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Primo è bello, secondo è meglio? Un libro di Marilena Lualdi racconta la "secondità", con poca filosofia e molte storie esemplari

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L’importanza di essere secondi.
Storie di eroismo e non solo

di Marilena Lualdi
Nomos Edizioni, 2012

pp. 189
€ 14,90 (cartaceo)
€ 3,02 (ebook)



Con il suo bel costume intero a righe orizzontali e la cuffia d’ordinanza da cui sfugge qualche ciocca bionda, l’atleta è pronta allo scatto. Ginocchia flesse, braccia tese all’indietro, busto in avanti, è al massimo della concentrazione: aspetta solo che parta il conto alla rovescia e che il fischio dell’arbitro dia il via libera per tuffarsi in vasca e, finalmente, gareggiare. Per vincere, ovvio! Non ha forse tutta l’aria di una campionessa la ragazza che vediamo sulla copertina di L’importanza di essere secondi, il libro di Marilena Lualdi pubblicato da Nomos Edizioni? In effetti, osservandola un po' meglio... ecco, magari no. Non proprio. Non necessariamente. E a dire il vero anche il set, pur fotografico, non sembra mica quello di una piscina regolamentare. Quella pedana improvvisata, poi, altro non è che un cubo di legno piuttosto traballante, e pure sulla posa obliqua della fanciulla ci sarebbe da discutere. Forse, a ben guardare, non siamo davanti al ritratto di una sportiva d’esperienza: siamo di fronte al fermo immagine di un suo brutto sogno. Di sicuro, un sogno ricorrente: uno di quei sogni di pura prestazione in cui ci si rende tragicamente conto della propria inadeguatezza, si capisce che le cose non andranno come desiderato e che magari, se non si perderà, si arriverà addirittura secondi, il che sarà molto peggio. A chi di noi non capita di essere ostaggio di incubi simili? Specialmente in questi tempi così competitivi, farne a meno pare quasi una vergogna, quasi si fosse totalmente privi di ambizione. Ma tranquilli: alla fine dei conti non c’è proprio nulla per cui valga davvero la pena preoccuparsi e rovinare la qualità del proprio sonno. E l’autrice di questo libro, con pochissima filosofia spicciola e molte storie, ci aiuta a capire il perché.

Giornalista di professione, Marilena Lualdi ha dedicato questo suo lavoro alla cosiddetta “secondità”, sfatando qualche pregiudizio non solo sul tema in sé ma anche sulla maniera di trattarlo. Si sbaglierebbe, difatti, a pensare che il volume sia una specie di manuale how to, una cura cartacea per la bassa consapevolezza di sé con tanto di massime, consigli, decaloghi, specchietti riassuntivi e lista degli esercizi da fare a casa o in pubblico. No, niente di tutto questo. L’importanza di essere secondi è invece una raccolta di vicende esemplari. Poche, certificate di volta in volta dalla storia delle esplorazioni, della letteratura, delle discipline agonistiche, della musica. Alcune sono molto note, altre per nulla. Alcune sono antichissime, altre datano a pochissimi anni or sono. In tutte, c’è un qualche coinvolgimento dell’autrice, che le ha scelte per avervi ritrovato una “secondità” di volta in volta epica, magnifica, desiderabile, incomprensibile, ammirevole. Alla larga, sempre, da strategie di consolazione più o meno irritanti. Lo dice lei stessa nell’Introduzione:
«secondo spesso significa oblio, compassione, persino derisione, e vale come sinonimo quello di fallito. Eppure ci sono secondi che possono colorare le pagine di un romanzo, con imprese ancora più esaltanti dei cosiddetti campioni, di quelli che collezionano gli ori. Nello sport, nella vita, nella storia» (p. 16).
In aggiunta a ciò, come ci invita a riflettere Giuseppe Battarino nel breve scritto posto in apertura di volume, dal titolo Al margine dell’inquadratura, il concetto in esame gode forse di una percezione maggioritaria, ma non certo assoluta: innanzitutto perché è relativo al contesto in cui la “secondità” si determina – «vivere certe esperienze collettive rende illusorio essere “il primo” piuttosto che “il secondo”» (p. 12) – poi alla durata della “carica” – «è meno usuale pensare alla capacità di essere primi sapendo di dover ritornare secondi» (p. 13) – e infine anche alla personalità di ogni individuo –  «non è umano pensarsi “secondi per natura”, se non per spirito orgogliosamente polemico» (p. 13). Senza contare che stando alle leggi di natura l’assenza del primato si configura come «crudele poesia: al Nord il miele è d’acacia, al Sud il miele è di fiori d’arancio: perché lì l’acacia è, per natura, seconda a fiorire e dimenticata dalle api» (p. 13).

Ha poco senso, in questa sede, riferire gli esempi chiamati in causa dall’autrice: bisogna semplicemente leggerli per come lei stessa li racconta e li sviscera. Basterà anticipare che si spazierà molto – dall’Antartide all’Europa – e che si incontreranno esploratori coraggiosi, teste coronate, personaggi di fantasia, calciatori, schermidori, tennisti e musicisti. E anche molte, moltissime donne, le cosiddette “seconde ufficiali” sempre un passo indietro agli uomini, per condizione e qualche volta anche per scelta. Marilena Lualdi non ha la pretesa dell’esaustività o della teorizzazione. Anzi, a fine lettura si avrà l’impressione di avere appena cominciato a familiarizzare con la complessa percezione delle gerarchie. E proprio in questo sta la sua efficacia, come nota bene anche Nicola Battarino: «un libro che racconta la “secondità” induce ad aggiungere o ricordare storie, in questa prospettiva. E a farsi domande fascinosamente prive di risposta» (p. 12).

L’importanza di essere secondi è quello che si definisce un libro sempreverde. Lo sono le storie che racconta, tutte in qualche modo paradigmatiche: da quelle più lontane nel tempo a quelle più vicine, se non addirittura contemporanee, rispetto al momento della pubblicazione del libro; una freschezza che in questo secondo caso riesce a non risentire negativamente di uno stile più simile alla cronaca giornalistica, sebbene a questo proposito l’autrice parli di «appunti di una ricerca che continua nella vita, in questi momenti in cui primeggiare a ogni costo sembra fondamentale. A volte, la tentazione di pensarlo è contagiosa; a volte ci spazientisce» (p. 17). Proprio perché non nasce dal desiderio di inculcare una filosofia di vita basata sulla “secondità”, e nemmeno da quello di consolare una categoria di lettori eventualmente frustrati dall’assenza di qualche primato nella loro esistenza, il libro di Marilena Lualdi non suscita il fastidio tipico di certi manuali sull’autostima per tutti o sull’accontentarsi felice. Il suo messaggio, che a dispetto del titolo ad effetto è invece implicito tra le righe delle vicende rievocate, è che tutto ciò che non sta al primo posto è altrettanto meritevole di nota, e che soprattutto non ha senso e non ha valore indossare una maschera per salire sul gradino più alto di un qualche podio, magari per poi starci nel più precario degli equilibri. Per dirla ancora con le parole di Francesco Battarino:
«non c’è bisogno di una visione pacioccona o fintamente competitiva per elaborare – o percepire emotivamente – il “primato” e la “secondità”; né è necessario inventarsi aedi di un’improbabile bellezza del non essere primi. C’è un’altra lettura possibile: al primo va il centro dell’inquadratura, ma il margine dell’inquadratura non è necessariamente sfumato e dimenticabile (basta pensare a Eric von Stroheim, a Ridley Scott). Forse l’importante è sapersi vedere, sapersi pensare, al margine dell’inquadratura. Sapendo che l’immagine non rimarrà fissa e che vista da un altro punto di ripresa potrebbe portarci in primo piano» (p. 13).

Cecilia Mariani





Lode a chi, in un mondo che è tutto una "fenomenologia del fenomeno e del primato", si gode il suo secondo posto. Che poi è una seconda storia, una seconda versione, una seconda possibilità. Non meno valida e interessante della prima. Perché il margine dell'inquadratura sa essere a fuoco e significativo come e più del suo centro, e alla nostra redattrice Cecilia Mariani che sta leggendo per noi questo bel libro di Marilena Lualdi pubblicato da Nomos @nomosedizioni il décadrage è sempre piaciuto! Recensione molto presto sul sito! 🎲🎲🎲 #libro #book #instalibro #instabook #leggere #reading #igreads #bookstagram #bookworm #booklover #bookaddict #bookaholic #libridaleggere #librichepassione #libricheamo #criticaletteraria #recensione #review #recensire #recensireèmegliochecurare #marilenalualdi #limportanzadiesseresecondi #nomos #nomosedizioni
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