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Nessuno scompare da un giorno all'altro: ci rifiutiamo solo di capire le motivazioni degli altri. "Süden. Il caso dell'oste scomparso" di Friedrich Ani

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Friedrich Ani Tabor Süden

 
Süden. Il caso dell'oste scomparso
di Friedrich Ani
Traduzione di Emilia Benghi
Emons, maggio 2015
 
pp. 320
€ 13,50 (cartaceo)
€ 7,95 (ebook) 


Raimund Zacherl è svanito nel nulla, ma noi sappiamo che non si sparisce semplicemente così, che la terra non inghiotte nessuno, a parte le vittime dei terremoti. (p. 12)
Tabor Süden torna a Monaco dopo anni di assenza. È stato a lungo in polizia nella sezione persone scomparse, ma da tempo non si occupa più di mariti che, con una scusa qualunque, si allontanano da casa e non fanno più ritorno. Il caso di Raimund Zacherl però lo incuriosisce, se di curiosità si può parlare quando ci si trova di fronte a un investigatore che non parla, se non con i suoi morti, e ha una così profonda comprensione della natura umana da non stupirsi quasi di niente. L'oste che due anni prima se n'è andato abbandonando la moglie e l'attività e del quale nessuno ha mai saputo trovare nemmeno una traccia forse è il modo migliore per avere un minimo di stabilità mentre si occupa del vero motivo che l'ha spinto a tornare a Monaco: la ricerca di suo padre che l'ha abbandonato quando aveva solo sedici anni.
"Lo sei sempre stato, da quando ti conosco ti prendi a cuore i problemi delle persone. Per questo si fidano di te. Per questo hai ritrovato tutti gli scomparsi che hai cercato. Tu non segui le tracce, tu ascolti, annusi, assembli minuscoli dettagli come in un pusle." (p. 170)
Tabor Süden è la creazione più celebre dell'autore tedesco Friedrich Ani, vincitore per tre volte del Deutscher Krimi Preis, premio dedicato alla letteratura gialla. Paragonato ad altri grandi detective della tradizione del genere, ha nel suo interesse per la psicologia dei personaggi un grande riferimento nel Maigret di Simenon e, sebbene più allegra e meno tormentata, nello studio della natura umana una degna rivale in Miss Marple. Il caso dell'oste scomparso è la prima delle avventure in cui Süden fa la sua comparsa come detective privato nell'agenzia di Edith Liebergesell e tutti i suoi casi sono pubblicati nella collana Gialli Tedeschi di Emons. 
Tabor Süden porta su di sé alcune delle caratteristiche tipiche dell'investigatore di genere. È dedito all'alcol che diventa il suo unico sostentamento; porta sulle spalle il peso della perdita del proprio partner di polizia; ha un'infanzia pesante con cui confrontarsi, segnata dalla morte della madre e dall'abbandono del padre; forte di queste esperienze non riesce a instaurare legami sentimentali fissi. Ma, per uno scrittore, sapersi muovere con intelligenza nei mattoni che costituiscono l'impianto del romanzo di genere significa anche saper prendere elementi al limite dello stereotipo e tirarne fuori una nuova declinazione. Questo è quello che Ani riesce a fare con la sua creatura.
La perdita del compagno, Martin Heuer, non è avvenuta nel corso di una normale operazione di polizia: il partner, con il quale aveva diviso gli studi superiori, l'appartamento e le esperienze, si è suicidato. Süden, nonostante le sue grandi capacità di immedesimazione e di comprensione delle motivazioni umane, non è in quel caso riuscito a prevedere la tragedia e il senso di colpa lo corrode e lo porta a intrattenere lunghe conversazioni con il morto, quasi fosse diventato la sua coscienza. 
Per un uomo con le sue capacità che ha scelto di dedicarsi alla ricerca delle persone scomparse, sembrerebbe quasi scontato che, nel cassetto più in basso della sua scrivania, tenga un fascicolo sul padre, che sappia esattamente dove si trova, ma che non lo voglia incontrare. Süden non si è invece mai speso per rintracciare il padre e, anzi, la telefonata che lo porta di nuovo a Monaco lo lascia senza appigli e la ricerca va avanti sulla base di indizi molto fumosi. "Un uomo anziano, zoppo, coi vestiti vecchi" così lo descrive, tanto che viene da domandarsi se lui lo voglia veramente ritrovare.
Le sue relazioni, a parte quella storica con una sua collega, Sonja, finita più per stanchezza che per vere cause scatenanti, sono improntate o all'occasionalità oppure alla necessità di calarsi al meglio nella mentalità delle persone che sta cercando.
Liliane era semplicemente una comparsa, avrebbe potuto avere un altro nome, un altro fisico, un'altra casa. Süden voleva capire cosa significasse essere innamorato, probabilmente voleva ricreare quella sensazione quasi dimenticata per comprendere la fiamma che aveva acceso all'improvviso un oste di Sendlinger quasi spento, senza che questi lasciasse trasparire nulla dietro lo schermo della sua costante presenza al locale. (p. 226)
Leggere Il caso dell'oste scomparso non è un'esperienza adrenalinica. Non ci sono colpi di scena, progressivi indizi che portano di un passo più vicini alla meta, nessun inseguimento o violenza fisica. Ci sono divagazioni date dalla ricerca del padre di Süden e di un caso minore che solletica il buon cuore di Süden – o forse gli ricorda di se stesso. Gli indizi a volte portano fuori strada e si concludono in un niente. La violenza è solo la disperante solitudine di ogni personaggio, ciascuno così chiuso e autoreferenziale da non capire cosa avviene alle persone intorno a sé. 
Molto mogli consideravano il coniuge disperso già dopo una sola settimana.
Secondo Süden ignoravano che in realtà era disperso da tempo, solo che non se ne erano accorte perché continuavano a russare accanto a loro. (p. 46)
Una solitudine in cui tutti cercano qualcosa o qualcuno anche se nel loro profondo sanno già che il ritrovamento non porterà alcuna gioia o risoluzione. Süden sembra essere l'unico consapevole e non c'è da meravigliarsi dei suoi prolungati silenzi e degli sguardi incalzanti che riserva ai suoi testimoni: vorrebbe solo che anche loro capissero quanto lui ha già accettato e l'ha portato a una quieta e costante disperazione.
Giulia Pretta