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Con 'Il passaggio' Andrea Sorrentino, Jeff Lemire e Dave Stewart inaugurano una nuova dimensione dell'orrore a fumetti

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Il passaggio. Il Mito del Frutteto di Ossa
di Jeff Lemire, Andrea Sorrentino, Dave Stewart
Bao Publishing, 2023

Traduzione di Leonardo Favia

pp. 96
€ 18,00 (cartaceo)
€ 8,99 (e-book)


Ci sono luoghi che perseguitano il nostro immaginario come incubi dell'infanzia. Anzi, facciamo un gioco mentre leggete questa recensione, provate a fare uno sforzo di memoria e cercate di ricordarvi che cosa vi terrorizzava da bambinə. Nel mio caso, per esempio, le cantine mi hanno sempre fatto sentire in pericolo, in un luogo così in profondità, sottoterra, umido e popolato da invisibili animali, topi, bisce, ragni, scorpioni, e dove è facile ambientare una storia dell'orrore. Penso al demone della sorella di Ash in La casa di Sam Raimi, incatenata in fondo a una botola che collega la casa al sottoscala, e pronta ad azzannare e mutilare chiunque le capiti a tiro. E potrei andare avanti per ore, ma questa recensione diventerebbe un saggio sugli archetipi dell'orrore e i luoghi della paura.

Con Il Mito del Frutteto di Ossa, Andrea Sorrentino e Jeff Lemire, in collaborazione con Dave Stewart, riconfermano le loro abilità nel raccontare la paura lovecraftiana che permea il quotidiano, e nell'esplorare mondi che sono speculari al nostro, dove indicibili orrori pronti ad avvinghiare chi troppo si avvicina ai loro segreti si celano. Un connubio artistico che va avanti da anni, e che era stato già messo in campo con Gideon Falls, dove un misterioso Fienile Nero comparso dal nulla era la porta per un lugubre universo di morte, oscurità e perfidia irrazionale e inesorabile che non ha niente da invidiare alla Loggia Nera con il pavimento a scacchi, i drappeggi rossi e Laura Palmer in vestito da sera che abbiamo conosciuto nel Twin Peaks di David Lynch. Gideon Falls si concludeva nel 2020 con l'ultimo volume di una serie in sei parti.

Qui, invece, con Il Mito del Frutteto di Ossa, ci troviamo di fronte a un tentativo da parte di Sorrentino e Lemire di generare una narrazione antologica, in cui il filo conduttore di ogni storia è la presenza di un luogo misterioso e a tratti insondabile, il Frutteto di ossa. Gli archetipi esplorati da Lemire e Sorrentino ereditano il lascito dei grandi maestri dell'orrore contemporaneo del cinema e del fumetto. Leggendo Il passaggio, è impossibile non pensare a The Lighthouse di Robert Eggers, film del 2019 girato in un magistrale bianco e nero e che gode della claustrofobica e delirante performance di Robert Pattinson, finalmente riscattatosi dal ruolo di vampiro di Swarowski di Twilight, e del terrificante potere espressivo di Willem Dafoe, marinaio pazzo e bestemmiatore, così come anche altri capolavori del genere, come Uzumaki del mangaka giapponese Junji Ito, dove un'assurda maledizione spiroidale perseguita gli abitanti della cittadina di Kurozu-cho.

Il Passaggio, primo volume della serie, vede come protagonista Jack, un giovane geologo e agente federale, inviato su un'isola sperduta nell'Oceano Atlantico, a indagare su una voragine venutasi a generare in prossimità del faro dell'isola, sorvegliato dall'unica abitante, un'anziana quanto burbera e misteriosa donna che sembra sapere qualcosa in merito all'origine della voragine e che non sembra altrettanto intenzionata a condividere con Jack informazioni. Al tempo stesso, il primo sopralluogo con un drone di Jack si rivela un buco nell'acqua, non riuscendo a tracciare la profondità della voragine e perdendo il segnale del dispositivo telecomandato. Questo incidente spinge Jack ad avallare l'ipotesi che la voragine sia un portale per una dimensione sconosciuta, popolata da orrori misteriosi che interferiscono con i suoi sogni ricorrenti e con la figura di sua madre, la cui morte non fa che perseguitarlo.

Consapevoli del potenziale creativo di Sorrentino e Lemire, resteremo in attesa di sapere come gli autori di questa nuova serie antologica si destreggeranno tra le strettoie del dedalo del Frutteto di Ossa, conducendoci nel cuore delle più disturbanti e inenarrabili visioni demoniache.

Matteo Cardillo