in

Il giallo filosofico di Ilaria Gaspari: "L'hotel del tempo perso"

- -

 


L'hotel del tempo perso
di Ilaria Gaspari
Rizzoli,  aprile 2025

pp. 84
€ 13,00 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)


La collana "Dieci comandamenti" di Rizzoli è arrivata in libreria il 22 aprile con i primi tre comandamenti interpretati dai racconti lunghi di Dacia Maraini, Ilaria Gaspari e Veronica Raimo. La casa editrice chiesto a dieci scrittrici italiane di cimentarsi in un romanzo breve che rilegga uno dei Dieci Comandamenti in chiave contemporanea e dal punto di vista delle donne. 

Ho scelto il comandamento Non rubare, di cui si occupa in chiave assolutamente trasfigurata, L'hotel del tempo perso di Ilaria Gaspari. Se è vero che ognuna delle scrittrici coinvolte usa la propria voce per dare un taglio assolutamente personale e anche inedito al comandamento scelto, Ilaria Gaspari ha scelto la cifra stilistica del giallo classico per narrare il comandamento Non rubare. In realtà, come si scoprirà presto, quella del giallo è una struttura che viene utilizzata con fini differenti da quelli in cui solitamente si muovono il colpevole, la vittima, l'investigatore, ma Gaspari fin dalla prima pagina ci tiene a farci entrare in una macchina narrativa che profuma fortemente di Agatha Christie.

Abbiamo infatti la lista dei personaggi, presentati nelle loro caratteristiche: l'arrivista, la coppia annoiata, la falsa nobile, il seduttore, il personale dell'hotel (il concierge è una maschera perfetta dell'immancabile maggiordomo).
Abbiamo inoltre l'unità di tempo e di luogo, uno spazio chiuso in cui vengono ad essere delimitati gli eventi narrati, insomma... se un pomeriggio un viaggiatore/lettore si avvicinasse al libro di Ilaria Gaspari pregusterebbe l'arrivo di Hercule Poirot, se non della candida Miss Marple.
Ma quando le citazioni sono troppo perfette e le ambientazioni quasi pedisseque, il lettore più avvertito subodora un gioco da parte dell'autore. E infatti...
Il prologo comincia con una scomoda domanda dantesca: "Ma tu perché ritorni a tanta noia?" che già ci avvisa che forse l'oggetto rubato in questo giallo non è una collana di diamanti o uno scrigno di tesori.
Esistono al mondo luoghi in cui il tempo si ferma. E, prima o poi, anche chi ha corso all'impazzata tutta una vita si imbatte in un posto del genere. Succede. Sono città crepuscolari, giardini polverosi, strade di periferia inzaccherate di pozzanghere. Sono le gallerie in cui si infila il treno, mentre sotto la ferrovia a strapiombo si spalanca la costa. (p. 11)
Entriamo nell'atmosfera di Tauro Pigro, ridente località termale. Se lo stile e la struttura sono volutamente vintage, lo è anche l'hotel dall'eleganza sfiorita - tappeti polverosi, mobilio di mogano tarlato - che è gioia pura per chi, come la sottoscritta, è cresciuta con i romanzi di Agatha Christie. Analogamente non può sfuggire agli amanti della regina del giallo che i convitati all'hotel - attraverso inviti misteriosi - sono dieci, come i piccoli indiani. Ognuno di loro arriva con un bagaglio fatto di solitudine e speranza, recriminazioni e attese. La scrittura di Ilaria Gaspari li descrive con brevi ma sagaci pennellate, che consentono di entrare subito in ascolto del personaggio, di comprenderne le dinamiche, sempre accompagnati da un sorriso distaccato e divertito.

Trentacinque anni di vita comune li avevano fusi in un unico individuo, il quale malauguratamente somigliava, nel suo complesso, più a lui che a lei. E non a lui com'era stato a vent'anni, bruno e scattante, con due occhi sfrontati che parevano ammiccare sempre. Intanto, tutto quell'ammiccare si era rivelato esito di un astigmatismo mal diagnosticato; poi, era imbolsito presto, e lo stesso, pur con diversi anni di ritardo, era accaduto a lei. (p. 23)

Così la presentazione della coppia Pierpaolo Pierozzi e Sandra Torvaia, in cui viene fuori quella leggiadra perfidia di cui Christie era portatrice sana. Lo stesso trattamento viene riservato agli altri otto ospiti, con una particola predisposizione all'ascolto e all'empatia verso il "tempo perso" e le illusioni perdute delle protagoniste femminili.

Quando la marchesa legge a voce alta un brano da un librone: «Chi ci restituirà le ore perse, i giorni regalati alle illusioni, gli slanci verso un amore perduto, i baci e i passi nella neve...», il gioco dell'autrice si disvela e l'hotel non è più la villa di Nigger Island, ma diviene il castello di Atlante o il vallone delle cose perdute di ariostesca memoria.

Anche lo stile, pian piano, scivola dal giallo al fantastico e le atmosfere si colorano di inquietudine, pur mantenendo la nitidezza che è la cifra della scrittura di Ilaria Gaspari. 

La morale della favola, la traccerà Espedito, il quale accarezzando la testa di un cane, sentenzia:

Sarebbe stato tutto più semplice se aveste saputo prendere esempio da lui, quando ancora vi era concesso. Solo un cane sa stare davvero nel presente, senza rubare tempo a nessuno. (p. 106)

Un giallo filosofico con nuances di fantastico, che ci fa riflettere sul vero delitto degli esseri umani: la procrastinazione. 

Deborah Donato