in

#UnLibroPerLAvvento - Il cinema secondo Hitchcock di François Truffaut

- -


La prima volta che ho letto Il cinema secondo Hitchcock – più di dieci anni fa – la mia conoscenza del suo autore, il regista francese François Truffaut, era ferma a un livello meramente scolastico: la Nouvelle Vague, i Cahiers du Cinéma e bla bla bla. La copia del volume, prestatami da quello che ancora oggi resta il mio più grande amore e il mio più caro amico, era a dir poco usurata, ma non ci misi molto a capire perché. Quel libro conteneva ben altro rispetto alla trascrizione delle interviste che l’autore di un film geniale come I quattrocento colpi aveva fatto al rinomato maestro del thriller: era né più né meno che un distillato di pura dedizione nei confronti di un qualcosa (in questo caso la settima arte), un saggio esemplare di quella “passione manifesta” che spesso è inscindibile dal carisma personale.
Di lì a poco Truffaut sarebbe divenuto una delle mie ossessioni cinematografiche, e mi sono progressivamente convinta che Hitchcock riesca a ossessionare a priori anche chi non abbia mai visto un suo solo film. Di recente mi sono ri-regalata il volume nella sua ultima ristampa e ne ho potuto confermare l’efficacia in quanto ricostituente professionale, restitutore di entusiasmo e addirittura di fiducia nel genere umano. Per questo lo consiglierei, e dunque lo regalerei, non solo e non tanto agli appassionati di cinema – chi di loro, del resto, non lo possiede già? È un libro culto, e di recente gli è stato dedicato anche un documentario – ma a tutti coloro che si trovano ad affrontare un periodo di depressione esistenziale o creativa, di demotivazione e di diffidenza. Con un augurio: che possano circondarsi sempre di persone appassionate. Mentre per tutte le altre, per citare il caro Alfredo: «scissors are the best way».

Cecilia Mariani

Il cinema secondo Hitchcock
di François Truffaut
Traduzione di Giuseppe Ferrari e Francesco Pititto
Il Saggiatore, 2014
(prima edizione 1997)