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Salvare l'umanesimo dal pericolo dell'uomo: "L'etica del viandante" di Umberto Galimberti

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L'etica del viandante
di Umberto Galimberti
Feltrinelli, settembre 2023

pp. 480
€ 22 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)


Umberto Galimberti ha scritto il libro definitivo sul percorso evolutivo dell’uomo, dall’antichità ai giorni odierni, sul piano della politica, dell’etica, del rapporto all’Altro e al pianeta. Questo libro si chiama L’etica del viandante, è uscito per Feltrinelli e ha tutte le premesse per diventare un classico del pensiero filosofico e sociologico contemporaneo. 

Galimberti parte dalle fondamenta della società e del pensiero occidentali: l’antichità classica e l’eredità giudaico-cristiana, due sistemi che hanno contribuito, sovrapponendosi o scontrandosi, a forgiare il modo in cui oggi viviamo nel mondo. Ci sarebbe, per esempio, lo Stato-nazione in cui sono organizzati i Paesi odierni, senza la Repubblica ipotizzata da Platone? E senza l’etica cristiana, che ha portato a separare l’interiorità dell’anima dall’intenzionalità della coscienza? Possono sembrare concetti validi solo a un livello di disquisizione filosofica elevato, ma non è così: con stile piano e divulgativo Galimberti crea connessioni tra gli snodi del pensiero filosofico e religioso del passato e certi fenomeni molto concreti del contemporaneo. Il caso non esiste, dunque meglio capire da dove veniamo e dove, forse, abbiamo sbagliato. 
“Spaesamento” significa che il paesaggio in cui quotidianamente viviamo non ci offre criteri a cui fare riferimento per riflettere sulla vita che conduciamo, sui comportamenti che pratichiamo, sulle idee che escogitiamo per giustificare le nostre condotte. E questo perché viviamo in un’epoca in cui i principi che nella storia hanno regolato le condotte non sono più così saldi, le regole si concedono alle deroghe e i problemi del presente […] cercano soluzioni la cui impronta etica appare dubbia, incerta, al limite del lecito, quando non oltre. (p. 315) 
Galimberti si concentra sul predominio della tecnica nel mondo contemporaneo, sull’assoluto tecnico che sembra aver soffocato ogni barlume di umanesimo e ha sostituito allo scopo condiviso un annullamento nel processo. Ci si è arrivati coniugando due percorsi evolutivi, quello tecnologico-industriale e quello filosofico che, passando attraverso Hegel, Max Weber, Nietzsche, Freud, ha tolto il primato alle qualità dell’uomo e ha sostituito la coscienza con l’automazione. «Così la tecnica da mezzo diventa fine», si sostituisce all’uomo che rinuncia alle ideologie e all’etica, diventa astorico, accoglie i populismi, congeda gli scenari umanistici e, infine, si fa sopraffare dalla macchina stessa:
L’età della tecnica ha abolito questo scenario “umanistico”, e le domande di senso che sorgono restano inevase, non perché la tecnica non è ancora abbastanza perfezionata, ma perché non rientra nel suo programma trovare risposte a simili domande. (p. 27) 
L’etica del viandante che Galimberti teorizza si delinea dunque come una prospettiva da adottare per salvare l’umano dal vicolo cieco in cui si è incastrato: caratterizzato dal nomadismo, il viandante ha coscienza del proprio transito temporaneo sulla terra e si apre a uno scenario cosmopolita e diversificato: denuncia la civiltà creata e normalizzata dall’Occidente – un tipo di società che si costruisce a scapito di altre, che calca le differenze e i confini nazionali – e soprattutto sostituisce all’etica antropocentrica quella «dove non l’uomo, ma la vita della Terra diventa la misura ultima di tutte le cose». 

Il viandante rinuncia al desiderio di trovare un senso all’esistenza e all’Universo, non se ne colloca più al centro e sceglie di condividerlo con chiunque altro: 
si rende necessaria un’etica che ne sia all’altezza, quindi un’etica planetaria, che non si limiti a rivendicare una fraternità universale fra gli uomini, ma anche una fraternità estesa a tutti gli enti di natura, perché è in questa natura e non altrove che l’uomo può vivere. (p. 439)
L’etica del viandante contiene molte cose: è in primis un manuale di filosofia, che traccia l’evoluzione dell’etica, della tecnica e del pensiero politico dai greci al nostro millennio. Contiene un’analisi attenta degli scenari economici e del dominio assoluto del mercato capitalistico sulle società occidentali contemporanee. Soprattutto, illustra una proposta concreta per porre fine al declino rovinoso che ha investito il pianeta, la difesa dei diritti umani e le democrazie: una proposta basata sul recupero del patrimonio culturale comune, sulla valorizzazione del pensiero critico e sul superamento di qualsiasi confine, ideologico, antropologico, geografico.

Michela La Grotteria