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Segreti che bussano alla porta: "Estranea", l'esordio di Yael van der Wouden in vetta alle classifiche internazionali

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Estranea
di Yael van der Wouden
Garzanti, 30 settembre 2025

Traduzione di Roberta Scarabelli

pp. 257
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Vincitore del Women's Prize for Fiction e finalista al Booker Prize, pur essendo un esordio, Estranea arriva nelle librerie italiane con una quarta di copertina ricca di commenti a dir poco entusiastici da parte della critica e di un'autrice amatissima come Tracy Chevalier. 

Ma che romanzo è Estranea? Si apre nei Paesi Bassi del 1961, con una cena tra fratelli piuttosto usuale: Hendrik e Isabel incontrano il loro fratello più scapestrato, Louis, che presenta la sua ennesima ragazza. Niente di nuovo, se non fosse che Eva – questo il nome della ragazza – appare come una «ragazza dai bordi bruciati» (p. 79), fin troppo appariscente, e ha fin da subito qualcosa di strano: non tanto alta e apparentemente tenera, lancia occhiate che lasciano intravedere qualcosa di singolare e pone tante domande. E Isabel non fa niente per tenere nascosto il suo disappunto o per risultarle simpatica. Diciamocelo: queste due donne non risultano inizialmente simpatiche nemmeno ai lettori: acida e giudicante Isabel, ambigua e quasi inquietante Eva

Eppure la situazione si movimenta quando, poco tempo dopo, Louis impone a Isabel di ospitare Eva nella loro casa di famiglia. Avete capito bene: non la coppia, ma la sola Eva abiterà lì e occuperà la stanza che un tempo è appartenuta alla madre dei tre fratelli. Se aggiungiamo che Isabel è quasi ossessionata dalla casa e dal desiderio di mantenerla intatta, quasi fosse un reliquiario dei giorni felici dell'infanzia, capiamo che la convivenza tra le due donne sarà tutt'altro che semplice. Anche perché Isabel, piuttosto schiva e rigida come le ha insegnato la madre, è abituata ormai a vivere lì da sola, con una ragazza che la aiuta nelle pulizie ogni due giorni. Qualche volta riceve – suo malgrado – una visita del vicino Johan, che la conosce da una vita e la corteggia, convinto che prima o poi Isabel, non più giovanissima e dal carattere spigoloso, cederà a sposarlo per assenza di altri candidati. 

Se la prima parte del romanzo è lenta – ma piacevolmente lenta, sia chiaro – per presentare al meglio i personaggi almeno per come appaiono e come credono di essere, la seconda parte accelera: gli imprevisti della convivenza forzata si infittiscono, portando sia Eva sia Isabel a rivedere le etichette che si erano attribuite frettolosamente. Louis, Hendrik, Sebastian e Johan sono alcuni dei personaggi maschili che si avvicenderanno tra le pagine, ma le vere protagoniste restano sempre loro, Eva e Isabel. E, smussate le loro asperità iniziali, sembrano concedersi la chance di conoscere l'altra. Eppure si intravede fin dalle prime pagine che Eva non è lì per caso, ma per via di alcuni segreti che resteranno celati fino alla terza parte del romanzo, di cui non possiamo anticipare niente. 

Perché Estranea è un romanzo che cambia fortemente e si tiene lontano dalle definizioni di genere, e dunque svelare le pieghe improvvise che prende sarebbe un atto sacrilego per ogni lettore. Quando entriamo nella casa della famiglia di Isabel, la storia va dai ricordi nostalgici del tempo passato alle domande insistenti di Eva nel presente; dalle visite periodiche di Hendrik a quelle più sporadiche e distratte di Louis. Da quella porta entrano nuovi sentimenti, scoperte che cambieranno per sempre gli equilibri ma anche le aspettative per il futuro; ne escono personaggi cambiati, almeno in parte, da ciò che quelle mura terranno sempre per sé. 

Tra la paura di scoprire e mostrare chi si è davvero e le alte aspettative di una società che, negli anni Sessanta, si lascia rassicurare dagli stereotipi, in Estranea nessuno può essere pienamente sé stesso senza subirne le conseguenze. In palio c'è però la libertà di guardarsi allo specchio e riconoscersi nonostante la superficie anticata dal tempo e dalle generazioni. 

GMGhioni