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Se addormentarsi fosse un miraggio o un motivo di terrore? "I donatori di sonno" di Karen Russell

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I donatori di sonno
di Karen Russell
BigSUR, gennaio 2023

Traduzione di Marina Testa
1^ edizione: 2014

pp. 158
€ 16 (cartaceo)


Noi delle Brigate Morfeo siamo ingegneri idraulici. Ridistribuiamo fondi, sogni, per eliminare la sete. E sono d'accordo, solo che è uno strano modo di aiutare i vivi, quello di dissotterrare continuamente mia sorella. (p. 56)

Certi romanzi si incontrano per caso: ho letto di I donatori di sonno in un articolo sui finalisti del Premio Lattes Grinzane 2023. Immediatamente, la trama mi ha attirata: un romanzo distopico che narra di un'epidemia di insonnia terminale? Cosa avrà inventato una penna sapiente come quella di Karen Russell, pluripremiata, arrivata in finale per il Pulitzer e considerata dal «New York Times» una delle scrittrici americane più talentose? 

Mi sono sembrate domande più che sufficienti per comprare il libro. Poche pagine, giusto per "dare un'occhiata", e mi sono ritrovata immersa tra gli abissi di un incubo, da cui però non mi sono staccata fino all'epilogo: la protagonista, Trish, è una giovane volontaria delle Brigate Morfeo. In un mondo in cui dormire è sempre più difficile, donare le proprie ore di sonno può tenere in vita decine di persone alla volta. E Trish lo sa bene, perché lei ha perso Dori: sua sorella, infatti, è stata una delle prime vittime di questa epidemia e da allora la scienza ha fatto pochi passi in avanti, nonostante le ricerche incessanti, perché nessuno sa come fermare l'insonnia. Insensibili ai sedativi e persino agli anestetici, i pazienti sono sempre più irrequieti e, dopo giorni e notti a occhi spalancati, il corpo e il cervello cedono, dopo terribili ore di agonia. Una morte terribile, e Trish ha ancora infitta nella memoria l'immagine di Dori, al suo UG (Ultimo Giorno): «A volte penso che il dottore giusto saprebbe aprirmi il petto e trovarla lì, mia sorella, incastonata dentro di me, come un viso su un medaglione» (p. 57). 

Ecco perché Trish racconta a tutti la sua storia, quasi ossessivamente, e ha messo a punto uno storytelling implacabile: rievocare il calvario di Dori le fa sempre nascere lacrime sincere; e quelle lacrime funzionano più di mille richieste o telefonate nel muovere a compassione i possibili donatori. La storia di Dori investe di responsabilità chi la ascolta e, molto spesso, poi le persone firmano i moduli per il consenso. Trish lo ha fatto anche con la famiglia Harkonnen, perché la loro figlioletta, nata da pochi mesi e chiamata per questioni di privacy "la piccola A", è l'unica donatrice universale di sonno che si è trovata finora. Nessuno sa come la piccola A abbia un sonno così puro e innocente, privo di sogni, e compatibile con tutti i pazienti; il suo è un caso purtroppo unico, al momento, ed è per questo che le Brigate Morfeo devono prelevare tutte le ore di sonno che si possono chiedere a una lattante. Se da un lato Trish capisce di doversi continuamente spendere per la causa, anche se questo significa manipolare la madre, facile all'empatia, e convincere in ogni modo il padre, più chiamato a difendere sua figlia che a salvare il mondo, dall'altro alcuni eventi iniziano a instillare dubbi in Trish.

In particolare, accade l'impensabile: un uomo, detto "Donatore Y", dona con le sue ore di sonno un terribile incubo, in grado di portare i contagiati a tanta disperazione da indursi volontariamente l'insonnia, a ogni costo, anche se questo è molto pericoloso e porterà di sicuro a una sorta di suicidio. Si tratta di un attacco terroristico? Un errore umano nel controllo dei sogni? Nessuno lo sa, ma il caso del Donatore Y semina terrore e apre nuove prospettive in quest'atmosfera già ampiamente angosciante. 

Si segue la vicenda con crescente curiosità, così come si spera in una svolta, qualcosa che rassicuri noi lettori alla fine dell'opera. Che arrivi o meno tale finale di speranza, Karen Russell è veramente straordinaria nel rendere verosimile questo universo così sconvolgente, soprattutto nella prima parte del romanzo. E ci introduce in un mondo in cui la scienza ha dei limiti e procede per tentativi, le persone sono, ancora una volta, donatrici, ma questo richiede generosità e un approccio molto lontano dall'ottica individualista del nostro presente. Le reazioni, manco a dirlo, sono specchio talvolta caricaturale, solo in parte deformante, di quanto faremmo noi in una situazione del genere. 

Attenta nel raccontare come le paure si trasformano in panico e instillare anche in noi lettori un'angoscia acuta, Karen Russell costruisce centocinquantotto pagine di suspense e interrogativi, incertezze e tentativi. È un procedere a tentoni, tra donne e uomini che non trovano pace, perché hanno perso quanto di più naturale possano avere, e ora il loro sonno dipende dalle politiche del governo, dalla generosità di emeriti sconosciuti, dalla capacità di sperare, malgrado tutto, in un futuro.  

GMGhioni