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Prendere fuoco, in famiglia, a Natale. "La malizia del vischio" di Kathleen Farrell

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La malizia del vischio
di Kathleen Farrell
Fazi Editore, novembre 2023

Traduzione di Stefano Bortolussi

pp. 240
€ 18,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Un albero di Natale che prende fuoco: tenendo in mano un libro con questa copertina, a cosa ci viene da pensare? Al rischio di un cortocircuito elettrico, che ogni dicembre quantomeno solletica la nostra preoccupazione quando addobbiamo la casa di lucine? O al fuoco che minaccia sempre di divampare al cenone tra parenti, quando sopra le pietanze volano frecciatine e velati punzecchiamenti? L’uno e l’altro si trovano in La malizia del vischio, romanzo del 1951 dell’autrice inglese Kathleen Farrell, che arriva per la prima volta in Italia per Fazi

In una casa sulla scogliera del Sussex vive Rachel insieme alla nipote Bess. Ma il giorno di Natale si avvicina, e le due attendono che la casa venga popolata dal resto della famiglia: i nipoti Kate e Piers, la figlia Marion con il marito Thomas, e infine Adrian, l’altro figlio di Rachel, partito a lavorare in Italia dopo aver commesso un torto che la famiglia non riesce a perdonargli. 
Così inizia quella convivenza, un po’ piacevole un po’ forzata, tra persone dello stesso sangue che non si risparmiano accuse reciproche e maldicenze. Ciascuno porta con sé un bagaglio di segreti, di nodi irrisolti e desideri più o meno repressi: l’astuzia della penna di Farrell sta nel realizzare una commedia umana ironica e scottante
Lo fa creando una narrazione strutturata su un susseguirsi di battute, che si alternano ogni tanto a passaggi introspettivi e monologhi interiori dei vari personaggi. 
Prima che Bess si mettesse a ridere, Piers aveva provato un soprassalto di amore per lei, al ricordo delle piccole infelicità che non aveva ammesso di aver provato quel giorno. […] Nella solitudine dei primi mesi invernali Bess si era costretta a riconoscere l’inanità del proprio amore per Piers. Ma non era ancora sicura di poter intercettare al volo la sua rabbia prima che la investisse e minimizzare le ferite che poteva causarle. (p. 34) 
La vicenda raccontata nel libro è più vicina a un realistico ritrovo annuale di parenti che a un thriller ambientato sotto Natale: i colpi di scena ci sono, ma non sono mai eccessivi, restano sempre nell’ambito del realistico, del comprensibile, e l’attenzione del narratore è più sulle reazioni diverse dei personaggi che sul fatto in sé. In mezzo a tutte le questioni su cui dibattono Bess, Piers, Kate e gli altri, spicca come grande fattore di differenza di prospettive l’età tra tutti loro e la matriarca Rachel: 
«Piers potrebbe non avere tutti i torti. Alla fine si riduce tutto a quello che ho sempre detto: Dio è l’unica soluzione», decretò Rachel facendo piazza pulita di ogni obiezione. «Sì, ma chi è in grado di far scendere Dio dai soffitti? O dal cielo? Chi può dare Dio agli abitanti di ogni casa in ogni paese del mondo?» domandò Kate. «Chi vive in una casa è meno difficile da convincere di chi abita in una baracca, e non dobbiamo scordare quelli che non possiedono nulla», obiettò Thomas. Rachel era scandalizzata. «Dio nei soffitti! Dio è in ciascuno di noi, come dovrebbe essere». (p. 91)
Nel corso di quattro giorni da questa famiglia disfunzionale emergono risentimenti, ostilità, frustrazioni e tentativi di fuga. Ma Natale è sempre Natale, e l’atmosfera invernale del Sussex anni ’50 si rivela in scene di tranquille attività natalizie: una passeggiata nella neve, l’accensione dell’albero, un pomeriggio di tè (e brandy). 

La malizia del vischio è il primo libro di Farrell a essere pubblicato in Italia, ma anche nel Regno Unito è stato riscoperto di recente dalla casa editrice Random. Londinese, vissuta tra il 1912 e il 1999, Farrell ha pubblicato diversi libri, tra cui Home from the Fair (1942) Take It to Heart (1953), The Cost Of Living (1956), The Common Touch (1959) e Limitations of Love (1962). Fondatrice di un’agenzia letteraria, amica di scrittori e intellettuali di spicco, condivide due decadi con la compagna, la critica e romanziera Kay Dick. Nel necrologio in occasione della sua scomparsa, il «Guardian» la definì «a woman who knew her mind and could get her own way».

Festeggiamo dunque la riscoperta di quest’autrice che sapeva il fatto suo con un libro astuto, piccante, che riesce a coniugare due cose che ci piacciono moltissimo: personaggi che conversano brillantemente (un po’ alla Franny e Zooey) e un’atmosfera da film di Natale in un cottage innevato. Che c’è di meglio, in questo periodo?!

Michela La Grotteria