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La rovinosa irruzione della malattia in un capolavoro di Leavitt: "Eguali amori"

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Eguali amori
di David Leavitt
SEM, 2018

Traduzione di Delfina Vezzoli
1^ edizione: 1989

pp. 341
€ 15 (cartaceo, copertina flessibile)
€ 7,99 (ebook)

Un germoglio di felicità, una piccola biglia di felicità che poteva rigirarsi nella mano, e nessuno lo avrebbe saputo. Che terrore e che gioia, che nessuno sapesse cosa stava pensando. (p. 255)
Cosa accade in una famiglia quando la malattia squarcia le certezze e diventa una pesante e costante minaccia di morte: da qui muove il drammatico Eguali amori, che nel 1989 non fece che affermare la capacità narrativa di David Leavitt, e che quest'anno torna in una nuova veste editoriale per SEM. 
È un romanzo sconvolgente, perché sconvolta è la famiglia di Louise, dopo la notizia del suo tumore, il calvario della malattia, il sollievo della guarigione e la scoperta di un altro tumore. Un percorso che si ripete, tra operazioni, chemioterapia, mentre la speranza di salvarsi svanisce sempre un po', lasciando Louise stremata, per quanto ancora combattiva. Intanto, la sua vita va avanti: il marito, il nerd Nat, ingegnere di talento, prosegue con la sua carriera, mentre i figli Danny e April si affermano il primo come avvocato e la seconda come cantante. Ma ci sono i doppifondi, quel che i famigliari coltivano segretamente: Nat ha un'amante a poca distanza da casa e la sua relazione prosegue per anni; Danny e April scoprono la loro omosessualità, vissuta in modo totalmente diverso. Infatti, Danny è più timido e vive con ammirazione (e un po' di invidia) la progressiva ostentazione che April fa del suo lesbismo: dopo una adolescenza da libertina, la scoperta di amare le donne trasforma April in un'attivista, anche grazie ai testi delle sue canzoni. 
Intanto, Louise è a casa, fa a maglia decine di cardigan e capi da regalare agli abitanti del quartiere: a lei April racconta i suoi cambiamenti di vita; a lei telefona Danny quando, ormai adulto, ha una relazione stabile; da lei fa ritorno Nat, sempre e comunque. Quel che gli altri non fanno, o fanno troppo poco, è preoccuparsi di ciò che Louise vuole: Louise è a casa, è lì, e tanto basta per i famigliari. E la notizia di un nuovo tumore viene accolta con la rassegnazione di chi sa benissimo che prima o poi Louise smetterà di lottare, ma si aspetta che questo accada la prossima volta...
È così che ci si avventura in una famiglia che vive dei propri equilibri, aspettandosi di tanto in tanto un colpo di testa da April, contando più stabilmente su Danny. Ma questi equilibri vivono di illusioni, di mani sopra gli occhi per non vedere realtà: tanto i figli vogliono vivere serenamente la loro omosessualità quanto si ostinano a negare la fragilità di Louise. E forse anche la vita non fa che portarli nel suo vortice, con notizie quantomai imprevedibili, che distolgono i ragazzi dalla vita della famiglia. Davvero non si sono mai accorti della solitudine imperante di Louise? O della relazione di Nat? 
Noi lettori, al contrario, ci rendiamo ben conto del vero stato di salute e psicologico di Louise, mentre la donna annaspa tra la paura della prossima diagnosi e la ricerca di un conforto, che forse può trovare solo nella fede. Attorno, chi la ascolta davvero? 
Ed ecco che con questo romanzo, tanto crudele quanto la penna scorre limpida, David Leavitt guarda all'incomunicabilità di una famiglia americana, una famiglia apparentemente normale, come tante, ma piena di infelicità, frustrazioni, segreti. Eppure non viene mai da giudicare i personaggi: lo scavo psicologico potente mette il lettore nelle condizioni di conoscere le spinte più nascoste di certe pulsioni, ma anche di scelte apparentemente discutibili. È proprio questa indagine minuta nelle emozioni della famiglia a valorizzare infinitamente la trama e a farci capire che il cinismo di certe scelte in realtà risponde all'imperativo assoluto che muove l'intero libro: sopravvivere. Questo è il mantra letterale di Louise, la molla che porta gli altri tre a evadere in qualche modo - qualunque modo, viene da pensare. 

Così, noi lettori non possiamo che restare affascinati dalla capacità affabulatoria e demistificatoria di Leavitt, che si muove totalmente a suo agio in una letteratura che non abbraccia il postmoderno, ma che certamente fa suoi alcuni dettami della letteratura americana degli anni '80. Ed è per questo che ancora oggi Eguali amori ci sconvolge, per questo suo tenersi a margine delle mode narrative e invece scavare in un dialogo costante dei personaggi con la loro interiorità. 

GMGhioni