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«Era un miracolo. Era un tempo di gioia, di meraviglia»: l'epistolario di Pedro Salinas e Katherine Whitmore in «Senza che nessuno capisca»

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Senza che nessuno capisca. Lettere a Katherine Whitmore (1932-1947)
Traduzione di Chiara Errichiello (per L'amata di Pedro Salinas, di Katherine Whitmore, traduzione di Giovanni Pontano)
La Noce d'Oro, 2022

Prefazione e cura di Enric Bou

pp. 520
€ 20,00 (cartaceo)


Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è come un lampo...
(La voce a te dovuta)

Se pensiamo a Pedro Salinas, subito ci vengono in mente versi bellissimi di alcune delle poesie di La voce a te dovuta, una delle raccolte più famose, uscita nel 1933 e ispirata a un amore puro e dolcissimo, a cui seguirono Ragioni d'amore (1936) e Lungo lamento (1938). Ma questo sentimento era una finzione letteraria o era ispirato da una donna reale? Per lungo tempo la critica se lo è chiesto, non tanto per dare compiutezza o ragione d'esistere a queste liriche, che anzi, come tutte le poesie e le produzioni, poetiche o narrative, vivono di loro stesse e del sentimento che riescono a raccontare, sia esso realmente situato o solo immaginato, ma per completare il disegno biografico di uno dei poeti più famosi di sempre, nato e cresciuto in Spagna ma oggi famoso in tutto il mondo. Le sue parole sono state citate, raccolte in biglietti profumati scritti da amanti appassionati, inseriti in scatole di cioccolatini o pronunciati in un soffio per raccontare un amore di cui non si sarebbe riusciti a parlare con altre parole. Tutto ciò ci regalano i poeti ed è per questo che è un'esperienza profonda e particolare leggere le loro lettere, soprattutto quando queste corrispondenze varcano i confini della sfera intima e privata e vengono donate al pubblico dagli stessi autori o dalla stessa destinataria, come in questo caso.

Sin dalla morte di Pedro Salinas, nel 1951, sono stati pubblicati diversi articoli riguardo l'identità del "tu" de La voce a te dovuta, Ragioni d'amore e Lungo lamento. Io sono rimasta in silenzio, ma adesso che sto per donare i manoscritti di Pedro, le lettere e gli esemplari unici delle sue poesie alla biblioteca di Harvard, sembra doveroso includere un breve resoconto del legame che li ispirò.  (da L'amata di Pedro Salinas, p. 501)

Tre anni prima di morire, infatti, la stessa donna donò l'epistolario alla Houghton Library dell'Università di Harvard, in cui è presente gran parte del materiale d'archivio di Salinas, insieme ad un testo di nove pagine, L'amata di Pedro Salinas, in cui ripercorre la storia tra lei e il poeta. La donazione, però, non fu scevra di dubbi né priva di tormento. A Jorge Guillén, comune e fedele amico dei due, la stessa scrisse:

I manoscritti sono ora pronti, ma, Jorge, è molto difficile per me lasciare lettere così appassionate perché le legga e ne scriva qualche studioso. [...] Sai che le ho sempre protette con grande cura, anche da te. Non è un'invasione della privacy? E' una decisione che prenderò, ma è difficile. (dalla Prefazione p. 15)

Ma chi è questa donna misteriosa? Katherine Reding (poi Whitmore) è una giovane ragazza americana, che, dopo una laurea in lingua e letteratura spagnola, decide di trascorrere in Spagna l'estate nel 1932 per seguire un corso sulla generazione del 1898, tenuto proprio da Salinas. Alla prima lezione la ragazza arriverà in ritardo, essendo così costretta a sedersi tra gli ultimi posti rimasti liberi, in una posizione scomoda. Tuttavia Pedro la vede ed è un lampo, un innamoramento fulmineo e immediato, che non lascia scampo e che lo accompagnerà per diversi anni. Un invito a cena, strategicamente esteso all'amica, poi diversi incontri, più o meno casuali e infine una relazione epistolare che evidenzia una passione bruciante e sospesa nel tempo, mai davvero divampata nel fuoco generatore dell'amore reale. Un rapporto platonico ma quantomai reale, vissuto da Pedro con sofferenza e al contempo gioia liberatoria, per una vita la sua, già legata ad un'altra donna.

Il resoconto di Whitmore ci parla di un amore lontano nel tempo, dolce e delicato e allo stesso tempo irresistibile:

Gli inviti di Pedro, ovviamente, includevano Miss Bourland, ma lui ed io ci incontravamo in momenti casuali, di tanto in tanto e mi resi conto di cosa stava succedendo. Io ne ero lusingata, abbagliata, rapita. [...] In quanto a me, ricambiai il sentire di Pedro senza alcuno scrupolo di coscienza o senso di colpa. Aveva tessuto cerchi di magia attorno a me col suo dono di parole e visione poetica. Ero in un altro mondo. Era un miracolo. [...] Era un tempo di gioia, di meraviglia. (da L'amata di Pedro Salinas, p. 504-5)

Una lunga e persistente memoria di quell'estate del 1932 li porterà a rinnovare i loro sentimenti attraverso le lettere e ora anche i viaggi del poeta spagnolo in America assumono un significato ulteriore. Tuttavia gli anni passarono, la vita fece il suo corso e in questi casi i ricordi, anche quelli più luminosi, si affievoliscono e perdono parte del loro splendore quando si scontrano con la realtà. Così, come dice la stessa Whitmore:

La realtà ha cominciato a filtrare attraverso le nuvole del nostro amore in sospeso (da L'amata di Pedro Salinas, p. 507)

Questo non si desume solo dalle lettere, in un lungo carteggio, che durò dal 1932 al 1947, ma anche dalle poesie della trilogia prima citata. Infatti, i rapporti tra le missive e le raccolte sono costanti, e i molteplici rimandi, echi più o meno scoperti (talvolta le poesie stesse), intessono una trama fittissima. Infine, oltre a ciò sono riconoscibili anche rimandi alla composizione stessa del libro.

Tuttavia, il fulcro resta sempre il sentimento che lega i due; l'amore è l'unico vero tema dell'epistolario:

Ci muoviamo in un ambiente claustrofobico. [...] Il mondo che traspare da queste carte è un mondo ossessivo, incentrato su un unico tema: il rapporto tra i due. E con pochi satelliti: gli alti e bassi dell'amore, il dolore causato dalla distanza, la gelosia, il problema della doppia vita, il sentirsi giovani nell'età adulta..." (dalla Prefazione, p. 11)

Effettivamente, in queste lettere vediamo Salinas dare corpo e voce a quel tu che nelle sue poesie aveva finora affascinato senza che avesse una fisionomia esatta, e il sentimento che lo anima lo pervade completamente, fino ad essere l'unico tema, ma d'altronde, come già diceva De Andrè, "l'amore ha l'amore come solo argomento": ed è così che questo epistolario, pubblicato per la prima volta in Italia da La noce d'oro, giovane e promettente casa editrice, assume un valore altissimo, sia per gli studiosi del poeta spagnolo che per i semplici appassionati.

Valentina Zinnà