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«La violenza ci aveva obbligate a un apprendistato duro. Un cambiamento irreversibile»: "L'estate brucia ancora", il romanzo d'esordio di Chiara Fina

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L'estate brucia ancora
di Chiara Fina
Guanda, 2023

pp. 432
€ 19 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


«A tredici anni ho incontrato il primo uomo cattivo della mia vita e da allora non mi fido degli altri. Eppure, oggi non ho più paura. Non temo più le entità là fuori. Il velluto cupo della marea, i rami che picchiano alla finestra.
Temo la polvere che si accumula su quel vaso senza fiori. I chiodi di garofano nella tisana che bevo a colazione da una tazza senza manico, con le dita in bilico per non scottarmi. I flaconi degli ansiolitici riposti in ordine alfabetico nell'armadietto del bagno. Una visita inattesa». (p. 28)
Il 21 settembre 1986 è un giorno indelebile nella memoria di Carlotta e di Emma: è il giorno in cui le due ragazze hanno incontrato "l'alieno", un uomo che non ha nome, ma che ha elementi fisici che tornano con tutta la loro prepotenza nella memoria delle ragazzine. Carlotta, tredicenne, ha ricordi sbiaditi, quando si risveglia in un letto d'ospedale, davanti ai suoi genitori in lacrime: cosa è successo davvero? La tredicenne ricorda a mala pena che quell'uomo sconosciuto ha provato a rapire Emma, poi però non sa esattamente cosa sia accaduto. Dunque, perché si trova lei in un letto d'ospedale? E cosa ne è stato della sua migliore amica? 

La preoccupazione corre subito verso Emma: sarà che per una ragazza introversa e riservata come Carlotta non è mai stato semplice fare amicizia, mentre quella ragazza l'ha colpita subito, a cominciare da alcune sue caratteristiche fisiche, speculari rispetto a Carlotta: «pelle di cotone, criniera ramata. Più che una forestiera di nazionalità italiana, pareva una turista d'oltremare. Una fata malinconica e seria, che si faceva largo tra gli sconosciuti come fossero rami da schivare» (p. 42). Le due si sono incontrate a un concerto dei Welch, i genitori di Emma, ex Sessantottini, molto amati nel paesino salentino di Cesinole, dove si ambienta la vicenda. E da allora hanno capito che quella sarebbe stata la loro estate. Certamente non potevano immaginare che la loro amicizia sarebbe stata messa a dura prova dalla violenza di un uomo. Violenza che viene ricordata meglio dal corpo che dalla mente di Carlotta, che ha subito un forte trauma fisico, ma che forse prova a cancellare parte della memoria per salvaguardare un po' di equilibrio
«È inutile, il corpo è un terriccio fertile per il passato, possiede più memoria di quanta la mente ne avrà mai» (p. 277) 
Eppure, alla rimozione Carlotta preferisce sempre la verità: 
«Se devo scegliere tra ciò che conosco e ciò che non posso sapere, scelgo quello che so per certo» (p. 418). 
Difficile è, semmai, ricostruire l'accaduto, visto che Emma se ne è andata. Sì, perché la loro amicizia vive di lunghe giornate estive insieme e di mesi interi trascorsi ognuna nella propria realtà, come se Cesinole distasse anni-luce dalla casa di Emma.   

Mentre seguiamo da un lato l'estate dell'1986 e le successive, dall'altro affrontiamo il presente di Carlotta: fin dalle prime pagine, infatti, scopriamo che è andata a vivere a Castro con la madre, per assisterla durante la sua malattia; Emma, invece, non c'è più: è stata uccisa e lo scopriamo fin dall'inizio, ma non sappiamo né da chi né come o quale sia il movente. L'arrivo del figlio di Emma, Michele, a casa di Carlotta fa il resto: scuote l'indolenza in cui si è chiusa la donna, ma la riporta anche a rivangare ricordi che bruciano ancora:
«Il passato è un vaso andato in frantumi: raduni i pezzi, li togli dal pavimento. Finché un giorno non ti pungi il tallone e ti accorgi che te n’era sfuggito uno, rimasto sul tappeto come un segreto invisibile». (p. 275)

Tra passato e presente, ci muoviamo con il desiderio e, al tempo stesso, la paura di svelare cosa sia successo a Emma; d'altro canto, vogliamo scoprire se Carlotta sia riuscita a ricostruirsi una vita, ben consci che una ferita come quella che ha subito difficilmente potrà rimarginarsi completamente.  

Con uno stile ricco, che spesso fa della metafora e della similitudine le vie preposte a far comprendere al lettore le emozioni della protagonista, L'estate brucia ancora è un esordio narrativo di grande intensità, che sa raccontare il dolore senza sconti. Accanto alle ombre dell'animo umano troviamo però anche il sostegno dell'amicizia, il tentativo di farsi forza per salvarsi dal ricordo, dalle proprie paure e dal pericolo di chiudersi completamente in se stessi. Questo rende il romanzo un'opera molto densa, non sempre facile da accettare per la sua crudezza; eppure c'è anche tanta vita che controbilancia la violenza. E non possiamo che sperare in un po' di salvezza. 

GMGhioni