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Cronaca di una nascita: Centro di Poesia Contemporanea di Catania

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Evidentemente, a dispetto della scarsa visibilità mediatica nonché del nocivo elitarismo di certe conventicole intellettuali, c'è ancora un'inspiegabile fame e sete di poesia. È questo il paradosso di un mondo che non troppo di recente ha abbandonato il paradigma dell'umanesimo a vantaggio del dominio/tirannia della tecnica. La poesia continua a essere e a esserci (resiste, dicono alcuni), nonostante tutto. Non c'è altra spiegazione plausibile se un gruppo di giovani studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche (Disum) dell'ateneo di Catania, insieme a docenti universitari e stimati poeti anagraficamente meno giovani, animati dalla comune passione per la poesia, profonde tempo ed energie per dare vita al Centro di Poesia Contemporanea di Catania (CPCC), il terzo in Italia dopo quelli di Bologna e Roma.
Se folli o coraggiosi saranno, come è giusto, i posteri a decretarlo. Intanto, a giudicare dalla partecipazione e dal calore della serata d'inaugurazione del Centro, mercoledì 21 gennaio scorso nei locali dell'ex monastero dei benedettini di Catania, prestigiosa sede del Disum, le premesse per costruire un progetto duraturo e di valore a partire dalle risorse e dalle energie del territorio sono notevoli e fanno intravedere un futuro radioso. A introdurre l'evento e a fare quindi da filo conduttore dell'incontro l'incipit de I versi di Vittorio Sereni: "Se ne scrivono ancora".


Alla presenza del direttore del Disum, prof. Giancarlo Magnano San Lio, che ha manifestato il suo compiacimento per una iniziativa che scommette e anzi rilancia con forza il valore degli studia humanitatis, la serata è stata arricchita dagli interventi appassionati e generosi di Sergio Cristaldi, presidente del Centro e già professore di italianistica, e Antonio Sichera, docente di Letteratura italiana contemporanea, nonché dalle parole di presentazione della direttrice e deus ex machina del CPCC Naike La Biunda, visibilmente emozionata e soddisfatta per il traguardo raggiunto. 



Ospite d'onore Davide Rondoni, il quale ha voluto accompagnare i presenti nel "paradosso" della circostanza in questione: "l'inaugurazione del centro di poesia. Come a dire il centro di qualcosa che per natura è eccentrico, imprevedibile". Con franchezza e con toni diretti, avversi alla retorica, il poeta romagnolo, tra la lettura di uno stralcio della Morte di Virgilio di Hermann Broch e una breve selezione di alcuni inediti, ha illustrato la sua idea, alta e drammatica, della poesia, "che non è nei libri, ma nella vita vissuta", augurando quindi al neonato CPCC di "servire la poesia". Con questa umiltà, ha aggiunto, si entra "nell'abisso in cui la parola si perde", solo così può avvenire "la copula delle parole che stupiscono". 

A chiudere l'evento, impreziosendolo, l'esecuzione di brani musicali affidata al maestro Ninni Spina e a Felice Puglisi, intervallata dalla lettura di poesie di alcuni autori della contemporaneità letteraria quali Mark Strand, Gesualdo Bufalino, Gianfranco Lauretano, Andrea Inglese, Mario Luzi, Tommaso Di Dio, Roberto Mussapi, Antonella Anedda.  








Il prossimo evento in programma del CPCC - il primo, si spera, di una lunga serie - è un laboratorio di scrittura poetica tra marzo e aprile, ospitato nei locali della Fondazione Ceur, che vedrà protagonisti alcuni nomi prestigiosi del panorama poetico italiano: oltre a Davide Rondoni, che ritornerà nella città etnea, Gian Mario Villalta, Maria Attanasio, Pierluigi Cappello, Tiziano Broggiato, Roberta Dapunt.


Pietro Russo