla ricerca di avventure e amorazzi, quasi delle piccole sceneggiature per sketch teatrali prive di indicazioni drammaturgiche ma in compenso fitte di emoticon. La domanda, dunque, non è tanto “come amano” o “chi/che cosa cercano” bensì “come si parlano”, oggidì, gli utilizzatori dei vari Amigos, Hornet, Tinder, Jack’d, Growl, Her, Instagram, Cupid, Facebook, Scruff, Gayromeo e Grindr? Lamberti dà le sue ipotetiche risposte (una per chat) senza lasciare traccia di commento, e attribuendo di fatto al lettore il ruolo del vero e proprio voyeur che assiste come un hacker a uno scambio di battute e, spesso e volentieri, di foto (esplicite, ça va sans dire): si faccia pure la sua idea sul perché e sul percome questi strumenti così poco poetici vadano per la maggiore, e si concentri piuttosto sull’aspetto comunicativo, fatto prevalentemente di sgrammaticature, punteggiatura a casaccio, trivialità, abbreviazioni assortite (alla fine c’è pure un Piccolo glossario per decifrarle meglio) e tanti, tantissimi emoticon (al punto che il racconto dell’Epilogo è completamente affidato alle immagini).

Certo, quelle che scorrono davanti agli occhi del lettore non sono certo le storie più liriche della casistica amorosa, ma se il regno virtuale di Eros, Cupido, Venere e Priapo sembra dominato più che altro da una totale confusione di ruoli e intenzioni non è tanto per la caduta delle definizioni e degli orientamenti sessuali, bensì per la difficoltà con cui ci si presenta e ci si propone al prossimo. Le trame inventate da Lamberti non fanno scandalo di per sé: se non le si giudica in base a criteri personali di etica e morale, si può anche accettare che un novizio, tra una funzione e un’opera pia, ignori del tutto il voto di castità, oppure che una donna in procinto di diventare uomo voglia vivere l’esperienza della maternità per essere il primo padre “incinto” della storia (e che dunque cerchi in giro per il web un donatore di sperma compiacente). A far riflettere il lettore – ovvero a irritarlo, sbalordirlo, divertirlo, disgustarlo, eccitarlo – non saranno la grevità e lo squallore della fiction, quanto quelle della comunicazione: vale a dire il modo, la forma, con tutte le conseguenti implicazioni sul contenuto. Centra in pieno il bersaglio Antonello Dose, dunque, che firma l’introduzione del volume, quando nota che «tutti i malintesi delle chat raccontate con leggerezza da Mariano [Lamberti] sono frutto di incomprensioni interpretative e linguistiche» (p. 8). Proprio in ciò sta vero busillis: non solo una rassegna scanzonata e intenzionalmente spinta delle conversazioni ben poco sacre tra i «membri della “comunità varia”» (p. 7) – per utilizzare la definizione di Massimo Consoli – ma una dimostrazione puramente testuale e «un disincantato e divertente esempio di come tutti fatichiamo un po’ a stare dietro alle nuove categorie dell’arcobaleno gender» (p. 7).

Amore, sesso e altri emoticon va letto forse un po’ distrattamente, con la stessa nonchalance con cui può capitare di ascoltare delle discussioni un po’ pepate. Freddezza, dunque, come quella dello scienziato a tu per tu con il campione sigillato nel vetrino e pronto da osservare attraverso la lente del microscopio. Nessuno, peraltro, si senta escluso: come ricorda lapalissianamente il già citato Antonello Dose, «sulle chat [non solo quelle a sfondo erotico, N.d.R.] ci stiamo quasi tutti, poco importa se le usiamo per sessualizzare o meno» (p. 7). Passate di moda le location tradizionali del cruising, ovvero i locali, i parchi, le dune del litorale, le palestre, i cinema, i primi bar, le saune, «ora ci sono le chat che sono semplicemente un media, un altro mezzo, che noi riempiano con la nostra vita, le nostre aspettative, i nostri luoghi comuni e tabù, e come tale, non vanno criminalizzate» (p. 7). Brutali e spiazzanti, quelle proposte da Mariano Lamberti si prestano a tante interpretazioni quanti sono i lettori: forse, per alleggerirne il carico ormonale a tratti troppo invadente, si può provare a immaginarle portate in scena da una brava compagnia di attori che non manchi di coglierne gli aspetti grotteschi, magari lanciando addosso al pubblico degli emoticon in morbido peluche. Così, anche le solitudini più disperate – come quella stigmatizzata dal monologo delirante di uno stalker che non riceve mai risposta dal suo concupito – potranno trovare ragione di esistere in questo teatro del fast love in cui quasi nessuno ha un nome: e dire che è proprio questa la prima cosa che si impara a scrivere sui banchi di scuola, e che un tempo si incideva sulle cortecce degli alberi, tra cuori, frecce e intrecci con quello del proprio Valentino. Chissà che cosa ne penserebbe De Saussure. Forse, su una cosa, sarebbe d’accordo con Antonello Dose: «se non abbiamo in prima persona una solida visione ideale del mondo da affermare, troveranno sempre spazio nuovi fascismi e omofobie» (p. 8).

Cecilia Mariani


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La nostra redattrice Cecilia Mariani aveva appena finito di leggere e recensire un libro sui galatei propiziatori di nozze che @fantinelelisapressoffice le ha proposto una raccolta di "racconti" che non ha nulla a che fare con i preamboli retorici in materia erotico-sentimentale. E tutto si aspettava, fuorché di trovarci un'epigrafe affidata al "Corso di linguistica generale" di Ferdinand De Saussure. Poi, alla fine, ha capito. Perché le chat sceneggiate da Mariano Lamberti altro non sono che una riflessione non sul "come si ama" nel mondo dell'Internet, ma sul "come ci si esprime" se lo scopo è un appuntamento, per così dire, galante. C'è un po' di tutto, in questa miscellanea di equivoci e fraintendimenti sulle categorie di genere, ma bisogna andare oltre il giudizio morale sulle fiction e concentrarsi sui modi: fatti di sgrammaticature, punteggiatura a casaccio, abbreviazioni, toni grevi e grotteschi e un surplus di emoticon. Il commento presto sul sito! 📤💘📥 #libro #book #instalibro #instabook #leggere #reading #igreads #bookstagram #bookworm #booklover #bookaddict #bookaholic #libridaleggere #librichepassione #libricheamo #bookbreakfast #criticaletteraria #recensione #review #recensire #recensireèmegliochecurare #marianolamberti #lantana #lantanaeditore
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