in

PagineCritiche - La convinzione, al di là della fede, di vivere il sogno europeo

- -

Intima convinzione
di Bernard Guetta
add editore, 2017

pp. 173
€ 16

L’Europa non è scontata. La sua unità è una sfida, perché tanto sono comuni le culture dei Paesi che la compongono e parallele le loro evoluzioni storiche, tanto le loro esperienze, i loro traumi e le conclusioni che se ne traggono sono differenti e, talvolta, divergenti. (p. 39)

Il giornalista francese è iper realista mentre scrive questo saggio: sa perfettamente che l’Europa ha una storia di contrasti e guerre e, sebbene si concentri sul Novecento che tanto ha diviso il mondo, possono venire in mente altre occasioni che hanno portato a sanguinosi conflitti nel cuore del continente. Basti pensare alle guerre di religione del sedicesimo secolo, iniziate con la Riforma luterana e concluse oltre cent’anni dopo con la pace di Westfalia; a queste si possono aggiungere anche i conflitti che per secoli sono stati combattuti fra l’impero asburgico e la Francia, o fra quest’ultima e l’Inghilterra, per non parlare dello scacchiere rappresentato dall’Italia fino alla sua unità nel 1861.
Insomma, è chiaro che l’Europa, prima di essere un’entità politica, è stato un luogo geografico che di unitario aveva solo la continuità territoriale, e che qualsiasi tentativo di creazione degli Stati uniti d’Europa è destinato ad avere vita difficile. Eppure Guetta ritiene indispensabile procedere su questa via, in primo luogo poiché sul piano economico troppo grandi sono le superpotenze attualmente in gioco (come la Cina, la Russia gli USA) perché un singolo stato europeo, per quanto avanzato, possa risultare competitivo negli anni a venire; e in secondo per un discorso di civiltà, perché vivere a stretto contatto come è normale accada negli spazi ristretti (e la distanza che separa le città europee è veramente minima se paragonata agli altri continenti) comporta necessariamente uno stile di vita comune, degli usi comuni, dei rituali comuni, e allora a maggior ragione diviene fondamentale consentire ai cittadini europei di portare a termine quegli scambi culturali che le economie e le politiche mondiali contemporanee stanno forzando.

La libera circolazione dentro i confini di questa Europa è, secondo l’autore, un enorme progresso, al punto da vedere nella Brexit un grande passo indietro, proprio perché rischia di compromettere anni di sforzi volti alla stessa direzione. Il cammino da seguire è per Guetta quello dell’unificazione per contaminazione, vale a dire la creazione di una federazione europea che consenta la conservazione delle identità nazionali che tanto sono costate nei secoli in termini di sangue e lotte. Di questo è convinto: l’assimilazione totale in un’unica entità indipendente sarebbe un errore grave quanto la frammentazione che le correnti di estrema destra salite al potere negli ultimi anni stanno paventando.
Necessario diventa dunque «dar vita a una nazione europea, tanto pluralista come sono state e spesso sono ancora le nazioni francese, italiana o tedesca» (p. 140), ma per fare ciò è altrettanto indispensabile comprendere come l’UE non può e non deve essere solo un’aggregazione economica alla cui base stiano le politiche di austerità instaurate negli ultimi anni. L’Europa deve essere un sogno lucido, un ideale che deve entrare nelle menti delle persone che la popolano, qualcosa di tangibile e che non si riduca a direttive impopolari diramate dai centri di potere di una fantomatica Bruxelles: deve, al contrario, essere vissuta da ogni singolo cittadino. Dunque «occorre promuovere il federalismo perché è il futuro, ma occorre anche essere consapevoli che per molto tempo ancora resterà un orizzonte lontano» (p. 142).

Le parole di Guetta sono così cariche di passione che è difficile restare indifferenti. Attraverso le sofferenze della madre Francine che ha vissuto l’orrore del nazismo dalla parte dei perdenti, passando per i gelidi venti della Guerra fredda e del comunismo sovietico, il giornalista rende palpabile e visibile tutto ciò che l’Europa è stato e spera non sia più. La sua capacità evocativa è immane e, a mio avviso a prescindere dalla fede politica, non ci si può non commuovere davanti a tanto fervore. Intima convinzione è un bel testo, bello nel senso estetico del termine: è un testo in grado di far riflettere sulle scelte che ogni giorno facciamo e pensare che, se domani possiamo trovarci su suolo tedesco, polacco o spagnolo senza problemi, forse una spiegazione c’è e non è così sbagliata.

David Valentini




"Vorrei condividere un percorso, quello che da un quarto di secolo a questa parte, dalla caduta del Muro, ha fatto di me un europeo la cui volontà è intimamente pervasa dall’inquietudine di non lasciar regredire il nostro continente, dalla determinazione a riaffermare le sue nazioni costruendo, contro tutto e tutti, la loro unione politica." Come si diventa europei? Come si acquisisce la consapevolezza di ciò che gli Stati uniti d'Europa posso significare a livello civile, politico ed economico sullo scacchiere internazionale degli anni che verranno? E quali sono gli step che dovremo affrontare per raggiungere tale obiettivo? Bernard Guetta, in un saggio passionale e lucidissimo, racconta l'arco evolutivo dell'Europa dal dopoguerra a oggi e ci spiega perché è indispensabile proseguire nonostante le difficoltà. Di questo testo ci parlerà a breve il nostro @darvax. . #libri #books #instabooks #bookstagram #lettura #inlettura #reading #nowreading #bookshelf #bookporn #bookreading #booksofinstagram #igersitalia #iger #snapseed #libridaleggere #librichepassione #essay #saggio #europa #europe #politics #politics #criticaletteraria
Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: