Contro il matrimonio - Guida sentimentale per ragazze di ieri, oggi e domani
di Laura Gramuglia
Edizioni EDT, giugno 2025
pp. 224
€ 12 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)
A quanto pare per i millennial il matrimonio sarebbe passato di moda o comunque in secondo piano rispetto alla scelta di una convivenza, soprattutto tra chi non ha i mezzi economici per sostenere cerimonia e obblighi contrattuali. Questo almeno fino a quando non bussa alla porta la coppia perfetta. La coppia perfetta è quell'entità astratta cui i social amano spesso dare forma. Che si tratti di due intellettuali, musicisti, giornalisti, galleristi, la coppia perfetta esiste e regolarmente ama prendere residenza al nostro stesso indirizzo per umiliarci, farci sentire inadeguate o soltanto per mandare a monte tutte le nostre sicurezze. (pp. 20-21)
Laura Gramuglia, speaker, dj, autrice e storyteller, nonché una delle conduttrici più conosciute di Radio Deejay, firma per EDT questo simpatico saggio/memoir che ha come tema principale l'autoaffermazione femminile in relazione ad alcune imposizioni culturali e sociali da sempre in corso, come (e il titolo ci viene incontro) l'istituzione del matrimonio.
Il titolo potrebbe ingannare perché non è un testo che demonizza in senso assoluto il matrimonio, e non è nemmeno una canonica guida per ragazze, quanto più un excursus frizzante e ragionato su come, nel mondo della tv, della musica soprattutto e dei media, la decisione di due persone di vivere per sempre insieme sia - a volte - causa di retrocessione per la donna, in tutti i campi, e quello personale, e quello lavorativo, e quello sociale.
L'amore per la musica dell'autrice permea tutto il saggio: il tema del matrimonio è preso per due lati, sia quello sociologico, indagando le implicazioni che questa scelta riflette sulle donne che decidono per esso, sia quello pop, analizzando le relazioni di coppie famose, famosissime, i cui legami - alcuni felici, molti altri infelici - hanno riempito le pagine e i siti web, i social e il rotocalchi per anni.
È di nuovo Kim Gordon a raccontarci di come nei dischi R&B, le ragazze cantino in modo autenticamente fiero e tosto. «In generale però alle donne non è del tutto permesso di andarci giù duro. E tipo la famosa distinzione tra arte e artigianato: l'arte e la sfrenatezza, l'abbattimento di ogni limite, tutta roba da maschi. L'artigianato, il controllo e la cura dei dettagli sono per le ragazze».
Il camuffamento di una femminilità considerata debole, ripetitiva e ciarliera è il prezzo pagato dalle donne che ancora oggi, assumendo ruoli pubblici, entrano nella dimensione considerata maschile delle arti, della politica, della collettività. Perché gli sbarramenti non finiscono mai e l'accettazione continuerà a passare per quel dettaglio per il quale saremo giudicate rispetto a un intero genere, gli uomini di solito tendono a essere valutati individualmente. (p. 31)
E non solo l'autrice prende in esame coppie famose del panorama musicale come Nick Cave e Susie Bick, Kurt Cobain e Courtney Love, Tina Weymouth e Chris Frantz, Whitney Houston e Bobby Brown, ma anche del cinema, del mondo delle serie tv (spessissimo citate come esempi) dell'arte, della letteratura, della politica. Leggiamo così dei matrimoni di Woody Allen, Greta Gerwig, Hilary Clinton, degli Obama, prendendo la questione con un taglio pop, analizzando la struttura dei loro rapporti che, spesso, quando sono finiti male hanno causato più problemi alle donne che agli uomini.
L'autrice però ammette anche che, nonostante la sofferenza, poi sono proprio le donne a rialzarsi meglio, a trarre benefici maggiori dalla separazione.
Molto interessanti anche i capitoli dedicate alle donne della musica "ribelli", quelle che hanno deciso di andare contro la norma: Janis Joplin, Patti Smith, nonché quelle che vengono definite le "zitelle", donne che consapevolmente hanno deciso di non sposarsi o non avere figli, donne childfree, o ancora quelle che si pentono di averne avuti e hanno non poche difficolta ad ammetterlo.
Naturale che il passaggio successivo sia quello di parlare delle implicazioni culturali e sociali che si verificano quando una donna decide per questa strada: una donna che sceglie volontariamente di non sposarsi e non procreare è in qualche modo difettosa, incompleta, e il testo di Gramuglia dimostra le problematiche di questo assunto attraverso le vite di donne famose, di personaggi televisivi, di artiste, descrivendone gli archi narrativi, professionali e personali.
Dicevo che il testo non demonizza il matrimonio in senso stretto, ma vuole mostrare come, soprattutto nei decenni scorsi - quando a una donna non erano concesse così tante alternative - sposarsi "per forza" era la morte delle aspirazioni femminili. E guida (in questo senso, il termine del sottotitolo è corretto) i lettori in un ventaglio di esperienze personali e autobiografiche, nonché di personaggi più o meno celebri, che hanno affrontato le aspettative sociali, la pressione culturale, l'infelicità di coppia, i divorzi e le seguenti rinascite.
Come dicevo il taglio è frizzante, ironico, contemporaneo. Credo che nelle intenzioni dell'autrice ci fosse la voglia di mostrare che esistono delle alternative, che ci sono donne che scelgono di perseguire una strada con cognizione di causa, e che queste dovrebbero essere apprezzate e supportate. Ovviamente, spesso, nella realtà le cose sono ben diverse: una donna che non si incasella sarà sempre di difficile collocazione - se pensiamo a quelle che scelgono di non avere figli le cose si complicano esponenzialmente - ma l'esempio di altre donne come noi, famose o meno - artiste, musiciste, donne politiche, scrittrici, amiche o sorelle - può essere d'aiuto a chi pensa di essere sbagliata o a chi si sente fuori luogo.
Ne consiglio la lettura a chi ama i testi femministi con un piglio contemporaneo, pop e divertente, ma che restano anche molto seri nell'affrontare delle problematiche che ci riguardano tutte e tutti.
Deborah D'Addetta
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