di Jean-Luc Bannalec
Neri Pozza, agosto 2025
€ 18,00 (cartaceo)
«Dovrai scavare a fondo nella storia della città, temo. Frugare in profondità. Più di quanto vorresti.» (p. 45)
Dopo Intrigo
bretone. Omicidio a Pont-Aven, Risacca bretone. Delitto sulle isole
Glénan, Oro bretone. Scomparsa a Guérande, Orgoglio
bretone. Morte sul fiume Belon, Bagliore bretone. Sparizioni sulla
costa di granito rosa e Segreto bretone. Omicidio nella foresta di
Brocéliande, Jean-Luc Bannalec, pseudonimo del tedesco Jörg
Bong, torna a dar vita al commissario Dupin con un nuovo,
misteriosissimo caso questa volta – per la prima volta – ambientato proprio
nella cittadina di Concarneau, teatro di una serie di delitti che
faranno tremare le mura della Ville Close.
Concarneau, 24
maggio, vigilia di Pentecoste. Le giornate si allungano, l’aria si
scalda: è l’estate in arrivo e la cittadina è pronta ad accoglierla
immergendosi nel suo blu, così caratteristico e predominante, dato dal
mare e dai tetti delle sue case.
Paul Signac. Concarneau, 1931. […] Nel quadro, in primo piano, si vedeva una barca con due maestosi alberi. […] Dietro la barca, le imponenti mura della città fortificata. Era un’immagine piena di eccessi di colore. La barca blu intenso, le vele arancioni. Il mare verde con singole isole di colore che inebriavano: un bianco-azzurro che brillava, quasi fosforescente. A volte il mare in Bretagna aveva proprio quell’aspetto. Il cielo rosa in diverse sfumature, i tetti delle vecchie case grigio piombo, gli alberi della Ville Close di un verde brillante, quasi soprannaturale: il mondo come colore. (p. 153)
Anche il commissario
Georges Dupin sta godendo di questo clima più mite, al caldo del sole, complici
anche i lavori di ristrutturazione del commissariato, che rendono il luogo
inagibile, e proprio per questo «nelle ultime settimane tutti i dipendenti del
commissariato erano fuggiti» (p. 11), compresi i due collaboratori più fidati
del commissario: Riwal e Nolwenn.
C’erano giornate in cui il mondo non era altro che cielo. Come quel 24 maggio: inondato di luce, radioso, limpido, chiaro, come appena lavato. (p. 9)
Ma l’idillio si
spezza ben presto, nel momento in cui il cellulare di Dupin riceve un’inattesa
telefonata: la signora Chaboseau, moglie del rinomato medico cittadino, chiama
allarmata per denunciare la morte violenta del marito. L’anziano uomo, membro
di una delle famiglie più influenti della zona, è stato ritrovato senza vita al
suolo, schiantatosi lì dopo essere precipitato dalla finestra della sua abitazione,
nel medesimo palazzo dove risiede anche il rinomato ristorante l’Amiral, dove
il commissario ama cenare con la compagna Claire e dove Simenon ambientò, negli
anni ’30 del ‘900, uno dei suoi romanzi più celebri: Il cane giallo.
«Non trova che sia un po’ inquietante, capo, un omicidio all’Amiral? E che si tratti proprio di un farmacista e di un medico? Proprio come nel Cane giallo, il famoso caso criminale di Simenon.» (p. 115)
La tragica morte
del medico scuote tutta la cittadinanza, soprattutto la buona società, abituata
a vivere nella placida calma di un villaggio di mare e ben lontana dai ritmi
frenetici di metropoli ben più avvezze al crimine. Nessuno, neanche la moglie,
il figlio e i suoi amici e soci più stretti – Luzel e Priziac – sembrano essere in grado
di darsi spiegazioni o fornire al commissario ragioni e moventi che motivino
una fine tanto violenta.
Dupin si avvicinò di nuovo alla vetrata rotta. Si fermò solo poco prima del baratro e guardò in basso. Un brivido gli corse lungo la schiena. (p. 23)
Ma, scavando
nella vita della vittima – medico stimato, collezionista d’arte e influente
imprenditore –, e nella fitta rete delle sue numerose relazioni, dietro i muri
del perbenismo sembrano emergere verità volutamente celate che affondano le
proprie radici nel lontano passato della città, così lontano da perdere di vista il confine tra mito e realtà. E proprio le coincidenze, solo
in apparenza casuali, con il caso del commissario Maigret, daranno la
necessaria chiave di lettura per la comprensione di questo criptico delitto.
I casi criminali erano una cosa folle sotto molti aspetti: a volte, già all’inizio di un’indagine, esisteva un indizio che era la chiave di tutto. La soluzione era davanti agli occhi di tutti fin dal primo momento, in circostanze quasi grottescamente evidenti. (p. 57)
E mentre la
cittadina viene scossa da un secondo, violentissimo, attacco, Dupin, sempre
ammaliato dalla bellezza della Bretagna, ormai sua casa d’elezione e
protagonista del romanzo al pari degli altri personaggi, si troverà impegnato
in una corsa contro il tempo per sventare ulteriori delitti, ormai lontano
dalla placida calma della vigilia di Pentecoste.
Corinna
Angelucci
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