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Come e perché la donna è diventata un essere di serie B: l'analisi accademica di Ines Testoni ne "Il terzo sesso"

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Il terzo sesso - Perché Dio non è maschio e altre questioni di genere
di Ines Testoni
Il Saggiatore, giugno 2023

pp. 388
€ 24 (cartaceo)
€ 11,99 (e-book)


Sintetizzare un libro come questo non è facile, perché Ines Testoni, scrittrice, docente e psicologa, già autrice per Il Saggiatore, prende tutto ciò che sappiamo o pensiamo di sapere sul genere e sull'evoluzione della condizione della donna nel corso del tempo e lo analizza, lo sviscera dalle origini, citando scrittrici, scrittori, psicanalisti, personalità storiche. 
Il titolo "Il terzo sesso" potrebbe trarre in inganno perché in realtà questo non è un saggio che ci spiega cosa effettivamente sia il cosiddetto "terzo sesso" (ovvero la categoria di persone che non si riconoscono nel binarismo di genere uomo/donna), ma si concentra su come la specie umana - a ogni livello, politico, storico, comportamentale, psicologico, religioso - si sia divisa in due fazione aderenti al sesso biologico e come questa categorizzazione abbia portato la donna a diventare un essere subalterno.
Il focus di questo testo difatti non è tanto come si è arrivati oggi a una maggiore fluidità, ma come e perché la donna abbia subito la supremazia maschile: l'autrice, proseguendo la narrazione già messa in campo da Simone De Beauvoir, ci illustra le tappe che hanno recluso la figura femminile a semplice "addobbo" e, allo stesso tempo, anche quelle che hanno causato una presa di consapevolezza, primo passaggio verso la liberazione.
Le tappe includono il racconto della nascita di una mistica della femminilità che enfatizzava la famiglia tradizionale e dunque il ruolo della donna come moglie e madre; della discriminazione sessista non solo nella cultura popolare, ma anche in quella accademica; della definizione del concetto importantissimo di "agency", ovvero il potere di decidere di sé e del proprio corpo; del perché la subordinazione maschio/femmina porta al fenomeno del victim blaming; del significato di "cannibalismo" in una relazione non sana.
Potrei stare qui ore continuando questo elenco, perché il saggio di Testoni è ricchissimo di spunti
Le tematiche che tornano più volte, spesso prendendo fatti realmente accaduti come prove, sono le guerre, la rilettura della Storia, la figura dell'uomo come promotore della violenza, il modo in cui anche le parole declinate al maschile escludono la presenza stessa della donna, gli insegnamenti di Foucault. Anche la tematica dell'omosessualità viene ovviamente affrontata, partendo dagli assunti religiosi, gli stessi, che hanno fatto della donna una soggetto dominato:
Molti stereotipi relativi al mondo LGBTQIA+ derivano dalla convinzione che i rapporti eterosessuali complementari, ovvero che presuppongono dominazione e violenza da parte dell'uomo sulla donna, siano naturali, lasciando intendere che dunque non siano modificabili in quanto voluti di Dio così (p. 164)
Questo concetto è un leitmotiv all'interno del saggio e ci riporta anche al sottotitolo: "perché Dio non è maschio e altre questioni di genere". L'autrice si domanda effettivamente se sia giusto pensare alla divinità assegnandogli il genere maschile, ricordando che manca totalmente l'elemento femminile (se parliamo di fede cattolica cristiana, ad esempio) laddove nel pantheon degli dei romani, greci, indiani, giapponesi, nordici, vi è sempre stata la presenza di entrambi, dei e dee.
Tutto il discorso si espande a partire da un concetto semplice:
Il primo effetto culturale di questo pregiudizio consiste nell'uso del fallo come mezzo di dimostrazione della superiorità maschile: la donna è evidentemente più debole e se la natura è espressione di una dotazione iniziale che esprime un disegno divino, la virilità ne è la manifestazione, il maschio è quindi legittimato a esercitare il proprio dominio fisico alle stendo un territorio di terrore in cui controllare la donna (p. 186)
In poche parole: se Dio ti ha dotato di un pene, allora sei un essere superiore e per questo hai l'autorizzazione a fare ciò che vuoi. Dunque Testoni imputa una parte di colpa all'interpretazione errata e opportunistica di una casuale dotazione di cromosomi Y o X. Il problema chiaramente non è Dio, ma il modo in cui le persone veicolano un'immagine di Dio maschilista e il modo in cui le leggi stesse degli uomini rafforzino questo equivoco. 
I riferimenti sono veramente numerosi, l'autrice spazia dai testi sacri a Jung, dalle protofemministe a Vlad III, da Hitler a Simone Weil. C'è spazio per tutti in questo saggio, scritto con uno stile accademico, ricco di aggettivazione, con periodi lunghi e compositi. Probabilmente si potrebbe dire un testo femminista, anche se quando si tratta di assegnare un'etichetta a libri che invece che essere letti dovrebbero essere studiati, ci vado sempre coi piedi di piombo. 
E il terzo sesso, però? L'autrice propone in ultima battuta una soluzione: il superamento del binarismo di genere, delle barriere linguistiche che assegnano importanza solamente al maschio, tramite l'interpretazione della realtà in modo meno rigido, più attivo, a ogni livello - come ho detto all'inizio, politico, storico, comportamentale, psicologico, religioso - che non solo smettano di schiacciare la donna o di chiuderla in un angolo, ma che accettino l'esistenza di persone che non si riconoscono in questa suddivisione.
Consiglio la lettura a chiunque sia interessato al tema, a chi ama i saggi di stampo accademico ma di facile fruizione che ripercorrono la storia di come le donne abbiano subito il potere altrui senza potersi ribellare. In questo senso sì, il testo si può definire femminista.

Deborah D'Addetta