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Il mondo unico e stratificato del cantautore con il cappellino di lana e l'orecchino, fermo nel presente e con gli occhi al futuro - "PapersSong n°1": Lucio Dalla

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 papersong illustrati


PaperSong n° 1
Primo numero in uscita: Lucio Dalla
Morsi Editore, 2022

Testi di Alessio Fasano
Illustrazioni di Niccolò Cedeno
Copertina di Luca Lucherini

pp. 20
€ 10,00 (cartaceo)

Trovi informazioni sul sito dell'editore

Un insensato Dubudadubudubudà. Una pellicola diventava uccello e spiccava il volo sulle note potenti ed elegantissime della sigla di Lunedì Cinema di Raiuno. Erano gli ultimi anni ‘80, e l’unica cosa che tutti sapevamo era che quella musica, degli Stadio con la voce di Lucio Dalla, rappresentava il fischio di inizio di un lunedì sera condiviso e bellissimo.
Lucio Dalla
Il “ragno”, è così che lo appellava Umberto Righi (Tobia), suo manager fin dall’esordio, di quell’uomo piccolo, peloso e, per la tv dell’epoca, brutto. Lucio Dalla era un clarinettista di talento, un jazzista di primordine, che per soldi decise di cantare e raggiungere quel pubblico che lo guardava di sottecchi, mentre la televisione italiana trasmetteva le armoniose visioni di Mal, Gianni Morandi, Massimo Ranieri e altri ancora. Ma il cantautore con il cappellino di lana e l’orecchino si rivelava di canzone in canzone, di disco in disco, diventando colonna sonora di giovani e grandi del secolo scorso. Lui che raccontava gli ultimi, e che con Itaca (Storie di casa mia, 1971) affermava di stare con i marinai e non con Ulisse.
Immagini impolverate riempiono gli occhi di nostalgia di un tempo che non tornerà, eppure un gruppo di giovani artisti affronta a morsi la malinconia, dimostrando di come i più grandi cantautori di un secolo che si è congedato ormai da vent’anni possano ancora parlare alle nuove generazioni, rappresentarci e aiutarci. E’ il caso dell’officina editoriale indipendente di Morsi Editore che ha pensato di raccogliere in un prezioso progetto di numeri illustrati, PaperSong, dieci tra i più grandi cantautori italiani del Novecento. Il primo numero è dedicato proprio a Lucio Dalla.
Ho avuto il piacere di scambiare alcune parole con Giulia Pavani, editrice e fondatrice di Morsi, che mi ha spiegato meglio quali siano le intenzioni artistiche e intellettuali di PaperSong.


Perché Papersong?
PaperSong è la fusione dell'essenza del progetto, la musica trasformata in disegni su carta.

Nell'introduzione di PaperSong, Chiodo Cornice - possiamo definirla "manifesto"? - parlate di una bussola, di un nord, di un "chiodo", "che ci aiuti a riscoprire e ad affascinarci di quello che è stato il linguaggio dei grandi cantautori del Novecento". Ma più esattamente, cosa intendete per "chiodo fisso"?
lucio dalla

Sì, quello che possiamo definire "Manifesto", scritto da Alessio Fasano, è la bussola che serve al lettore per saper leggere i volumi di PaperSong e saper interpretare il suo contenuto. Raccontiamo in breve l'impatto che i cantautori del Novecento hanno avuto sulle nuove generazioni, che significato prendono le loro canzoni attraverso orecchie e occhi dei più giovani.

Laddove vi è un chiodo, quasi sempre c'è una cornice, che nel caso di PaperSong è il Novecento, "la miccia espressiva di quel ribollente sottobosco giovanile". E dove c'è una cornice ci si aspetta un quadro, o qualcosa che gli somigli. Qual è la vostra "tela"?
Mi verrebbe da rispondere NOI, noi come giovani voci. Vogliamo spalmarci addosso qualcosa che faccia odore, né di buono né di marcio ma qualcosa che faccia parlare di noi, di una generazione che si è sempre sentita ai margini della società, che non ha un quattrino in tasca e che a trent'anni spesso non sa cosa farsene del futuro.

Il primo numero di PaperSong è dedicato a Lucio Dalla, e il secondo, come anticipato dall'ultima pagina, sarà tutto su Fabrizio De Andrè. Oltre a "comprendere il presente partendo da ciò che lo precede", il chiodo fisso verte su un filo conduttore ideologico che ha accomunato in qualche modo i vari cantautori scelti per il progetto?
lucio dalla piazza grande
Tavola "Piazza Grande" di Niccolò Cedeno
Sì. Io sono una vecchia nostalgica e romantica donna di sinistra, ancora mi definisco così. Mio padre è un musicista e mia madre una ex sessantottina, sono cresciuta ascoltando musica e parole di certi riferimenti storici e politici, queste sono cose che non puoi cancellare. Anzi, te le trascini dietro, fino ad arrivare a dire "voglio fare un progetto grafico che unisca musica e poesia, che racconti i movimenti di insurrezione del Novecento e che si possa svecchiare un po' la nostalgia tenendo quello che c'è di buono".

La scelta del formato (A3) vuole essere un'evocazione, o si tratta di una mera scelta stilistica?
Il prototipo tipografico iniziale era stato pensato anche più grande, per simulare il formato di un vero e proprio quotidiano. Poi siamo scesi coi piedi per terra e ci siamo accontentati di un A3.

Le tavole che illustrano alcune delle canzoni indimenticabili di Lucio Dalla sono un marcato connubio cremisi tra sogno e ricordi di vita reale. L'approccio artistico di Niccolò Cedeno, in compagnia del mondo unico e stratificato del cantautore con il cappellino di lana e l'orecchino, è stato "fermo nel presente e con gli occhi al futuro", o ha lasciato che la memoria del passato lo cullasse tra le campiture della tua punta rossa?
Non posso parlare direttamente per Niccolò, ma posso sicuramente pensare che si sia lasciato ispirare molto dalle canzoni, e che abbiano evocato in lui certe immagini che sono poi quelle che vediamo in PaperSong n°1. È bello vedere come sia personale e diversa la lettura di un testo per ognuno di noi. Credo che ad oggi PaperSong sia tra i progetti più autoriali che abbiamo in catalogo.

Tavola: "Quale allegria" di Niccolò Cedeno
Ritornando al quel "ribollente sottobosco giovanile", chi altro nel mondo della musica potrebbe o può ancora alimentarlo? PaperSong potrà cantare anche per questi anni Venti?
PaperSong è pensato per dieci numeri e tutti legati a cantautori che hanno fatto già la loro storia nel panorama musicale. A me piace tutta la musica e sono sicura che ogni generazione porta in pancia il proprio codice di linguaggio emotivo. Magari parleremo anche di altri in altri progetti ma credo che per pubblicarli tutti e 10 ne avremo ancora per un bel po'.


Intervista a cura di Olga Brandonisio







Tutte le immagini presenti in questo articolo sono pubblicate su gentile concessione di Morsi Editore