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"L'estate in cui sparirono i cani" di Cristò: una favola magica, una missione per la pace

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L'estate in cui sparirono i cani
di Cristò
Illustrazioni di Susy Zanella
Giunti, 2023

pp. 114
€ 12 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)


Tutti i cani del villaggio di Martondo sono scomparsi e Tonia sfida il Bosco Vecchio e i suoi misteri per ritrovarli. Spronata dal giovane Dino e guidata dal Vento Matteo, la piccola scopre una verità sorprendente: i cani si nascondono nell’antica Fortezza Bastiani, tenuta sotto scacco da un esercito insidioso, per evitare una guerra imminente. 
«Tonia lo sapeva bene perché lo aveva letto nei romanzi di avventura. Li preferiva lunghi e pieni di vicende rocambolesche e colpi di scena, battaglie, inseguimenti, astuzie e, perché no, un pizzico di magia. Le piacevano soprattutto i libri in cui il protagonista aveva la sua stessa età, anche se tutte le volte non poteva fare a meno di provare una cocente invidia nei suoi confronti. Sarebbe stata capace di altrettanto coraggio se si fosse trovata in una simile situazione? Sarebbe stata altrettanto agile, veloce, astuta? Avrebbe mai disobbedito alle ferree regole dei suoi genitori per vivere un’avventura come quella dei libri che amava?» (pp. 12-13)
Lo spirito dell’avventura guida Tonia in missione per l’intera comunità: non c’è in ballo solo il destino degli animali scomparsi ma anche la pace. Ripercorrendo le tappe archetipiche del viaggio dell’eroe di Vogler, la piccola coraggiosa protagonista vince ogni paura e ostacolo e, risolvendo il mistero delle sparizioni, va incontro a una scoperta ancora più inattesa. 

«"Noi cercheremo di non farli avvicinare" aveva abbaiato Napoleone. "Parleremo ai loro cavalli, proveremo a convincerli di quanto sia insensato galoppare verso una battaglia.» (p. 109) … «Il tuo compito è importantissimo. Prima dovrai nasconderti tra gli esseri umani di Martondo e convincerli che noi cani siamo tutti malati e ci siamo rifugiati nella fortezza abbandonata perché il nostro male non li contagi. Loro hanno molta paura delle malattie ed eviteranno di venire a cercarci. Poi, quando ci saremo mischiati ai Tartari, dovrai volare da noi e spargere in giro la voce che nella Fortezza Bastiani è arrivato un esercito imbattibile che sta solo aspettando di ucciderli tutti.» … «l’unico modo di vincere una guerra è evitare di farla» (p. 110) … «I cani che salivano sulla collina bianca del deserto per entrare nell’accampamento dei Tartari, pronti anche a morire per convincere quegli uomini sconosciuti della verità più banale che esiste: fare la guerra è sempre inutile.» (p. 132)

Il mistero è svelato: gli animali di Martondo sono scomparsi per evitare una guerra insensata come ogni guerra. Sono loro a dover garantire la pace tra esseri umani che da soli non sono in grado di conservare. Ed è quindi nella seconda parte che emerge il grande messaggio del racconto di Cristò, che punta ciò che aveva cercato nei suoi romanzi: la speranza. Lo aveva fatto nell’iconico La Carne, dalle cui pagine finali riaffiorava una luce di speranza universale, e secondariamente in La meravigliosa lampada di Paolo Lunare, che donava un’occasione a una coppia separata dalla morte. Di quei romanzi resta la dolcezza, una lieve malinconia, la ricerca di simboli: la simbologia narrativa di Cristò richiama dichiaratamente quella di Buzzati – che la favola pubblicata da Giunti rievoca di continuo – e questi elementi vengono contaminati dall’entusiasmo e la curiosità di una protagonista vivace, sensibile, acuta. 

L’estate in cui sparirono i cani è una missione per la pace, una favola sincera, immaginifica e portatrice di umanità, significativa per un pubblico giovane ma stimolante anche per un lettore adulto e valorizzata dalle magnifiche illustrazioni di Susy Zanella, dominate dal colore verde: quello del bosco e della natura, luogo in cui le rigide regole umane si smarriscono lasciando campo all’armonia, la condivisione e l’ascolto. 


Daniele Scalese