Io e le Ragazze, sempre a chiamarci nel momento del bisogno perché a nessun altro fregava un cazzo, ma mai solo perché ne avevamo voglia. Quando era stata l'ultima volta che avevo detto a una di loro che le volevo bene, che ero stata al gioco non solo per la ricompensa? (p. 276)
Sorellanza: una parola che Leila Mottley nel suo secondo romanzo, Ragazze che diventano grandi, fa risuonare dalla prima all'ultima pagina. Senza retorica, senza buonismi, né eufemismi, perché Mottley, fin dal suo esordio, Passeggiare la notte, racconta di un'America inospitale, che lascia sole le ragazze che non vengono da famiglie privilegiate, che compiono scelte difficili e fuori dal coro.
Se le famiglie e la Florida intera voltano le spalle a tante adolescenti che decidono di diventare giovanissime madri nonostante le difficoltà, non lo fa Simone. Lei ha provato cosa significa partorire due gemelli da sola, con il timido e schifato aiuto del suo compagno, dentro al pick-up di lui. Sa quanto ci si sente sole in quei momenti, e non vuole che altre giovani madri provino la sensazione di essere state abbandonate da tutti. Così quel suo pick-up diventa un punto di riferimento a Padua Beach: accoglie madri adolescenti che nessuno vuole in casa ma anche chi un tetto sopra la testa ce l'ha e vuole però sentirsi finalmente capita da un'altra donna che, ancora minorenne, ha scelto di partorire e curare i propri figli. Per gli abitanti del quartiere, loro sono semplicemente le Ragazze, una specie di micro-comunità molto coesa, capace di cavarsela vendendo latte materno o mettendo insieme lavoretti che consentano loro di stare con i loro bambini. Tutte, con «una determinazione animale a essere ciò che nessuno voleva che fossero. Ingombranti. Consapevoli. Grandi» (p. 290).
La dimensione corale del romanzo non soffoca però le singole voci, e Leila Mottley sceglie di lasciare la parola e il punto di vista a tre di loro. C'è la già citata Simone, la fondatrice del gruppo, una donna determinata, che ancora non riesce a prendere le distanze da Tooth, padre dei suoi gemelli, che va per la trentina ma ha ancora un grado di maturità da ragazzino. Le si alterna la voce di Emory, l'unica ragazza caucasica del gruppo, che stringe tra le braccia il piccolo Kai, concepito con il fratello di Simone, Jay: la ragazza ha voti spettacolari a scuola e spera di potersi costruire un futuro diverso, perché è consapevole di essere decisamente portata per lo studio. Non ha però supporto a casa: i nonni continuano a farle pesare la scelta di avere avuto Kai e la fanno sentire di troppo ogni giorno. Jay vorrebbe prendersi cura di loro, ma è anche lui ancora un ragazzo, e dunque il percorso per la coppia è sicuramente in salita. Al gruppo si aggiunge Adela, una promettente nuotatrice, rimasta incinta per un rapporto non protetto e mandata dalla sua famiglia borghese e religiosa a vivere dalla nonna, perché non si diffondesse la notizia della sua gravidanza indesiderata. L'obiettivo? Farla partorire a Padua Beach e farle dare il bambino o la bambina in adozione, perché poi Adela possa riprendere con gli allenamenti e con la sua carriera.
Spigolosa e imprevedibile, Simone è però generosa e aperta ad aiutare le altre giovani donne; debole nei confronti di Tooth, mostra invece grande forza nel difendere la sua famiglia: «amavo quei bambini come se fossi nata solo per loro, e avrei rinunciato all'aria più pura del mondo per avere la possibilità di stringere le loro piccole mani con le fossette, giorno dopo giorno» (p. 233). Lei è già passata per molte delle vie difficili che le altre ragazze devono ancora percorrere: è più grande, matura, ha vissuto sulla sua pelle la sensazione di essere sola con due vite da crescere.
Emory, invece, è sempre divisa tra i suoi sogni per un futuro che la rispecchi di più e la consapevolezza che con Kai al collo e senza denaro non le sarà facile proseguire gli studi. Anche la relazione con Jay è altalenante e il ragazzo, per quanto sia uno dei pochi a non essere fuggito davanti alla notizia della gravidanza, è ancora molto immaturo. Lui, però, non ha il minimo dubbio: vuole stare con Emory e crescere loro figlio. Anche se i nonni di Emmy non lo accettano in casa, anche se un lavoro fisso non ce l'ha, anche se è ancora giovanissimo. Lei è però profondamente legata alla nuova arrivata, Adela, che diventa presto la sua migliore amica, e Emory la definisce «la mia anima gemella, una fiamma che ardeva del mio stesso fuoco, una piuma strappata dallo stesso uccello starnazzante» (p. 69).
Per Adela, la ragazza apparentemente più fortunata del gruppo (ha un tetto sopra la testa, una nonna che le vuole bene, per quanto sia brusca, una stabilità economica e la prospettiva di considerare la gravidanza come una "spiacevole parentesi" nella sua adolescenza), l'autrice ha preparato più di una prova difficile da superare: da nuovi sentimenti per un ragazzo del posto a brusche scoperte di verità che le faranno mettere in gioco tutto.
Pieno di saliscendi emotivi e di colpi di scena che appartengono alla vita quotidiana delle protagoniste, Ragazze che diventano grandi è anche un romanzo fortemente realista di denuncia sociale: da un lato le Ragazze si aiutano, ok, ma dov'è lo Stato? I consultori, i medici, ma anche le famiglie e soprattutto i futuri padri non sono all'altezza della situazione o spesso sono assenti. Viene spontaneo lodare la forza d'animo di queste giovanissime madri, ma, se ci pensiamo bene, cos'altro potrebbero fare, se non fare appello a tutte le proprie risorse? Nessuno lotta per loro, se non loro stesse e chi si trova nella stessa situazione. Ed è questo elemento a tenere unito il gruppo attorno a Simone, giorno dopo giorno, in un percorso in cui non mancano le soddisfazioni – soprattutto legate ai piccoli –, ma sono ancora di più le minacce da cui difendersi, in una società sorda e molto giudicante.
Romanzo di corpi, respiri, sesso rubato (e raramente soddisfacente), relazioni intrecciate e altrettanto rapidamente sciolte, Ragazze che diventano grandi racconta un'idea di maternità per alcuni aspetti diversa da quella che popola la letteratura contemporanea e per altri rivendica un desiderio di accudimento, di protezione, di amore incondizionato che travalica qualsiasi pregiudizio.
GMGhioni
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