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#CriticaLibera e #CritiCinema - "Non buttiamoci giù": dal romanzo al film

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Temi macabri o socialmente scomodi, come può esserlo il suicidio, possono fare la fortuna di una commedia oppure rovinarla. Un funerale, per esempio, ha fatto la fortuna di una delle commedie più brillanti dello scorso decennio, la funambolica Funeral party di Frank Oz (2007).
Il rischio che si corre è sempre direttamente proporzionale a quanto dissacrante sarà la pellicola e quanta originalità verrà iniettata nella trama. L’idea sui cui Non buttiamoci giù (regia di Pascal Chaumeil, sceneggiatura di Jack Thorne) si articola, incrociare quattro destini quasi sul punto di interrompersi, ha il pregio di porre lo spettatore su un doppio binario: come si è arrivati a questo punto? Come andrà a finire?
Tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby (Guanda, 2006), Non buttiamoci giù uscirà nelle sale italiane il 20 marzo 2014.
Siamo abituati a vedere opere di Hornby trasposte sul grande schermo: About a boy di Chris Weitz (2002) è stato un immenso successo commerciale e di critica e adattando la sceneggiatura per An Education di Lone Scherfig (2009) lo scrittore inglese è stato anche nominato agli Academy Awards.

La vicenda si svolge tra Capodanno e San Valentino, con quattro personaggi che si incontrano su un grattacielo londinese; intenzionati a lanciarsi nel vuoto, si convincono (o meglio vengono convinti) ad aspettare sei settimane prima di mettere il sigillo alla decisione di farla finita una volta per tutte. I quattro protagonisti sono Martin Sharp, conduttore televisivo caduto in disgrazia per aver fatto sesso con una minorenne, interpretato da un Pierce Brosnan che non sempre riesce a scrollarsi di dosso l’eredità di James Bond e lancia spesso (ma forse involontariamente) occhiate da Martini-shakerato-non-mescolato; Maureen, casalinga isolata da una routine con il figlio invalido, interpretata dall’attrice più espressiva del cast, Toni Collette, capace di coinvolgere emozionalmente lo spettatore in modo non banale; J.J., rocker americano giunto a un punto morto della sua carriera musicale e della vita in generale, la cui parte è impersonata da Aaron Paul, intenzionato forse a collezionare mediocri interpretazioni al cinema (è nelle sale in questi giorni Need for Speed di Scott Waugh) quante ne ha collezionate di sublimi in televisione, vincendo sia agli Emmy Awards che ai Saturn; e infine Jesse, adolescente con un buco nel cuore, interpretata da una bravissima Imogen Poots, a suo agio in ruolo esuberante e fortemente complesso. Di questo personaggio, autentico filo conduttore della pellicola, nonché motore degli eventi che si susseguono, Hornby ha scritto che "sarebbe capace persino di iniziare una guerra in una stanza vuota". Non mancano, infine, diversi lampi di creatività, come Joe Cole nei panni del tossico Chas, scomparso fin troppo prematuramente dalla scena.
La commedia non perde ritmo e gioca su un grottesco che domina molte situazioni divertendo gli spettatori e risultando, alla fine, veritiero. In questo senso la regia e la sceneggiatura si sono mantenute fedeli all'approccio ironico del romanziere, capace di aprire la porta su temi come la depressione, la sconfitta e il suicidio con la più efficace chiave del sorriso amaro e dell'umorismo, denominatore comune dei testi di Hornby, che i lettori sapranno poco incline al sentimentalismo. Felice la scelta di cambiare i punti di vista, alternandoli fra i quattro personaggi; fa da eco alla struttura diaristica del romanzo e restituisce la capacità dello scrittore britannico di muoversi tra le voci dei personaggi in maniera fluida, raccontandoceli singolarmente e nella coralità un po' stramba a cui danno vita.
Si nota, quindi, specialmente nella sceneggiatura, l'esigenza di mantenersi fedeli allo spirito e alla parola del libro. Jack Thorne ha dichiarato:

Il modo in cui Nick ha scritto la prima scena sul tetto è così tremendamente brillante, tutto quello che dovevo fare era copiarlo ed è esattamente quello che ho fatto.
Tuttavia nei personaggi, in particolare nei più giovani e spaventati Jesse e J.J., si ritrovano note di colore personalizzanti, che regalano loro delle sfumature in più e forse li addolciscono un po' rispetto al libro. 


Claudia Consoli