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«E alle spalle tutta quella terra senza nome»: in "Oro puro" saliamo con Fabio Genovesi sulle caravelle di Colombo

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Oro puro 
di Fabio Genovesi
Mondadori, giugno 2023

pp. 444
€ 20 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

La scoperta più importante del mondo, che l'ha sconvolto e stravolto e cambiato per sempre, è capitata per caso e per sbaglio, tanto che il suo scopritore non se n'è mai reso conto. (p. 428)

Quando il sedicenne Nuno resta orfano di madre e solo con la zia Blanca, prostituta del porto di Palos, non ha la minima idea di cosa fare del suo futuro: sente di aver perso il suo amore più grande ed è senza una vera meta. Ecco perché, quasi per caso, quasi per fuggire da quel dolore, si trova a far parte dell'equipaggio della Santa Maria, una delle tre caravelle che stanno per solcare l'oceano, con l'obiettivo di raggiungere le Indie esplorando una nuova rotta. 

Nuno non sa niente del mare, benché lo abbia sempre osservato da lontano, né conosce l'Ammiraglio Cristoforo Colombo, verso cui tutti portano uno straordinario rispetto. Poi, però, gli arriva un'occasione speciale per entrare in comunicazione con lui e frequentare la sua cabina: lì, per la prima volta, leggere e scrivere, doni lasciati da sua madre, gli torneranno utili. Anzi, fondamentali per rendersi insostituibile. È proprio Nuno a scrivere le lunghe lettere per i reali di Spagna e il diario di bordo, sotto dettatura di Colombo in persona: il viaggio che prende forma sulla carta è però trasfigurato dalla forza immaginifica e mistificatoria dell'Ammiraglio; i giorni in mare si fanno così più poetici, avventurosi e affascinanti rispetto al percorso pieno di insidie che si trovano davanti i marinai.  

E l'equipaggio si chiede cosa faccia quel ragazzino tanto sprovveduto insieme a Colombo. Un equipaggio che resta ben fisso nella nostra memoria. Bastano poche pagine per capire che Alonso è una figura colma di una sua ruvida poeticità, testimoniata dalla sua bella voce che canta pezzi in grado di smuovere il più duro dei cuori. Nella sua mente e nei suoi discorsi torna continuamente la moglie Alma, e questo è motivo di continue ma bonarie prese in giro dal resto della ciurma. Diversamente da Alonso, il Biondo, così soprannominato, non emette suono dalla sua bellissima bocca, ma bastano il suo aspetto e il suo sorriso a rasserenare tutti. Più scostante e violento è Martin, abituato a prendersela con l'ultimo arrivato. A loro si aggiungono il timoniere Pedro con la sua preziosa clessidra veneziana, il nostromo balbuziente Domingo e molti altri personaggi che pian piano movimentano la vita sulla nave. Sì, perché sulla nave staremo a lungo insieme a Nuno e agli altri. E ci vorrà tempo perché Nuno impari a stare in piedi su una nave senza soffrire di una terribile nausea o perché l'equipaggio smetta di chiamarlo "scemo" o "cretino" per la sua ingenuità. 

È proprio il viaggio a segnare la prima sezione del libro, intitolata significativamente "Andata", che passa poi il passo a "Esplorazione", parte centrale del romanzo, dove Nuno insieme a Colombo e agli altri esplora quelle isole straordinarie, paradisiache, e fa numerosi incontri con gli indigeni. In particolare, però, Fabio Genovesi prepara per il suo protagonista l'incontro più straordinario di tutti: il primo amore, quello che resterà per sempre nella memoria di Nuno, anche da anziano (è infatti a un io narrante ormai attempato che è affidata la narrazione di tutta la storia). Nuno resta letteralmente folgorato da una bellissima ragazza isolana; nonostante le difficoltà iniziali a spiegarsi, i due trovano un modo tutto loro per rassicurarsi a vicenda e per mandarsi messaggi inequivocabili d'amore. Tra momenti insieme e periodi di lunghe separazioni, Nuno e Lei (così si fa chiamare la ragazza) continuano a cercarsi, di nave in nave, di isola in isola. 

Ben diverso è l'approccio alle isole da parte di Colombo e dei fratelli Pinzón, al timone delle altre due caravelle: non sono tanto le straordinarie forme di flora e di fauna a interessarli, né vogliono entrare in comunicazione con gli abitanti locali per interesse antropologico; al contrario, tutto è finalizzato alla ricerca dell'oro. E questo è un tema che, presente fin dal titolo del romanzo, viene declinato da Genovesi in varie forme, perché, come vedrete nel corso della lettura, la ricerca avida e senza freno della ricchezza può portare a violare qualsiasi diritto umano, ma c'è anche un "oro puro" diverso, naturale e luccicante ben più del metallo prezioso. 

A chiudere il romanzo giunge poi la terza e ultima parte, "Ritorno", dedicata a un complesso e per molti versi fortunoso viaggio di rientro in patria, segnato però da sentimenti profondamente contrastanti per il nostro protagonista, in merito a questioni che non posso anticipare. 

Esperto affabulatore del mondo dei più giovani, Fabio Genovesi costruisce un romanzo di formazione ambientato a partire dal 1492: qui, i fatti storici sono abitati dai suoi personaggi e anche un semplice mozzo come Nuno trova uno spazio speciale all'interno dell'esplorazione, senza che si riduca a personaggio finzionale "incollato" su uno sfondo storico. Al contrario, tutte le dimensioni della narrazione sono ben fuse tra di loro, per cui, accanto alle problematiche della navigazione, operiamo un'ulteriore esplorazione: l'interiorità di un sedicenne alle prese con la ricerca di una propria identità, di un riscatto forse, certamente dell'amore, senza ripudiare mai le proprie origini. E per fare tutto ciò il ragazzo deve confrontarsi con chi nel mondo adulto è entrato da decenni, talvolta dimenticando l'umanità in nome di un abbaglio di ricchezza. 

GMGhioni