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#SalTo22 - Un salone del libro tra green, manga e festa patronale

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La giornata di lunedì 23 maggio 2022 ha chiuso la XXXIV edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, con un caldo anomalo in tinta con il tema di quest’anno per affrontarlo: Cuori selvaggi

«Ospiteremo le riflessioni più coraggiose di sempre» aveva preannunciato Lagioia, «a partire dal cambiamento climatico, affrontato in maniera multidisciplinare tra economia, scienza, narrativa, filosofia, politica». 

Non a caso, la lectio dello scrittore indiano Amitav Ghosh sui temi dell’ambiente e della sostenibilità ha inaugurato l’edizione, parlando di emergenza climatica e pandemia. Tra le novità, anche il Bosco degli scrittori, un anfiteatro composto da alberi dove immergersi per seguire presentazioni e dibattiti legati a tematiche ambientali.

Un salone del libro green, con giardino sonoro e un’attenzione particolare all’ambiente, al riciclo di materiali e, spesso e volentieri, anche di voci letterarie. Con code da concerto per accedere agli eventi ‘di genere’, ai servizi essenziali e agli stand da best-seller. 

Protagonisti di quest’anno sono stati soprattutto i giovani lettori – con l’area Bookstock dedicata a loro – che ad oggi muovono il mercato editoriale italiano, con un interesse crescente verso fumetti e graphic novel (Zerocalcare docet); un dato di fatto, che vede le classifiche dei libri più venduti dominate non solo da manga e fumetti, ma anche da libri legati al gaming. Uno spazio esclusivo dedicato anche al self-publishing, un altro all’Audible che ha offerto libertà di ascolto e la possibilità di scattare un selfie con delle cuffie giganti. 

Ma oltre ai libri c’è di più: il campo da tennis, il calciobalilla, il palco per i concerti dal vivo, streetfood e persino lo stand per trovare l’amore. Tutto ciò che serve per vestire, un po’ fricchettone un po’ influencer, il Salone da villaggio. Trend confermato anche, dal grande lampadario di luminarie – a mo’ di festa patronale – che sovrastava lo stand della regione Puglia. 

Scrittori e scrittrici dal mondo. Tra gli oltre 1500 eventi nei padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere, numerosi sono stati autori e autrici provenienti da tutto il mondo, sempre coerenti al tema dell’edizione: Miranda Cowley Heller con Il palazzo di carta (Garzanti), bestseller del «New York Times»; Jennifer Egan con la sua ultima opera La casa di marzapane (Mondadori); Joe R. Lansdale per presentare Moon Lake (Einaudi Stile Libero); dal Giappone, per la prima volta in Italia, Toshikazu Kawaguchi con ll primo caffè della giornata (Garzanti). Ancora, Il premio Nobel per l’Economia 2001 Joseph Stiglitz che ha portato al Salone le sue teorie parlando di nuovo capitalismo progressista al fine di promuovere la transizione ecologica.

Ciò che il Salone ha sviluppato nel corso degli anni, che ha conservato e piace, è il contatto tra editore e lettore; quest’ultimo infatti passa da uno stand all’altro sfogliando le pagine – non tanto per acquistare un libro che troverebbe nella maggior parte dei casi in libreria o su Amazon – ma appunto per cercare questo rapporto singolare tra chi i libri li crea e chi invece li legge.


Infine, un caldo anomalo e una profonda transizione, verrebbe da dire culturale oltre che climatica, utile tuttavia a far raggiungere al Salone numeri di visitatori da record! Ecco perché è forviante il dato che associa il numeri degli ingressi al numero di lettori reali, nel senso, sembra eccessivo affermare – come alcuni titoli di giornale decantano – che la gente abbia ricominciato (o cominciato) finalmente a leggere, sulla base dei biglietti venduti. Forse sarebbe giusto affermare che il Salone internazionale del libro di Torino ha visto una grandissima partecipazione a un evento che, senza alcun dubbio, è stato molto di più di una fiera editoriale. 


Isabella Corrado