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Parliamoci d’amore: Black Coffee in Italia con un nuovo numero della rivista Freeman’s, tutto dedicato all’Amore

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Freeman’s. Amore
A cura di John Freeman
Edizioni Black Coffee, marzo 2021

Traduzioni a cura di Damiano Abeni, Francesco Cristaudo, Livia Lommi, Chiara Messina, Elvira Mujćić, Leonardo Taiuti, Sara Tuveri

pp. 190

14,00 € (cartaceo)
8,99 € (ebook)



 

Non capivo perché avesse pensato che fosse meglio correre con una sola infradito, e questo (di nuovo) mi aveva fatto pensare a te.
(Deborah Levy, “Cartolina dal New Mexico”, p. 53)
È ormai diventato un appuntamento fisso e atteso l’uscita annuale della rivista letteraria Freeman’s, che Edizioni Black Coffee si adopera per portare ogni marzo, appunto, nelle mani dei lettori italiani. Se già conoscete un po’ il curatore, John Freeman, saprete che è stato per anni direttore della rivista Granta e che si dedica con successo alla critica, alla poesia e alla saggistica. Per questo interessantissimo progetto di rivista letteraria che porta il suo nome, si muove setacciando il globo delle firme più originali, voci disparate che utilizzano prosa o poesia per raccontare la loro fetta di mondo, arricchendola e mostrandola al lettore sotto una luce personale e materica.

Ogni numero di Freeman’s ruota attorno a un tema che unifica le narrazioni presenti al suo interno e per questo volume del 2021 (il quarto pubblicato qui in Italia) l’argomento è sorprendentemente audace: si parla d’amore. O meglio, d’Amore. Quella A maiuscola che indica uno sguardo totalizzante sul sentimento che più ci rende umani e che, forse proprio per questo, meno riusciamo a inquadrare.

L’intento internazionale della rivista è, penso, il modo più intelligente per affrontare con complessità e sistematicità un tema tanto vasto e con il quale basta un soffio per cadere nella critica o nella banalità. Norvegia, Stati Uniti, Argentina, Etiopia, Polonia, Cina, Italia, Giappone, Bosnia, Inghilterra, Canada, Bielorussia. Questi i Paesi natale degli autori che prestano la loro voce a John Freeman in questa sede e che raccontano cosa sanno e cosa non sanno dell’amore.

C’è chi come l’autrice etiope Maaza Mengiste, in un bellissimo testo breve dal titolo “Una speranza futura”, contenuto nella serie “Sette Corti”, parla d’amore attraverso un ricordo tangibile, un oggetto che conserva, nel suo caso un braccialetto di famiglia, la memoria dell’affetto provato per la persona al quale apparteneva e per una promessa fatta in un tempo che pare una vita passata: “Era un sentiero verso casa e sarebbe diventato parte di me a tal punto che, con il passare degli anni, non sono più riuscita a immaginarmi senza” (pp. 18-19). Mariana Enriquez, giornalista e autrice argentina, racconta invece di un amore passeggero, morboso, masochistico, che la voce narrante ritrova solo in un ricordo senza forma del suo passato, riflettendo su quanto siano cambiate le relazioni con l’ingresso della tecnologia, con l’abbandono di un senso di mistero che ci si poteva lasciare dietro pensando che quella persona non l’avresti magari mai più rivista. “Oggi proprio non me lo spiego quel mondo dove era ancora possibile perdersi e dove anche ritrovarsi poteva risultare impossibile” (p. 26). Tommy Orange, californiano, membro delle tribù Cheyenne e Arapaho dell'Oklahoma, pone l’accento su un sentimento doloroso e biunivoco, su un essere “aperto-vulnerabile” e in qualche modo, per questo, invisibile. 

L’amore fraterno è scandito in modo estremamente delicato e nel dolore che porta la lettura del racconto da “Il pupazzo di neve” della scrittrice britannica Daisy Johnson, che racconta dell’ultimo saluto di due sorelle bambine e di un atto d’amore immacolato, perché nutrito dall’immaginazione. Altri esemplari di amore giovane sono presentati da Marco Rossari, primo autore italiano ospitato da Freeman’s, nel suo “Gli uomini” e dall’estratto del romanzo del 2016 di Mieko KawakamiHeaven, da poco uscito in inglese. La scrittrice giapponese racconta di due teenager e una visita al museo come luogo di ricostruzione di un io che si sgretola, rimesso poi insieme da un gesto di affetto totalmente altruistico. Rossari stringe invece lo sguardo sulla perdita dell’innocenza, un passaggio obbligato e imposto, su un modo di rapportarsi alle attenzioni altrui che può essere fonte di paura, delusione, vergogna, stravolgendo poi sul finale la percezione della protagonista del racconto con un’ironia inaspettata e sottile.

In uno dei testi finali, “Brava gente”, Richard Russo, premio Pulitzer nel 2002, racconta di quattro vite incastrate in matrimoni infelici, esempi di amore sfumato, sbiadito, o forse solo stanco. La sua narrazione si muove morbida nel tessuto del racconto, inquadrando in poche pagine un soggetto dal respiro più largo. Di amore passionale, governato dall’impulso, dalla perdita di un io esistente per sé e da un’idea indomita di corazón, parla poi Sandra Cisneros, poetessa chicana, mentre quello romantico e immaginifico, messo alla prova dalla malattia e dall’accanimento dei fatti della vita, viene esplorato con intensità e delicatezza in “Fiocco di neve” di Semezdin Mehmedinović, tratto dal romanzo Me’med, la bandana rossa e il fiocco di neve (edito in Italia da Bottega Errante Edizioni): “La sventura ci ha ridotti all’essenziale. E nulla è rimasto di noi, tranne l’amore” (p. 119). Questi sono solo alcuni degli autori che esplorano qui l’amore nelle sue innumerevoli forme e inclinazioni, che respirano all’interno delle loro parole passandole al lettore; in un atto affettuoso.
Il fato mi ha sbalzato fuori,
mi ha scagliato qui
ad amare come ama una pietra
e ti aspettavo.
(Louise Erdrich, “Amore pietra”, p. 121)
Con questo numero di Freeman’s, ci si tuffa in un intenso percorso di disvelamento dei molti tipi di amore in cui ci si imbatte nel mondo, quello esteriore fatto di terra e oceani, e quello interiore, fatto del sé. Un’antologia moderna che ci invita a scoprire straordinarie voci della lettura contemporanea internazionale, mettendole in dialogo tra loro, ma soprattutto a riflettere sul ruolo e significato dell’amore e “a cercarlo anche dove all’apparenza non c’è” (p. 3).

Vi lascio con un mio piccolo extra: visto che amore e musica vanno spesso di pari passo (avete presente i famosi uccellini che si sentono cantare nella propria testa quando ci si innamora?), vi propongo una playlist a tema (trovate il link qui sotto) che accompagni e ispiri la lettura di questo Freeman’s, per la cui costruzione mi sono lasciata guidare dalle rappresentazioni di amori diversi, seguendo testi, generi, provenienze, melodie e sensazioni. Un ponte che solletica un altro senso, destreggiandosi tra ricordo, abbandono, leggerezza, sofferenza, meraviglia e sogno. Proprio come l’Amore.

Lucrezia Bivona