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Macerie umane e rinascite miracolose nel romanzo breve di Rey Andújar, ambientato nelle carceri dominicane e pubblicato da Edizioni Arcoiris

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L'uomo Triangolo
di Rey Andújar
Edizioni Arcoiris, ottobre 2023

Traduzione di Barbara Flak Stizzoli

pp. 64
€ 10 (cartaceo)


Il tenente Perez schiva pensieri suicidi in una dissoluta centrale di polizia: nutre la sua rabbia, sconta il suo passato sui più deboli. E vede in Baraka, sorpreso nudo per le strade ostili di San Carlos, un pazzo su cui sfogare la propria ira: ma quel detenuto gli parla senza paura, mettendolo davanti a chi è davvero e, lentamente, ascolta il suo cuore torbido, spingendolo verso una confessione tormentata, liberandolo dal dolore che lo condanna. Dandogli una seconda possibilità. 
Sei entrato in me senza dire niente, proprio come sto entrando dentro di te io adesso. (p. 26)
Sbarca solo adesso in Italia L'uomo triangolo, romanzo breve del 2005 pubblicato dallo scrittore, saggista, poeta e drammaturgo Rey Andújar, e tradotto da Barbara Flak Stizzoli per Edizioni Arcoiris; la Stizzoli cura anche le interessanti note introduttive al personaggio di Perez e i riferimenti storici a una Repubblica Dominicana lontana dalla sua immagine canonica. Il testo è arricchito dalla corposa postfazione di Andrea Corona. 

Rey Andújar setaccia un universo corrotto e malevolo, animato da criminali sanguinari e bordelli sudici, centri psichiatrici disumani e celle asfissianti rimandi di una vita in trappola. Perez, personaggio autoritario e machista, è un simbolo di una realtà brutale e apparentemente immutabile.

Allora io gli insegnerò a redigere un rapporto da uomo. (p.15)

Rotunda conosce tutto ciò che accade nel distretto di San Carlos più del capo della polizia stesso. Ci sono cose che non troveranno mai spazio in una relazione di polizia: i favori, le torture, le mancanze di rispetto, gli abusi, i soldi sotto il tavolo, valigette che vanno e vengono, droga che scompare. (p. 31)

Ma chi è davvero Perez? Un uomo che ha subito ripetute violenze sessuali durante l'infanzia e gioito della morte del suo aguzzino; un uomo che ha perso un figlio che lo tormenta in sogno e smarrito sua moglie, rinchiusa in un ospedale psichiatrico e per la quale sente di non essere stato abbastanza ("E se la ami così tanto, perché non sei con lei?" gli chiede Baraka, p.45): un uomo che ospita un dolore da estirpare. Entrando nelle sue confessioni se ne scoprono le fragilità: sarà il folle che corre nudo per le strade a guidarlo, giù tra i fantasmi di un passato crudele, verso una soffertissima, liberatoria presa di coscienza. Il tenente è un'anima persa e Baraka, colui che si fa chiamare uomo triangolo, è suo il redentore, e può restituirgli qualcosa di simile alla vita. 

Mi sveglio, ricordo ogni dettaglio della sua morte, la chiamata frettolosa dei vicini di Matilde, la sorpresa della brutta notizia, la speranza che fosse un errore o un terribile sogno. Ma arrivato in città e vedendo quella piccola bara in mezzo alla casupola, ho sentito un colpo preciso lì dove si riunisce tutta la mia colpa. Non ho versato una sola lacrima durante il processo, ho solo provato una strana tristezza, come uno shock che mi faceva sentire vivo ma nient'altro, niente di freddo, caldo, niente. I vicini e le commari mi hanno etichettato come insensibile, come può essere, guarda quello, suo figlio morto, in una bara, e neanche una lacrima né niente. Anch'io metto in discussione ogni mio sentimento, i miei nervi, e dentro all'autobus di ritorno inizio a piangere, un pianto disperato, un pianto spezzato come se stessi soffocando, un pianto inarrestabile e la signora accanto a me mi passa un fazzoletto e non commette l'indiscrezione di chiedermi come mi sta succedendo e se me lo avesse chiesto non avrei saputo rispondere perché come faccio a spiegarle signora, che avrei dovuto visitarlo di più, che avrei dovuto essere lì quando diceva papà, che l'ho ucciso prima che morisse, come le posso trasmettere questa vergogna, che non c'è più tempo, come le spiego questa perdita, signora, come le spiego che ora devo affrontare il ciclo della vita ogni giorno con un altro amore in meno. (pp. 48-49)

L'uomo triangolo compie una traversata nelle macerie umane per poi risalire verso vette improvvise e vitali: è una lettura intensa che nella crudezza realistica nasconde slanci d'intimità pura e getta luce dentro un uomo che sogna la morte ma è condannato a rivivere tutto ciò che gli ha fatto del male, un personaggio che ha sofferto, sbagliato, in cerca di pace. Tutto in lui chiede salvezza e assoluzione, tutto chiede di essere perdonato. Attraverso l'accettazione del male subito come parte del gioco dell'esistenza. E con la promessa di cambiare il proprio modo di affrontare una vita che gli ha tolto tanto ma con la quale può ancora scendere a patti.  

Daniele Scalese