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#CriticaNera - Un noir dal sapore orientale ci racconta i segreti della "Residenza per signore sole" di Togawa Masako

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residenza per signore sole


Residenza per signore sole
di Masako Togawa
Trad. di Antonietta Pastore
Marsilio, febbraio 2022

pp. 176
€ 16,15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


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Marsilio riporta alla luce un grande classico del noir giapponese, pubblicato nella prima volta nel 1962 (il titolo in inglese era The master key), che intreccia le atmosfere della signora del thriller P.D. James all’eleganza sinuosa della letteratura nipponica. Masako Togawa (in giapponese si scrive in realtà prima il cognome e poi il nome), morta nel 2016 a 85 anni, è stata un personaggio iconico e poliedrico, attrice, cantante, titolare di un night-club e grande autrice di noir.


La trama gira intorno all’esistenza di undici donne, ospitate all’interno della Residenza K. La residenza è un palazzo per donne nubili, a Tokyo, apparentemente un luogo tranquillo ma che nasconde molti segreti. Questi segreti vengono man mano alla luce quando scompare il passe-partout che apre tutte le centocinquanta stanze dei cinque piani. Tutte stanze che custodiscono vite, solitudine e segreti.


In previsione dello spostamento dell'edificio che deve far posto a una strada, le inquiline temono che succeda qualcosa di orribile; ad esempio i lavori potrebbero portare alla luce un crimine avvenuto anni prima, e con esso tanti altri segreti che le pareti spesse della Residenza K – e la sua curiosa portinaia con la passione per i libri – serbano con discrezione. La signorina Tōjō Kazuko, una delle due custodi, è anche l'unica a interrompere, attraverso un monologo prima e una parte di narrazione diaristica poi, il racconto principalmente narrato in terza persona.

Pensando a queste donne rimaste sole, che passano qui dentro giornate senza scopo, assorte nel ricordo dei tempi andati e come prigioniere di queste mura, mi sento rabbrividire. La mattina, seduta in portineria, guardo uscire quelle che ancora lavorano, poi osservo la scala silenziosa e spesso vengo colta da una sorta di allucinazione: vedo scendere i gradini e invadere l'ingresso, levando tutte insieme un lungo gemito, queste poverette che sono solite trascorrere le giornate in silenzio nelle loro stanze, a ogni piano, lasciandosi a volte sfuggire sospiri che trapelano nei corridoi, perse nella contemplazione di quel che resta dei loro sogni di gioventù. (p. 28)

Come su un palcoscenico si alternano le vite delle protagoniste, apparentemente slegate tra loro, ma spiate dalla scaltra portinaia, che fingendo di disinteressarsi di ciò che succede all'interno dell'edificio, costruisce segretamente i propri sospetti e le proprie idee. Solo il finale svelerà particolari nuovi e getterà nuova luce su molte vicende di cui le donne sono protagoniste. 


C'è la ex professoressa dell'università, Munekata Toyoko, che vive al primo piano; la povera inquilina del secondo, Ishiyama Noriko, che vive di assistenza pubblica e accumula giornali e carta. La talentuosa violinista Yatabe Suwa, che vive di ricordi e ha un terribile segreto, l'ex maestra elementare Ueda Chikako, che riallaccia i contatti con le sue ex allieve; poi ci sono i misteriosi seguaci del Culto dei tre Spiriti, guidati da un guru, l'unico uomo ammesso a vivere stabilmente in residenza, e tanti altri personaggi secondari, che si alternano e apparentemente conducono vite slegate tra loro, ma che alla fine sono tutti collegate da questioni misteriose o da fortuiti casi della vita.


L'autrice ci restituisce uno sfaccettato quadro sul mondo femminile, di cui è stata anche icona e bandiera, muovendo le varie personalità avanti e indietro nel tempo della storia e approfondendo psicologicamente le loro vite e le loro motivazioni, in un collage emotivo di forte impatto, su cui si instaura anche il mistero di un orribile omicidio e il ruolo del soprannaturale, nella vita di chi ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa che non c'è, per motivare - probabilmente - ciò che non gli è mai appartenuto nella vita.


Samantha Viva