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Un graditissimo ritorno - Costanza Macallè e i suoi buoni propositi: un uragano d'amore!

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Costanza e i buoni propositi
di Alessia Gazzola
Milano, Longanesi, ottobre 2020

pp. 300
€ 18,60 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Dopo Alice Allevi, la fortunatissima protagonista della prima serie di romanzi (qui per leggere le recensioni) di Alessia Gazzola (da cui è stata tratta una altrettanto prolifica serie Rai con protagonisti due fuoriclasse come Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, nonché tanti giovani volti altrettanto talentuosi quali Pierpaolo Spollon e Anna Dalton), la nostra Alessia Gazzola porta sugli scaffali delle librerie un’altra eroina, Costanza Macallè, una giovane e fresca ragazza, laureata ancora una volta in medicina, ma questa volta prestata alla paleopatologia. L’avevamo già incontrata nel 2019, in Questione di Costanza (qui per leggere la recensione), primo libro di questa nuova serie, e la ritroviamo nel 2020, con questa seconda uscita, Costanza e i buoni propositi.

Costanza è una giovane donna medico, con una sorella psicologa – che trae dalle vicende talvolta sconclusionate della sorella gran materiale peri suoi studi – e una bambina di pochi anni, Flora, avuta dopo un’avventura a Malta con un giovane ragazzo, Marco Ederly de Verre, il quale decide, dopo essere a venuto a conoscenza della bambina, di riconoscerla. Tuttavia, c’è un matrimonio in arrivo, e non è quello di Costanza. Marco, infatti, ha deciso di sposarsi con la sua fidanzata storica, Federica, con cui stava già ai tempi della notte trascorsa con la nostra protagonista. Cosa accadrà, però, ora che la bambina è entrata nella sua vita, come un uragano d’amore? E cosa succederà ora che un altro personaggio maschile sembra attirare le attenzioni di Costanza?

«Con i giusti passi, a cambiare nome ci si impegnano due minuti. I documenti, le marche da bollo, l’appuntamento all’anagrafe, due firme et voilà. Il nome è parte di noi: questo significa che modificandolo si altera qualcosa anche della nostra essenza? Per fortuna, Flora è troppo piccola per capirlo o per porsi quesiti esistenziali. La parte più difficile è farle capire che adesso il suo cognome non è più Macallè, bensì Erdély de Verre, e soprattutto come si pronuncia – perché naturalmente sono andata a scegliere un tipo con il cognome da aristocratico magiaro caduto in disgrazia.» (p. 7)

Nel frattempo, la nostra protagonista, sempre al servizio dell’istituto di paleopatologia dell’università di Verona, si trova a indagare su un altro caso, decisamente interessante:

«Macallè, te la vuoi fare una gita a Milano?»

«Ora?»

«Hanno trovato dei resti umani durante degli scavi e hanno chiamato Melchiorre, che non se lo è fatto ripetere due volte. Ha detto che dobbiamo andarci tutti e quattro.» (p. 15)

Costanza si troverà stavolta ad indagare sul ritrovamento di due donne, Bernarda e Andreola Visconti, vissute, secondo le prime ricostruzioni, tra il Trecento e il Quattrocento. Quello che però non torna è l’esistenza di una leggenda che racconta di una Bernarda sopravvissuta alla morte di stenti che sarebbe stata inflitta alle due ragazze. Sarà davvero così oppure si tratta di un racconto senza fondamento? Starà alla nostra eroina, sempre più appassionata alla professione, scoprirlo.

Come sempre, i libri di Alessia Gazzola catturano il lettore, il quale viene immerso totalmente nella storia, colpito da quell’abilità narrativa che appartiene alla scrittrice. Pagina dopo pagina, ci si chiede cosa accadrà alla protagonista, ai personaggi che le stanno attorno; persino le storie secondarie, come un amore appena abbozzato (seppure apparentemente univoco) tra i due colleghi di Costanza stimola la nostra curiosità.

I personaggi, infatti, sono davvero ben caratterizzati, realistici e anche se siamo solo al secondo libro riusciamo già a osservarli in maniera approfondita, familiare, riuscendo in un certo senso a cogliere anche quelle sfumature di tono o di inflessione che magari in una scena non ci vengono descritte. Ciò grazie all’abilità della Gazzola, che oltre a inventare storie appassionanti e davvero ben strutturate, riesce a inquadrare i personaggi con poche e semplici parole.

Certe caratteristiche de L’Allieva – che diventano a questo punto veri e propri caratteri stilistici – si ritrovano anche qui, come ad esempio la capacità di raccontare due storie in parallelo, intrecciandole l’una all’altra; in tal modo si vengono a creare due piani narrativi, uno dedicato alla vicenda principale e l’altro invece incentrato sulla storia che la protagonista cerca di ricostruire tramite le sue indagini. Questo stratagemma raggiunge il duplice obiettivo di stimolare la curiosità del lettore, poiché le vicende vengono interrotte per poi riprendere qualche pagina dopo, e inoltre di movimentare la narrazione, rendendola meno lineare e prevedibile.

Anche in questo caso, quindi, abbiamo un continuo alternarsi dei piani temporali, e la storia di Anna/Bernarda si alterna a quella di Costanza.

D’altronde, ciò è quello che accade con tutti i grandi scrittori di talento: seppure in libri diversi, la loro voce è sempre riconoscibile; apri un loro libro e ti accorgi che quella è la loro firma, inconfondibile. Quella di Alessia Gazzola è una voce che si riconosce immediatamente, e squilla forte e chiara nel panorama editoriale odierno, svettando assieme agli altri nomi della letteratura contemporanea.

Al di là delle ricorrenze stilistiche, tuttavia, va detto che la nostra Costanza è un personaggio con delle peculiarità ben precise e una caratterizzazione molto netta, talvolta assai diversa, rispetto ad Alice Allevi, come ad esempio il suo essere madre oppure la sua capacità di vivere il rapporto con Marco e più in generale l’amore (vedi le sue storie passate).

Per fare un altro esempio ancora, è notevole notare che anche in questo caso la protagonista parta con una condizione leggermente diversa da quella che ci si aspetterebbe (coltello tra i denti e grinta da vendere per entrare tra i primi posti dell’istituto di riferimento), ma, in entrambi i casi, una leggerezza davvero fresca e godibile, nonché un certo grado di talento naturale e di impegno notevole, riescono a cambiare il percorso delle protagoniste. Tuttavia, in questo caso specifico, questo percorso viene totalmente rinnovato poiché in chiusura c’è un bel colpo di scena, che ribalta le carte in tavola.

Ci si chiede se quanto viene raccontato nelle ultime pagine sia una sorta di conclusione definitiva alla storia di Costanza oppure se le sue vicende possano proseguire, in altri lidi, oppure sempre a Verona, per tornare sui suoi passi e seguire alte storie, nella speranza che tra i buoni propositi dell'autrice ci sia anche quello di continuare a raccontare di questa nuova e simpaticissima eroina.

Valentina Zinnà