in

"Metti l'amore sopra ogni cosa", anche sopra l'individualismo

- -
Metti l'amore sopra ogni cosa
Una filosofia per stare bene con gli altri
di Armando Massarenti

Mondadori, 2017

pp. 132
€ 16 (cartaceo)



«A chi non è mai capitato di sentirsi sconfitto, messo ko, da situazioni che neppure riusciva bene a inquadrare razionalmente? Nella vita in generale ma soprattutto in amore».  Inizia così il nuovo libro di Armando Massarenti, in libreria da oggi. Non a caso sulla copertina trovate il marchio della collana mondadoriana "Strade blu"; anche quest'opera si inserisce in una vena di sperimentalismo, contaminazione di generi: tra filosofia e saggistica, quasi “manuale d'amore 2.0”, come lo definisce lo stesso Massarenti nell'opera (cfr. p. 24), ma oserei dire manuale per aiutarsi a stare al mondo e uscire dall'ipertrofico egotismo del presente.

Infatti, a dispetto della famosissima immagine in copertina, il libro non si focalizza solo sull'amore passionale, ma invade fortemente il campo dell'etica. Allora, si impara innanzitutto a vedere l'Altro come un individuo da rispettare, nel suo esserci. Senza mai disgiungersi dal presente delle neuroscienze, Massarenti attraversa secoli di letteratura e filosofia, confermando quel che è sempre piacevole ritrovare, ovvero che certi sentimenti sono atavici, non invecchiano mai. Così, ad esempio, l'amore di Ovidio si può accostare a quello dei Frammenti di Barthes o alla gelosia trattata nell'Otello shakespeariano. O ancora, parlando di etica si superano i confini temporali e si può attestare la "rinvincita" di Aristotele rispetto ad Hegel nel tempo presente, fino a citare Wallace, Nussbaum e Murdoch; dunque, avvicinandoci alla letteratura e alla speculazione più recente. 

La ricchissima campionatura di citazioni (peccato non avere sempre riferimenti bibliografici completi; d'altra parte, questo non è previsto dalla collana mondadoriana), veri e propri carotaggi che toccano anche i campi della musica o della cinematografia, dimostrano questo:
«la lezione che non va mai dimenticata è quanto vario, imprevedibile e sfaccettato può rivelarsi il territorio dell'etica» (pp. 69-70)
Nell'instabilità di valori di oggi, Massarenti ravvisa potenzialità, non solo punti critici. Occorre necessariamente far parte del proprio tempo, con uno sguardo critico che sappia accogliere la lezione del passato ma anche quella del presente:
«è vero che è sbagliato dedurre il dover essere dall'essere, ma ancora più sconsiderato è agire e deliberare senza tener conto di ciò che la scienza va scoprendo sui meccanismi della morale e sulla natura umana». (p. 87)
Il tutto tenendo bene a mente che 
«nessuna regola morale è senza eccezioni. Se pensassimo il contrario, saremmo condannati all'inazione, oppure saremmo continuamente in preda a sensi di colpa spaventosi» (p. 99)
Mai negare, dunque, i passi avanti della scienza, che ormai sono necessariamente imbricati alle scienze umane e, talvolta, possono mettere in dubbio le convinzioni aprioristiche. Forse siamo anche questo: un presente induttivo, che ha bisogno di partire dall'esperienza per provare a spiegare l'inspiegabilità del mondo, ma senza la sconfinata fiducia illuministica. 

GMGhioni