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#CritiCOMICS - Un'ottima storia sci-fi splendidamente disegnata: "Federal Bureau of Physics"

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Federal Bureau of Physics
di Simon Oliver, Robbi Rodriguez, Rico Renzi, Alberto Ponticelli, Nathan Fox
RW Lion, 2014-2016

Traduzione italiana di Susanna Raule

4 volumi
€ 13,95, € 12,95, € 11,95, € 10,95



FBP è un fumetto fantascientifico e, come per tutte le opere di questo genere, è necessario padroneggiare le premesse per potersi gustare appieno la storia. Le basi qui sono solide, tanto che nei credits si ringrazia il Dottor Massimo Sandal "per la consulenza nella traduzione dei concetti scientifici". È però vero che buona parte del fascino di questo tipo di racconti sta proprio nella loro iniziale indecifrabilità. È questo sentimento di curiosità che coglie il lettore alle tavole iniziali del primo volume (Cambio di paradigma), quando può solo intuire cosa sta succedendo: sembra che in alcuni luoghi e per alcuni momenti le leggi della fisica cessino di funzionare. La gravità sparisce di colpo, il tempo cambia velocità. Ad arginare questi fenomeni interviene la Federal Bureau of Physics che, letteralmente, ripara il tessuto stesso dell'universo, con strumenti incredibili quali il collidore per il trasporto umano, che permette di attraversare la membrana spazio-temporale.
 Date le giuste condizioni l'impossibile è sempre possibile.
Nel momento in cui il governo sta valutando l'ipotesi di privatizzare il servizio (esattamente come la sanità, l'istruzione ecc.) qualcuno trama per far fallire le missioni del FBP e spingere verso quel cambiamento.
A colpire, oltre alla trama, sono da subito le vignette realistiche, per nulla in stile cartoon, che si concedono giusto qualche accentuazione, come in alcuni volti più affiliati del normale. Per usare la perfetta definizione coniata dal disegnatore Robbi Rodriguez, si tratta di "sci-fi proletaria", colorata in maniera accattivante da Rico Renzi,
che usa toni caldi e verde lime. 
Verso la fine del primo volume, quando l'agenzia pare ormai destinata allo smantellamento e a difenderla sono rimasti sono l'agente Adam Hardy e il suo capo Cicero, entra in scena un nuovo acquisto del team. Sexy, latina, agguerrita e maledettamente antisociale: Rosa Reyes.
"La realtà è quella cosa che quando smetti di crederci, non scompare."
Ma se mi fossi sbagliato, se fosse stato vero il contrario? 
... se la realtà non potesse esistere senza il nostro coinvolgimento, conscio o inconscio?
Il secondo volume (Vorrei che tu fossi qui) si concentra sull'esperimento a cui partecipano Adam e Rosa a loro insaputa nel paesino di Nakeet, in Alaska. Questo arco narrativo coinvolge una sorta di realtà parallela (siamo nel terreno classico della fantascienza) e più che a proseguire con la trama serve ad approfondire i rapporti tra i personaggi. Rodriguez mantiene il suo tratto, regalandoci delle imperdibili sequenze sotto la neve, prima di lasciare le matite a Alberto Ponticelli, disegnatore degli ultimi due volumi (colorati ancora da Rico Renzi e poi da Micheal Wiggam). L'italiano ha uno stile più pulito, ma il passaggio di consegne non altera le atmosfere visive di questo fumetto, i cui punti forti graficamente parlando sono le ambientazioni e i volti, incorniciati da splendidi sfondi monocromatici
Con lo scorrere delle pagine emergono alcuni elementi classici nella costruzione dei personaggi: Adam è alla ricerca di suo padre, uno dei primi scienziati ad accorgersi delle anomalie fisiche, scomparso misteriosamente in un tornado quantico lasciandosi dietro degli studi incompleti che sono anche il motore dell'azione, dato che il cattivo della saga è strettamente legato a quelle ricerche ed ora vuole il protagonista morto. Rosa è addirittura nata in una realtà parallela, dopo che sua madre incinta vi era stata trasportata; il suo carattere schivo deriva da questa sua completa alterità e dalla solitudine che la sua natura ha comportato.

Anche il terzo volume, Sulle spalle, amplia la nostra conoscenza dei protagonisti: stavolta tocca a Cicero, il capo della squadra, di cui scopriamo il passato da nerd durante il periodo in accademia. Il lungo flashback, come il resto del fumetto, scorre velocemente e con piacere, ma forse si tiene troppo in sospeso il proseguimento delle vicende del presente, con il grande tema delle anomalie fisiche che sentiamo non esser stato ancora sfruttato al massimo delle sue potenzialità. In ogni caso siamo ormai catturati dalla storia, bella visivamente e con personaggi particolarmente riusciti la scena ambientata nel tornado quantistico.
Finalmente la narrazione continua, e scopriamo qualcosa di più (qualcosa di intrigante) su ciò che sta succedendo. L'incontro col villain si rivelerà diverso da quanto ci si aspettava; il gruppo ora ha un compito ancora più importante: salvare l'universo.

I passaggi conclusivi del capitolo sono di un livello altissimo e grazie ad un cliffhanger perfetto, ci preparano al volume conclusivo (che si intitola emblematicamente Riunire i pezzi), con un'avventura straordinaria, oltre i confini della realtà percepita. 
Se c'è un tratto distintivo che definisce noi uomini come specie, è la nostra "adattabilità". Togli all'allocco macchiato sei acri quadrati di foresta decidua o la savana al rinoceronte nero africano e quelli sono belli che spacciati.
Ma rovescia sugli uomini quello che vuoi, dai disastri naturali, alla guerra, al genocidio, ogni genere di catastrofe causata dall'uomo, e una o due settimane più tardi avremo incorporato il nuovo paradigma nella nostra vita, è la maggior parte di noi sarà tornata a occuparsi di problemi più immediati e pressanti come il cibo, la casa e i gossip sulle celebrità.
Il finale si divide tra l'esplorazione della dimensione parallela da parte della squadra, con immagini che richiamano la fantascienza spaziale, e lo scenario devastato cui è ridotta la Terra dopo il peggioramento delle crisi fisiche, che rimanda al genere post apocalittico, con tanto di madre e figlia costrette a sopravvivere in mezzo all'anarchia e alla violenza.
Federal Bureau of Physics è un ottimo fumetto, fatto di tanti piccoli flashback e sottotrame, che sfrutta concetti complicati ma senza far venire troppo il mal di testa al lettore; un'opera che, nonostante alcuni elementi già visti, coniuga disegni eccellenti ad una storia che riesce a prendere dall'inizio alla fine lasciandoci, nonostante un passaggio essenziale troppo veloce, con una scena degna dei migliori kolossal del genere.
Gli esseri umani non sono a loro agio nel caos. Siamo una specie che non va d'accordo con le ambiguità, i doppi sensi o le zone grigie. Ci piace l'ordine, preferiamo che i nostri pensieri, emozioni e idee siano tutti etichettati, inscatolati e riposti per usi futuro. Ma questo completo bisogno di ordine va contro l'essenza intrinseca dell'universo stesso.
Nicola Campostori