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Dovremmo tutt3 conoscere la storia del femminismo: "Femminismo. Una storia per immagini" di Cathia Jenainati, Judy Groves e Jem Milton

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femminismo storia per immagini
Femminismo. Una storia per immagini
di Cathia Jenainati, Judy Groves e Jem Milton
Fandango, marzo 2024

Traduzione di Marta Capesciotti, Matu D'Epifanio e Beatrice Gusmano

pp. 208
€ 19,00 (cartaceo)
 
Il femminismo è la lotta per mettere fine all'oppressione sessista. bell hooks (p. 7)

Chiunque dovrebbe partire da questa definizione. La parola femminismo, nata alla fine dell'Ottocento nonostante una storia molto più antica, non è sempre di facile utilizzo. C'è chi la usa con consapevole cognizione di causa rispetto a tutte le declinazioni ed esperienze; c'è chi la usa con titubanza, senza la sicurezza del reale significato e delle profonde diramazioni e lotte; c'è chi, anche adesso e nonostante tutto, la usa con una sfumatura spregiativa o come un vero e proprio insulto, accostandola alla misandria. 
Ciascuna di queste categorie, e anche tutte le sfumature di comprensione che ci stanno nel mezzo, dovrebbero leggere Femminismo. Una storia per immagini, di Cathia Jenainati, Judy Groves e Jem Milton edito da Fandango che continua il suo ottimo lavoro di seria e approfondita divulgazione tramite il mezzo grafico. Dopo i volumi Gender e Queer (trovate qui la recensione), viene affrontato l'ampio tema del femminismo in cui si propone a chi legge una panoramica temporale che va dal IV secolo a.C., con i consigli di genere da parte di Aristotele e Tucidide, fino al 2018 in pieno #MeToo, l'hashtag lanciato dall'attrice Alyssa Milano per sostenere le donne che avevano subito molestie e aggressioni sessuali.

Parlando di femminismo, le associazioni più naturali, dovute anche all'uso storico del termine, sono le cosiddette "ondate" che hanno interessato e interessano il mondo a partire da fine Ottocento. Una prima ondata che mira al diritto di voto, alle pari opportunità di istruzione e lavoro e che si occupava della classe medio-borghese; una seconda ondata che contesta il mito di un'esperienza universale femminile; una terza ondata con le declinazioni del girl power, del femminismo neoliberal e di riferimenti e modelli della cultura pop. Le si conosce a livello generale, ma le specifiche sfaccettature e rivendicazioni possono non essere note. Il volume, nella seconda parte, approfondisce molto bene ciascuno di questi aspetti, mettendo in luce le varie declinazioni e correnti di pensiero, e i volti chiave dei vari processi e andando a raccontare le iniziative e le lotte portate avanti da figure meno note a livello di cultura generale. Particolarmente interessante la disamina sui femminismi che sorgono a partire dagli anni Sessanta. Si parte dal femminismo lesbico che "mette in guardia su come l'eterosessualità obbligatoria perpetui l'oppressione sessuale delle donne"; il femminismo socialista "afferma che le donne sono ostacolate dalla mancanza di istruzione e dalla discriminazione sociale"; il femminismo umanista sostiene che "sia gli uomini che le donne vengono costrett3 in ruoli maschili e femminili socialmente costruiti che impediscono lo sviluppo del loro sé più autentico". Tutti i vari aspetti, per quanto diversi nell'approccio e in alcune tematiche, puntano sempre allo stesso obiettivo: mettere fine all'oppressione sessista della definizione iniziale.

È la prima parte del testo a farci rendere conto di come la lotta femminista non nasca solo per la richiesta di suffragio a fine Ottocento: ha una storia molto più antica, tanto antica quanto il patriarcato.

Patriarcale si riferisce a quelle relazioni di potere in cui gli interessi delle donne sono subordinati a quelli degli uomini. Queste relazioni assumono molte forme, dalla divisione sessuale del lavoro, all'organizzazione sociale della procreazione, fino alle norme interiorizzate sulla femminilità in base a cui viviamo. Il potere patriarcale si fonda sul significato sociale dato alla differenza sessuale biologica. (p. 9)

Si parte dai concetti essenzialisti, che vedono le differenze tra donne e uomini come risultato della biologia, che hanno permeato il pensiero umano per lunghi secoli e che ancora adesso sono di difficile eradicazione. Viene mostrato il legame tra pensiero femminista e le lotte abolizioniste portate avanti dalla comunità quacchera e di come la lotta femminista sia da sempre collegata all'uguaglianza e all'anticolonialismo/capitalismo. 
Vista sia la storia in generale che la provenienza delle autrici, il volume si concentra sul panorama anglo-americano ed è doloroso constatare la mancanza di un filone europeo mediterraneo che meriti un capitolo. In particolare, nelle cronotappe dell'ottenimento del voto per le donne nel mondo, l'Italia non è nemmeno citata. 
Che l'idea di una divulgazione per immagini non tragga in inganno! È un volume estremamente denso a livello di concetti e informazioni. Testo e illustrazioni sono in perfetta simbiosi divulgativa. Se il testo svolge la funzione di narrator3 onnisciente fuori campo, le immagini danno voce alle protagoniste della lotta, come se fossero su un palco teatrale a parlare a chi legge. 

Il concetto di femminismo ha tenuto impegnat3 pensator3 e attivist3 per più di un secolo e, mentre la sua definizione non può essere stabilita in modo definitivo, i suoi molteplici significati riflettono le complesse espressioni personali e culturali dell'identità femminista. (p. 189)

Se è vero che tutt3 dovremmo essere femminist3, è altrettanto vero che tutt3 dovremmo conoscere la storia del femminismo. Perché è la storia di un'umanità che ha cercato e cerca ogni giorno di scardinare una sovrastruttura che non giova a nessuno. Testi come Femminismo. Una storia per immagini aprono la conoscenza a un pubblico ampio, senza la pesantezza di un trattato accademico, ma con grandissimo ed essenziale rigore. Forse dovremmo tutt3 leggere un testo così.

Giulia Pretta