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"La vita bugiarda degli adulti": i due volti di Napoli e l'evoluzione di un'adolescente

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La vita bugiarda degli adulti
miniserie tv in 6 puntate tratta dal romanzo di Elena Ferrante
regia di Edoardo De Angelis
distribuita da Netflix

Quann si' piccirill, ogni cosa te pare grossa. Quann si gross, ogni cosa t'pare nient.

Il 2023 si è aperto con una delle miniserie più attese in assoluto, quella tratta dal bel romanzo dell'autrice napoletana Elena Ferrante, La vita bugiarda degli adulti (E/o, 2019), prodotta da Netflix per la regia di Edoardo De Angelis (qui la recensione del romanzo).

Ambientata a Napoli negli anni '90, la storia si apre in una lussuosa casa del Vomero con la giovanissima Giovanna (l'esordiente Giordana Marengo) che sente l'adorato padre (un bravissimo Alessandro Preziosi) riferire alla moglie come la figlia stia facendo il viso brutto della sorella, la zia Vittoria, cancellata per una qualche misteriosa ragione dal ménage familiare. 

Ed è in questo preciso istante che si crea uno strappo, un punto di rottura, perché nella sua mente Giovanna smette di essere quella brava bambina che da sempre cerca di compiacere gli adulti per iniziare una vera e propria fase di ribellione. 

Ecco quindi che chiede di conoscere Vittoria (interpretata da Valeria Golino) e, insieme a questa zia sgraziata ma autentica, imparerà a conoscere una parte di sé che fino ad allora le era sconosciuta, insieme al vero volto della città di Napoli.

Quanti già conoscono e apprezzano Elena Ferrante sanno quanta importanza abbia proprio Napoli all'interno delle sue storie; ebbene, se già nella tetralogia de L'amica geniale (primo volume pubblicato da E/o nel 2011, qui la recensione) essa acquisiva il ruolo di uno dei protagonisti delle vicende, ne La vita bugiarda degli adulti possiede una rilevanza ancora maggiore.

Pare infatti che la vita di Giovanna sia nettamente scissa in due parti: nella parte alta della città, nel Vomero ed a Posillipo si svolge la sua esistenza "bambina", al riparo dalle brutture della vita, accudita da un padre professore che si professa di sinistra più per moda che per convinzione (un moderno radical chic), da una madre devota all'uomo che ha sposato e dagli amici dei suoi genitori, anch'essi fieri portatori di un'ideologia politica che mal si coniuga con le loro abitudini. 

Nella parte bassa di Napoli, invece, nei rioni, Giovanna è per tutti Giannina, ed è qui che la zia vive e fa da guida spirituale alla giovane che scopre con curiosità e meraviglia luoghi e persone dei quali non aveva mai sentito parlare (bellissima ed emblematica è la scena nel corso della quale la madre di Giovanna le dà uno stradario e la incita a studiarlo per sapere com'è realmente fatta la sua città).

Giovanna si trova così a rincorrere e ad ammirare una zia che le fa scoprire cosa sia la religione, l'affetto sincero che non conosce sovrastrutture, e le fa conoscere la famiglia dell'uomo che ha amato in passato e che non ha mai smesso di amare. Soprattutto, però, Vittoria insegna a Giannina una lezione che lo spettatore non dimenticherà, e che la giovane stessa interiorizzerà e che le consentirà di crescere e di comprendere le scelte degli adulti che prima le parevano sconsiderate:
L'amore non è pulito. È opaco.
La vita bugiarda degli adulti è una miniserie che non delude le aspettative dei fan di Elena Ferrante e che trae la sua forza da un cast davvero notevole, sul quale primeggia senza dubbio la giovanissima promessa Giordana Marengo, che con bravura notevole riesce a farci percepire tutto il dolore che prova una giovane quando scopre essere adulti non è così facile e felice come le è sempre stato fatto credere, e che ben sintetizza con una frase il suo bisogno di affetto e accettazione (così comuni durante l'adolescenza):
Mi sento brutta, di cattivo carattere, e tuttavia vorrei essere amata.
Una menzione d'onore va senza dubbio tributata ai ragazzi che interpretano i figli dell'uomo amato da Vittoria, e soprattutto a Valeria Golino, nei panni di una donna carnale e passionale che ben rappresenta l'anima più autentica della città di Napoli: con una recitazione potente, basata in gran parte sulla fisicità, si contrappone in maniera fortissima ed efficace al fratello, ma al contempo riesce ad essere materna e accogliente nei confronti della nipote.

La vita bugiarda degli adulti è una serie che spinge lo spettatore al binge watching, ma consiglio di rivederla almeno una seconda volta per assaporare con maggiore calma tutte le emozioni che traspaiono da questa storia fatta di passione, crescita e scoperte.

Ilaria Pocaforza