in

La memoria dei popoli che passa (anche) attraverso la radio

- -

Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio
di Susanna Tartaro
add editore, 2019

pp. 158
€ 15 (cartaceo)
€ 6,99 (ebook)

Il palinsesto è come il foglio su cui scrivere una poesia, contiene i programmi (i versi) inquadrati in uno schema orario (metrico). La sua fortuna è data da elementi diversi che convergono in un flusso e che danno vita a quell’unica voce il cui compito è distinguersi nell’affollato coro degli altri canali. Parlato e musica ne costituiscono il ritmo e chi ascolta diventa parte di un meccanismo che muove attraverso l’immaginazione. (p. 91)

La radio è il primo strumento di comunicazione di massa entrato nelle case delle persone. Negli anni ha subito diverse trasformazioni e più di un punto di rottura, soprattutto con la diffusione della televisione. Se, come afferma Susanna Tartaro, la tv ha per lungo tempo soppiantato la radio in quanto capace di aggiungere la componente visiva che, per sua propria natura, quest’ultima non possiede, l’esplosione di internet le ha dato nuova linfa vitale grazie alla nascita dei podcast e alla possibilità di ascoltarla sugli smartphone senza bisogno di un apparecchio apposito.
Le strutture e l’organizzazione che stanno dietro un “semplice” programma radiofonico, poi, sono un mondo che perlopiù resta celato sempre grazie alla (o a causa della) mancanza dell’elemento visivo. L’immaginazione diventa dunque fondamentale per trasformare in colori e forme i suoni che riusciamo a percepire, e questo vale sia per le storie raccontate sia per i protagonisti di quelle storie.
Ecco che, su questi punti, si inserisce il libro di Susanna Tartaro, già curatrice di Radio 3 Fahreneit. L’autrice infatti segue un doppio binario: da un lato porta il lettore a spasso per l’Italia per andare a conoscere alcuni dei protagonisti invisibili e anonimi della radio, ascoltatori accaniti che hanno avuto l’occasione, per pochi secondi o minuti, di intervenire durante una diretta; dall’altro snocciola aneddoti sulla propria carriera, inoltrandosi fra i meandri di redazioni affollate di testi e scalette, parlandoci di programmi che non esistono più ma che hanno fatto la storia e di ospiti che sono stati in grado di sorprenderla.
I sentimenti che pervadono i due tipi di storie sono diversi ma intrecciati: mentre negli aneddoti prevalgono l’entusiasmo e la nostalgia, ma anche la passione per un mestiere che è evidentemente parte della storia personale di Susanna Tartaro, nei racconti è la curiosità a prendere il sopravvento. Ciò che emerge infatti è un concetto tanto banale e semplice quanto a volte incompreso, ossia il fatto che dietro quelle storie, così come dietro i microfoni di uno studio, ci sono delle persone. Persone con dei vissuti, a volte divertenti, a volte noiosi, altre ancora tragici, ma comunque reali e complessi, dei quali Tartaro ci consente di intravedere un lumicino. E poco importa che si tratti di un ex prete che oggi svolge un lavoro più profano come quello del portiere di un condominio, o di un pastore amante della solitudine che la sera si gode un programma radiofonico mentre intorno regna il silenzio: sono le storie che abbiamo intorno, uno spaccato del nostro paese che spesso è necessario ricordare perché è la memoria che crea l’identità e mantiene in vita i popoli.
Ascoltatori è un libro che non pretende di insegnare qualcosa e non ha velleità letterarie: è un libro che vuole raccontare delle storie, in primis quella di uno strumento che ci ha sempre tenuto compagnia… a volte senza che neanche ce ne accorgessimo.

David Valentini




Un post condiviso da CriticaLetteraria.org (@criticaletteraria) in data: