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Una fenice che rinasce dalle sue ceneri, né uomo né donna: "Julie" di Ida Amlesù per Sonzogno Editore

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Julie
di Ida Amlesù
Sonzogno Editore, novembre 2022

pp. 544
€ 19,90 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)


Partiamo subito da un assunto: la protagonista di questo romanzo storico, ambientato per lo più a Parigi ai tempi di Luigi XIV, il celeberrimo Re Sole, è realmente esistita. Una donna passata dal mito alla leggenda per le sue doti di spadaccina e per essere stata primadonna dei teatri della Francia grazie al suo talento per il canto. 
Questo romanzo, dal titolo "Julie", dell'autrice Ida Amlesù e pubblicato da Sonzogno Editore, prende in larga parte spunto dalle vere avventure amorose e non di questo personaggio sui generis, senza allontanarsi troppo dal reale, ma con la giusta dose di finzione. Parliamo pur sempre di una donna del Seicento e l'autrice deve aver fatto una grande ricerca per delineare il suo carattere e quello degli altri personaggi (molti dei quali, a loro volta, realmente esistiti).
La trama allora: Julie D'Aubigny nasce nobile, ma passa la vita a fuggire, dal Conte Louis d'Armagnac e dal luogotenente delle guardie reali La Reynie. Fugge perché non vuole sottostare alle regole del suo tempo, perché si ribella a un matrimonio combinato e perché il Conte la tratta come un fantoccio, un giullare di palazzo. Nonostante l'agiatezza - la famiglia di Julie è strettamente legata alla corte del Re - sceglie la via più difficile: il travestimento, l'esilio e la lotta
Formidabile spadaccina, attraverserà le prime fasi del romanzo combattendo contro tutto e tutti, affiancata da un personaggio ambiguo di nome Séranne. In una delle sue innumerevoli fughe dalle guardie reali incontrerà la delicata Madeleine, con la quale intesserà una storia d'amore struggente
Certo, una parte di me sapeva che non saremmo mai riuscite a fuggire il mondo, per quanto rapidi fossero i nostri cavalli. Ma Madeleine, nella sua innocenza, pareva crederci, e io volli illudermi con lei. La nostro felicità lottò, con le unghie e con i denti, per esistere. (p. 245)
Incontro altrettanto importante sarà quello con Maréchal, ex stella del teatro parigino, ora in disgrazia, che la eleggerà sua protetta e che perseguirà la missione di fare di lei la più grande cantante lirica di Francia. Difatti, la nostra protagonista non solo possiede un fulgido talento nella scherma, ma anche nel canto e nella musica. Una buona parte della trama sarà dedicata alle sue lezioni, di canto, di portamento, di modi, di conversazione, e nella lirica Julie troverà un luogo di pace in cui rifugiarsi e tramite il quale vendicarsi di tutto il male ricevuto. Nel contempo però, a causa del suo carattere ribelle e del suo dolore inconsolabile, cadrà innumerevoli volte e rinascerà altrettante, come una fenice dalle proprie ceneri, cambiando di volta in volta aspetto, abiti, voce, comportamento, né uomo né donna, un ibrido fuori dalla legge e fuori dal tempo. Verrà imprigionata, torturata, scomunicata, condannata a morte, tradita dai suoi amici, calunniata e denigrata, ma riuscirà, grazie alla caparbietà e all'aiuto indispensabile di alcuni "angeli buoni" a diventare ricca e famosa, la stella più ricca e la più famosa di Francia.
Esiste qualcosa di più potente del Re, a Parigi, ed è Parigi stessa. Finché ti porterà in trionfo, sarai salva. (p. 267)
Tutte le Julie che ero stata avevano cessato di essere. Ero una specie d'ombra; non avevo radici, non avevo ricordi. Potevo ridisegnarmi, adesso, ricostruirmi, ridipingermi da capo. (p. 273)
Si potrebbe quasi dire che la Julie di Ida Amlesù sia un'antieroina: dal cuore nero, spietata, eppure fortemente passionale, bisessuale, libertina, opportunista, ma sostanzialmente incattivita dalla crudeltà del mondo, Julie cerca solo di sopravvivere a modo suo, senza ignorare le proprie pulsioni e la propria vendetta sottile. Per farlo, cambierà pelle e nome, Julie D'Aubigny, madamoiselle de Maupin, Julie Maupin, Émilie Roux (il nome di sua madre, sulla cui fine pende un mistero che Julie dovrà risolvere, una sorta di sotto trama) come una trasformista, indossando spesso e volentieri più i panni di uomo che quelli di donna.
La ricostruzione storica di Parigi, di Marsiglia, di Poitiers, di Versailles, è dettagliata e denota, anche qui, una grande ricerca da parte dell'autrice. Come pure ricchi di dettagli e termini tecnici sono tutti quei passaggi dedicati alla musica, al canto lirico, all'apprendimento delle arie da cantare in teatro.
La prosa è quasi da manuale, una scrittura liquida, che rende la lettura scorrevole. Il racconto è pressoché tutto in prima persona, quindi è la stessa Julie che ci parla, raccontandoci senza retoriche la sua vita straordinaria, eccezion fatta per alcuni "Intermezzi" tra i vari blocchi narrativi, che presentano stralci di lettere di personaggi corollari, tramite i quali capiamo di più del modo in cui la gente vede e giudica Julie.
Si riverbera in questa storia, e forse qualcuno lo avrà già notato, lo spirito d'avventura e di vendetta tipico dei romanzi di Alexandre Dumas padre, ovviamente su tutti "I tre moschettieri" e "Il Conte di Montecristo". Julie possiede lo stesso ardore, lo stesso fuoco che la brucia dall'interno, un carisma difficile da ignorare e la sua vendetta ci sembra la nostra vendetta. Non è tuttavia un personaggio con cui è facile entrare in empatia, nonostante la lotta giusta e sacra che porta avanti, e questo perché compirà atti equivoci, sbagliati persino, ma in fondo tutti volti alla propria salvezza disperata.
Il finale è al fulmicotone, degna conclusione alle sue peripezie. 
Lo consiglio agli appassionati del romanzo storico, a chi ama leggere storie di donne straordinarie e coraggiose e a chi è appassionato della Parigi degli anni splendenti di Re Sole.

Deborah D'Addetta