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Ungaretti a Roma

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Ungaretti a Roma
di Marco Onofrio
Edilazio Edizioni, Roma 2008
pp. 190


Ci sono saggi che emozionano e fanno sognare, poetici e lirici benchè in prosa. 
"Ungaretti a Roma", di Marco Onofrio, è questo genere di libro. Lo apriamo e subito veniamo trasportati in un' Alessandria D'Egitto pregna di storia in ogni granulo di polvere, madida di ricordi roventi al sole. Ungaretti fanciullo riempie le pagine.
Marco Onofrio dipinge un ritratto del Poeta partendo dalle radici. L'uomo e la sua terra, i suoi viaggi, i suoi incontri, come questo condizioni la visione, l'opera e le scelte di  una persona.
Soprattutto questo saggio vuole illuminare con tutta la forza delle parole e delle suggestioni l'intenso rapporto di Ungaretti con la Città Eterna. 
Roma, nella sua grandezza, nel suo essere punto nevralgico di arti e storie, passati, presenti e futuri, vuoti e pieni, splendore e degrado, è una realtà che viene assorbita con difficoltà da Ungaretti. Saranno tre le visite nella capitale ma solo dall'ultima in poi la presenza in Roma significherà nuova vita da costruire. La vita di Ungaretti è dipinta con onestà intellettuale e domande cocenti come quelle relative al rapporto del Poeta con il fascismo, la fascinazione iniziale, il bisogno di credere, la ricerca di una diversa via, la lenta presa di coscienza, il dissenso. Le accuse, la prigionia.
Le rinunce. Ad Ungaretti non verranno assegnati determinati premi proprio a causa del suo rapporto con Mussolini. Nonostante tutto quello che accadde dopo. E perderà anche la cattedra a Roma, per un certo periodo, proprio in conseguenza alle speranze riposte nel fascismo.
Indipendentemente dal suo ricredersi, dal suo far sentire forte e chiara la sua "voce contro".
L'eventuale opportunismo e le scelte legate alla sopravvivenza saranno scandagliate da Onofrio.
L'autore ci fa viaggiare: Africa, Egitto, Parigi, Roma, San Paolo del Brasile, Tokyo, Roma, Milano. 
Ognua di queste città è stata slancio per nuove consapevolezze.
Ungaretti raccontato come spugna che assorbe la vita, che vive, che rompe gli schemi universitari, che paga di persona per la sua diversità. Ungaretti che ama e si emozione e soffre disperatamente.
Ungaretti e Michelangelo, Caravaggio, Bernini, Dante e Virgilio. Il barocco e il vuoto, l'estate romana, la calura romana che squarcia l'anima prosciugando ogni millesimo di acqua presente nel corpo.
La ricerca dell'essenza di Roma.
Ungaretti come esempio di creatività fatta persona, creatività che si avvale di studio, di ricerca, di incontri, di domande, di riflessione. Emozionante leggere lettere, articoli, pensieri, ascoltare la voce scritta di coloro che lo hanno conosciuto, le sue liriche e immaginarlo docente infervorato dalla passione per la letteratura italiana, spiarlo giocare bonario con suo figlio e con il gattone. 
Amare la moglie e amare di nuovo, nella seconda giovinezza.
Un forte desiderio di visitare la casa sull'Aventino, con lui che dona generosamente il suo sapere e il suo amore per le Lettere. Leggendo ho pensato: "Quanto darei per un giro in metro con Ungaretti!"
Questo libro soleltica la voglia di riscoprire Roma. Racconta la Capitale prendendo come punto di vista gli occhi di un uomo che ha faticato ad avere un rapporto con lei ma poi l'ha amata dal profondo. Un uomo desideroso di incontrarla, capace di fare e rifare strade, percorsi per emozionarsi ancora di fronte a monumenti che oggi guardiamo con quella superficialità che nasce dall'avere sempre sotto gli occhi qualcosa a cui, alla fine, ci si è fatta l'abitudine.
Ungaretti no. Non dava per scontato Roma e anche quando si allontanò da lei, per la cattedra a San Paolo del Brasile, vi è tornato a cadenze regolari. Esperienze, scoperte, nuovi mondi che allargano la mente e scompagigano le certezze e gli orizzonti. Gli anni duri della guerra e il mondo che cambia per sempre. La televisione e le sue comparse nei programmi, l'incisione di dischi con la sua voce che leggeva poesie, lo sbarco sulla Luna. Liriche struggenti, indimenticabili e fotografie.
Fotografie che chiudono un testo prezioso.
Talmente prezioso da sentirlo nel cuore e provare nostalgia una volta conclusa la lettura.