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Quattro piccole donne che si riflettono l'una nell'altra: "Tutto è meraviglia" di Ann Napolitano

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Tutto è meraviglia
di Ann Napolitano
Mondadori, marzo 2024

Traduzione di Manuela Faimali

pp. 432
€ 21 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

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Sylvie era convinta che sarebbe rimasta single e al sicuro con le sue sorelle. Dopo tutto, il suo cuore era sempre appartenuto a loro. Le quattro Padavano erano state una cosa sola per buona parte delle loro vite. Guardando il murale, Sylvie si domandò se il coraggio fosse inscindibile dalla perdita: facevi una cosa impensabile e ne pagavi il prezzo. (p. 259)


Di cosa sono fatte davvero le famiglie? Cos'è quella materia che forma le relazioni tra persone che condividono una stessa storia?
Da queste domande sembra nascere il nuovo romanzo di Ann Napolitano, Tutto è meraviglia.
La scrittrice americana, già autrice di Dear Edward (non sprecare il tempo, non sprecare l'amore), torna con un libro che indaga a campo stretto i meccanismi di un microcosmo familiare imperfetto, come lo sono tutti. Le quattro sorelle Padavano (Julia, Sylvie, Cecelia ed Emeline), le protagoniste di questa storia, custodiscono il segreto di un legame indissolubile, qualcosa che da sempre le ha fatte sentire appartenenti le une alle altre più che a chiunque altro, anche al padre e alla madre. Le conosciamo già ragazze, quasi adulte, quando nella loro esistenza arriva William Waters, giovane atleta solitario figlio di genitori assenti e segnato da una perdita infantile che brucia ancora come una ferita aperta. William e Julia si innamorano e di lì a poco si sposano. 
Benché il libro non sia la cronistoria della crescita familiare delle quattro sorelle Padavano, tra le pagine rivediamo precedenti frammenti di vita che ci aiutano a comprendere le sfumature emotivo-caratteriali che hanno fatto di ciascuna di loro ciò che oggi è: l'austera e determinata Julia, la sognatrice Sylvie innamorata dell'amore, l'artista Cecelia in cerca di libertà, la premurosa Emeline che tiene tutti vicini quando la vita tende ad allontanarli. A contatto con questa materia vitale così ricca e cangiante, William è sopraffatto, quasi fosse destinato a sposare tutte loro, anziché la sola Julia. 
La storia di questa giovane coppia e quelle delle sorelle si intrecciano in modi imprevisti, arrivando a rovesci d'amore e di fortuna che porteranno alcune di loro molto lontano da dove si erano sempre immaginate. Nel ripensare i propri cammini, tutti i personaggi del libro incontreranno nuove versioni di sé e dovranno riscoprire diverse forme di meraviglia
Napolitano si ispira a Piccole Donne di Louisa May Alcott nel suo nucleo narrativo di base, cioè nella ripresa del simbolico tetragono delle quattro donne unite da un filo rosso indivisibile e anche nell'idea dei manoscritti custoditi nel cassetto che raccontano segreti familiari ma, a partire da questa premessa, scrive una storia contemporanea che ha più a che fare con il modo in cui lo sguardo interiore che ognuno ha su di sé incontra quello che gli altri hanno di noi. Come in un gioco di specchi, i capitoli si riflettono gli uni negli altri grazie all'alternanza dei punti di vista; gli eventi si compongono di frammenti di percezioni che danno corpo alla storia nell'insieme.

Alcuni personaggi del libro hanno una forza di caratterizzazione che li rende particolarmente materici e reali, William su tutti con il suo passato di perdita e l'incapacità di dire la verità a se stesso e agli altri. È lui il più sofferente e credibile. 
Nondimeno, la forza di alcuni caratteri è un po' depotenziata da una narrazione che non sempre ha un ritmo convincente. A più riprese si ha l'impressione che si indugi nei pensieri dei personaggi e si scivoli nel già detto, rallentando un'evoluzione attesa. 
Sul finale, questo ritmo accelera chiudendo il cerchio sulla storia di una famiglia come tante (eppure unica), unita dall'amore e dal dolore, dalle nascite e dalle scomparse, fatta di persone che devono accettare di guardarsi negli altri perché vivendo si impara a proprie spese che abbiamo tutti "bisogno di un altro paio di occhi. Abbiamo bisogno delle persone che ci stanno intorno".

Claudia Consoli