in

Oltre le differenze: la rivoluzione possibile di Antonello Dose

- -

La rivoluzione del coniglio
di Antonello Dose
Mondadori, 2017

pp. 234
€ 17,00 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)




È una mattina di metà maggio quando, per evitare l’aria pungente che “raschia” le vie del centro, entro in una libreria e mi capita tra le mani La rivoluzione del coniglio, libro autobiografico di Antonello Dose, noto al pubblico per condurre, insieme a Marco Presta, la trasmissione di Radio Due, Il ruggito del coniglio. Subito attratta dai dolci pastelli della copertina, inizio a sfogliare il libro e a leggere le prime pagine. Inizia sempre così la mia scoperta di un nuovo libro: seguo l’attrazione per un dettaglio, solitamente il formato, la fotografia della copertina o il titolo, e poi vedo se la lettura delle prime pagine mantiene la promessa dello stupore iniziale. E Dose non solo mantiene la promessa ma, inaspettatamente, compie una magia: quella della consonanza di sentire.
L’autore, infatti, parla direttamente al cuore del lettore raccontando esperienze personali intense, importanti perché sempre animate da sentimenti densi, profondi, mai banali, anche quando si parla di episodi di breve durata, il segno distintivo è sempre quello della pienezza, di sentire e di pensiero. Con questo spirito Dose affronta la sua vicenda personale declinata nel segno di ciò che, secondo il senso comune, rappresenta la diversità: di orientamento sessuale – l’autore, infatti, è omosessuale -, di percorso spirituale – Dose pratica il buddismo della Soka Gakkai - e, infine, della condizione di salute. Quest’ultima, nel suo caso, è da anni interessata dalla diagnosi di sieropositività. Nel raccontare le diverse vicende che hanno caratterizzato questi aspetti della sua vita, quello che resta al lettore non è il senso di una distanza ma, al contrario, di una profonda vicinanza, resa possibile dalla volontà sincera di trascendere i propri limiti e dai sentimenti pieni, significativi e nobili che animano l’autore in ogni passo della narrazione. 

Impossibile, infatti, non restare abbagliati dal profondo sentimento che lega Dose al suo primo amore, Piero, che nell’affrontare il calvario dell’Aids, sarà sempre accompagnato dall’autore in tutti i modi in cui si può stare vicino a un essere umano: con la preghiera, che nel suo caso riguarda la pratica quotidiana del Daimoku e del Gongyo, con la presenza discreta e con il desiderio di accendere sempre un sorriso in chi ha poco da sperare. Il buddismo in tutto ciò si configura come un alleato prezioso in grado di fornire gli strumenti adeguati per mantenere uno stato vitale elevato e riuscire a trasformare le situazioni dolorose in opportunità di crescita: 
«Nichiren Daishonin dice che l’inferno del malato sono le persone che si disperano intorno a lui. Perciò è importante che si crei un ambiente rassicurante, strappando attimi di vita al dolore. Per fare questo avevo cercato ogni giorno di costruire uno stato vitale imponente, e tale esercizio mi aveva fatto diventare una persona migliore. Sono immensamente grato a Piero per avermi ispirato questa motivazione. La passione nella nostra relazione era stata la spinta a sfidarmi e mettermi alla prova così intensamente» (p. 57).
E la pratica del buddismo accompagnerà l’autore nella sua ricerca di una condizione vitale appagante, in armonia con la sua omosessualità e, successivamente, con la diagnosi di sieropositività. La sincera adesione alla pratica costante insieme alla forza di una ricerca interiore animata da intenzioni pure e vigorose, porteranno Dose sul sentiero della felicità, senza indietreggiare di fronte alle avversità ma affrontandole con animo umile e fermo. 
«Questa faccenda di essere gay voglio affrontarla con la fede» le dissi, «voglio capirla davanti al Gohonzon, sicuramente è una questione che mi riguarda. Ho preso atto in ritardo di avere questa natura, ho vissuto nascosto per anni. Poi ho incontrato l’amore e l’ho perso per ragioni indipendenti da me. Questo è successo. Bene, se il Gohonzon funziona per qualsiasi cosa come dicono, io voglio pregare per cambiare questo karma. Voglio diventare un gay felice» (p. 74). 

Tra fumi di incenso, lunghe ore di Nam-myoho-renge-kyo e viaggi in paesi lontani, Dose percorre con passo alato eppure penetrante, i molteplici sentieri che conducono alla trasformazione di un essere umano in un uomo che ha scelto di compiere la sua vera natura. E in questi sentieri, irrimediabilmente ci si ritrova, al di là di ogni appartenenza, di genere, di religione, di ceto sociale, si sente di procedere insieme, seguendo le orme di un autore che, senza esitazione, ci illumina con infinito senso di fiducia. E forse è propria questa la rivoluzione di Dose: narrando le differenze, o meglio quelle che ancora sono percepite come tali, è stato in grado di parlare a tutti gli esseri umani, toccandoli nel loro profondo sentire e illuminandoli con umiltà e determinazione verso il compimento di se stessi. 

Nel chiudere questa recensione che riguarda un libro incentrato sulla forza vitale del desiderio, anche io provo ad esprimerne uno: auguro a tutti i detrattori della comunità gay, agli omofobi e a coloro che in genere guardano con sospetto alle differenze, di essere attratti dal libro di Dose e, per uno scherzo del destino, o meglio del karma, di trovarsi a leggerlo. E alla fine, sempre per un capriccio karmico, spero riescano naturalmente a non pensare più alle differenze, ma a sentire l'autentica bellezza di certi sentimenti, nonostante le differenze.
Forse così tanti giudizi si trasformeranno in silenzi. Di rispetto.

Barbara D'Amen


Visualizza questo post su Instagram

È una mattina di metà maggio quando, in una libreria, alla nostra redattrice Barbara capita tra le mani #Larivoluzionedelconiglio, libro autobiografico di #AntonelloDose, noto al pubblico per condurre, insieme a Marco Presta, la trasmissione di Radio Due, "Il ruggito del coniglio". Subito attratta dai dolci pastelli della copertina, ha iniziato a sfogliare il libro e a leggere le prime pagine. E mentre legge, si rende conto che Dose compie una magia: l'autore, infatti, parla direttamente al cuore del lettore raccontando esperienze personali intense, importanti perché sempre animate da sentimenti densi, profondi, mai banali, anche quando si parla di episodi di breve durata, il segno distintivo è sempre quello della pienezza, di sentire e di pensiero. Tra fumi di incenso, lunghe ore di Nam-myoho-renge-kyo e viaggi in paesi lontani, Dose percorre con passo alato eppure penetrante, i molteplici sentieri che conducono alla trasformazione di un essere umano in un uomo che ha scelto di compiere la sua vera natura. E forse è propria questa la rivoluzione di Dose: narrando le sue vicende personali in cui spesso si è percepito come un diverso è stato in grado di parlare a tutti gli esseri umani, toccandoli nel loro profondo sentire e illuminandoli con umiltà e determinazione verso il compimento di se stessi. Presto sul sito la recensione di Barbara D'Amen! #Mondadori #Criticaletteraria #instalibri #instabook #bookstagram #inlibreria #bookblogger #bookaddict
Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: