in

Quando il personaggio si ribella contro il narratore, è il caos: "Idaho Winter" di Tony Burgess

- -


Idaho Winter
di Tony Burgess
Minimum Fax, 2024

Traduzione di Sara Tuveri
1^ edizione in lingua originale: 2011

pp. 144
€ 16 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

"È tutto inventato? Ogni cosa che succede là fuori è solo una storia creata di sana pianta da te?"
"Tutto inventato", rido. "Oggi c'è il sole perché, francamente, non sono bravo a descrivere il tempo. Mi ci impantano". 
"E là fuori nessun altro lo sa?"
"Be', onestamente, il fatto che tu lo sappia è un po' un guaio. Adesso però non so bene che farne di te". 
"Forse è ora che sia io a fare qualcosa di me". (p. 45)

Ebbene sì, a parlare in questo dialogo ci sono il narratore e... il suo protagonista! E questo è solamente l'inizio di una ribellione che porterà a un sovvertimento assoluto delle regole narrative, in un romanzo sperimentale che gioca con la tradizione, si diverte a stravolgere i luoghi comuni dell'affabulazione e si fa beffe dei presunti diritti di un autore. Quanto ai diritti del lettore, mettiamoci comodi e accettiamo di sospendere tutto, l'incredulità in primis e la ricerca di un unico filo conduttore coerente della narrazione. Questo è Idaho Winter, un romanzo di Tony Burgess del 2011, ora in libreria per Minimum Fax con la traduzione di Sara Tuveri.

Nelle prime pagine, avvertiamo già che non possiamo spaparanzarci comodi comodi nella narrazione tradizionale, visto che qualche indizio ci invita a diffidare: perché il povero Idaho Winter è così vessato da tutti? Nessun bambino vuole giocare con lui; tutti, a cominciare dai suoi genitori, lo disprezzano, lo prendono in giro, lo insultano e non fanno che ricordargli la sua pochezza; Idaho non ha amici e persino il suo cane lo azzanna; la sua maestra lo bullizza per prima e c'è persino chi prova a investirlo con la macchina. Ma cosa ha fatto di male, esattamente, questo bambino? Niente. Esattamente niente. Semplicemente il narratore ha deciso così. E gli eventi delle prime quaranta pagine sono all'insegna dell'esagerazione e dell'accanimento al punto da portare noi lettori a diffidare un poco e a chiederci, con ansia crescente, che cosa abbia in mente Burgess per il suo protagonista. Anche perché - diciamocelo - per quanto grottesche, un po' alla Pennac, alcune rappresaglie contro Idaho superano qualsiasi verosimiglianza. Il bello è che la verosimiglianza non è proprio cercata, ma ne avremo conferma più avanti.

Poi, l'agnizione improvvisa: il narratore si ritrova dentro la storia a confessare al suo protagonista che è stato lui l'artefice di tutto quanto avvenuto fino a quel momento, anche dei tanti episodi di violenza contro di lui. E qui arriva l'imprevedibile: Idaho decide di vendicarsi come può, ovvero armandosi dello stesso potere di Burgess e trasformando la realtà narrativa a suo piacimento. E allora ecco comparire mostri fantasiosi, metà pipistrelli e metà... madri, oppure T-rex e mondi che fanno impallidire le trovate di Carroll. Avventura, grottesco, horror, colpi di scena impossibili e strambi, alleanze impreviste sono ciò che troveremo tra le pagine. E il narratore interagirà spesso con noi, qualche volta per scusarsi, qualche altra per invitarci a cambiare pagina, o ancora per esprimere pensieri metaletterari che risultano certamente gustosi, così intervallati a una narrazione folle, disordinata ma non certo disorganizzata. 

GMGhioni