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Il romanzo di formazione per Soldati

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La confessione
di Mario Soldati
con prefazione di Cesare Garboli
Adelphi, Milano 1991
pp. 159
€ 7,23

Questo racconto lungo autobiografico (scritto già nel ’35 ma a lungo rimasto sepolto tra le carte di Soldati e pubblicato da Garzanti solo nel 1955) rappresenta un interessante caso di “romanzo di formazione” novecentesco. Vi si racconta la crescita difficile e, in particolare, i rapporti contraddittori con l’istruzione, nonché l’iniziazione erotico-sentimentale di Clemente Perrier, giovane della media-borghesia. Dopo un primo desiderio di ribellione alle regole scolastiche, il ragazzino scopre le prime pulsioni erotiche, sempre connotate da senso di colpa e timore di commettere peccato. Anzi, pare proprio che parte dell'attrazione scaturisca proprio dall'idea di infrangere le regole dell'educazione e della fede. Primo oggetto di desiderio è una sconosciuta adulta e prosperosa, intravista e sfiorata appena in ascensore: ricordo che turba il giovane Clemente, diviso tra tentazione e paura di compromettere definitivamente la sua “innocenza”. Infatti, cresciuto in una scuola religiosa e in una famiglia fortemente cattolica, Clemente dal suo punto di vista il sesso è fortemente implicato con il peccato, e pertanto il ragazzo si sente in dovere di confessarsi di continuo dopo le sue fantasie. Tuttavia, non dice mai la verità e, anzi, talvolta si compiace di turbare il padre confessore: la fede per Clemente non è altro che abitudine e ritualità.
Queste sono le coordinate generali della prima parte del romanzo (per inciso, le pagine scritte di getto da Soldati nel ’55): seguono altre due parti, dedicate all’infatuazione di Clemente per una amica di famiglia adulta, la provocante e libertina Jeannette, che sembra ora sedurre il ragazzino e ora trattarlo maternamente. Nello stesso tempo, il protagonista intuisce gli equilibri familiari stentati, a cominciare dal rapporto adultero della madre con il medico condotto, di cui intuisce la relazione in una castigata e simbolica "scena primaria". Il tema erotico si complica con uno svelato rimando alle pulsioni omosessuali del ragazzino, ancora incerto e confuso.

Come ha sottolineato Cesare Garboli nella sua bella introduzione, La confessione è «un racconto fatto di cinismo e di amore, nato dal piacere di sentire unite, di tenere unite in uno stesso sapore e in una stessa emozione due realtà così inconciliabili» (p. 14). Infatti, Clemente esibisce un’ingenuità solo presunta, in realtà risultato in parte di un’artificiosa recita: fingere di non sapere gli permette, infatti, di assistere indisturbato alle azioni degli adulti. E l’esito è un racconto lungo piacevole, frizzante a tratti, secco come Soldati ama fare, dai risvolti psicologici profondi.
Se Garboli segnala la distanza di Clemente dalle figure di altri giovani protagonisti del Novecento, come Agostino di Moravia (clicca qui per l'invito alla lettura) e il Törless di Musil, non mancano invece contributi che rilevano la loro vicinanza (1). In ogni caso, l’opera di Soldati si inserisce in una dinamica di rimandi e di possibile dialogo con altri grandi prove del genere della formazione, ma raccontato secondo un punto di vista originale, leggero, e di piacevole lettura di uno scrittore cosmopolita, secondo la definizione di Sanguineti.

GMG

1)Mi riferisco in particolare al saggio di Valentina Mascaretti, Agostino e i suoi fratelli. Una ricerca tematica sull’adolescenza nella narrativa del Novecento, «Poetiche», vol. 7, n. 2, 2005, pp. 221-255.