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Lo Sherlock Holmes parigino: Valentin Verne ci appassiona con "L'ufficio degli affari occulti"

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L'ufficio degli affari occulti
di Éric Fouassier
Neri Pozza Editore, novembre 2022

Traduzione di Maddalena Togliani

pp. 336
€ 20 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)


Questo di Fouassier è uno di quei romanzi facili, scorrevoli, accoglienti in un certo senso. Si potrebbe dire sia un romanzo d'intrattenimento, perché sappiamo già che il protagonista ed eroe della storia non morirà mai, come quando guardiamo una serie tv e capiamo già dalle prime battute che, qualsiasi cosa accada, lui se la caverà sempre.
E lo dico in senso positivo perché di libri così, a volte, il lettore ha bisogno: si inizia una lettura con la calda consapevolezza che i protagonisti sbaraglieranno il Male e ne usciranno più o meno indenni.
Neri Pozza pubblica "L'ufficio degli affari occulti" il novembre appena passato, un libro atteso che ha riscosso un successo incredibile in Francia, uno dei più venduti su Amazon nella categoria "Narrativa gotica".
E a buona ragione: il protagonista, Valentin Verne, una sorta di "giustiziere della notte" bello e intelligente, moltissimo mi ha ricordato Sherlock Holmes. Mi arrischio a dire che Verne sia quasi un gemello parigino dell'investigatore ideato da Doyle, possiede lo stesso fascino, lo stesso acume e la stessa capacità di sopravvivere a ogni circostanza, anche la più sfavorevole, e anche quando sembra che stia per passare all'altro mondo, ecco che un colpo di genio o di fortuna interviene a salvarlo.
La sua storia ci porta a Parigi, al tempo della monarchia di Luglio (1830-1848) dunque un periodo fortemente instabile che vede lo scontrarsi dei fautori della monarchia e quelli della repubblica. Valentin Verne, un poliziotto della Buon Costume, vede trasferirsi alla Sûreté a causa del suicidio di un rampollo di una famiglia importante della città. Compito di Verne è scoprire perché il giovane, Lucien Dauvergne, si sia inspiegabilmente ucciso.
L'indagine corre su
due binari: da una parte, Verne persegue la sua ricerca del Vicario, un mostro che rapisce bambini, li tortura e ne abusa, dall'altra parte deve risolvere il mistero della morte di Lucien (facendo affidamento sulle sue conoscenze in fatto di chimica e scienze e sul suo istinto infallibile) che tutto è tranne che un semplice suicidio e che sembra ammantato da inspiegabili tocchi di soprannaturale.
"Ho capito. Quindi non esiste, oggi come oggi, una droga capace di privare un uomo della sua volontà e di provocare, a sua insaputa, una forma di sonno da sveglio e di deliri violenti?"
"Non che io sappia, in ogni caso".
Valentin fece una smorfia. Quando Félicienne aveva parlato dei metodi originali del dottor Tusseau, aveva immaginato che il medico ricorresse a certe sostanze dagli effetti deleteri. (p. 191)
E altrettante saranno le linee narrative: la storia alterna il punto di vista di Valentin Verne a quello di Damien, un bambino nelle grinfie del Vicario, assiduamente cercato dal protagonista, che ci parla della sua tremenda esperienza da prigioniero tramite le pagine del suo diario.
Molti saranno i colpi di scena in questa lotta personale e non contro il crimine, e come ogni eroe che si rispetti, Verne avrà dalla sua alleati importanti, come Vidocq, un misterioso ex poliziotto e galeotto, Félicienne, sorella di Lucien, e la bella attrice Aglaé Marceau che, se Verne rappresenta Sherlock Holmes, veste i panni della sua Irene Adler.
Come pure molti saranno i nemici e "i cattivi" da eliminare, i tradimenti, le lotte, gli scontri fisici.

Come le avventure di Sherlock, anche Verne vivrà periodi dedicati alla risoluzione di misteri e periodi dedicati all'azione: il suo ruolo di redentore, ereditato dal compianto padre Hyacinthe Verne, lo porterà, e noi con lui, ad attraversare una Parigi credibile, sporca, brulicante d'umanità povera e ricca, passando dai sobborghi più lerci alle dimore più nobili. Molti degli eventi politici poi sono realmente accaduti, cosicché abbiamo una storia di finzione soprannaturale ed esoterica, quella di Verne, ambientata nel reale contesto storico di Parigi in quegli anni tumultuosi.
Si tratta di un primo volume di un ciclo, l'autore ha dichiarato che al momento sta scrivendo il terzo, mentre impazza in Francia il successo del secondo volume delle avventure di Verne. Ovviamente, trattandosi di un romanzo non concluso, la storia ci lascia con degli irrisolti: alcuni cattivi sono riusciti a sgusciare via dalle pinze della giustizia, Verne non ha ancora catturato il Vicario e non sa proprio come comportarsi con la bella Aglaé, che ovviamente è innamorata di lui.
Lo consiglio vivamente agli amanti dei mistery e dei romanzi dedicati alla risoluzione di enigmi affascinanti, ma soprattutto a chi ama l'occultismo e il soprannaturale.
Attendiamo allora il secondo volume che in francese prende il titolo di "
Le Fantôme du vicaire", "Il fantasma del Vicario", e che, incrociando le dita, spero non tardi a essere pubblicato.

Deborah D'Addetta