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#CriticARTe - Dall'immersione nella "Modigliani Art Experience" di Milano al "Potere dell'immagine" degli Idoli.

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Dall'immersione nella "Modigliani Art Experience" di Milano al "Potere dell'immagine" degli Idoli.



Negli ultimi anni la collaborazione tra istituzioni d’arte e laboratori di nuove tecnologie è stata alla base della produzione di progetti mutimediali, talvolta rivoluzionari, che hanno permesso un’inedita chiave di rilettura delle opere di artisti del passato.


Il film di animazione “Loving Vincent”, interamente dipinto e dedicato a Van Gogh, così come il docu-film sull’opera di Caravaggio, entrambi vincitori di numerosi riconoscimenti, sono solo un piccolo esempio di questa nuova tendenza.



In questo contesto si inserisce “Modigliani Art Experience” proposta d’intrattenimento culturale offerta dal Mudec Museo delle Culture di Milano, in collaborazione con il Museo del Novecento – 24 ORE Cultura e CrossMedia Group, dal 20 giugno 2018 al 4 novembre 2018. Modigliani Art Experience non è una mostra, bensì un’esperienza immersiva e un racconto sul canale dell’emozione, ricostruito attraverso immagini, suoni, musiche, evocazioni e suggestioni. Il visitatore percorre tre sale, dopo per aver conosciuto l’opera autentica del Maestro Modì nella “sala scrigno”dedicata ai 2 ritratti provenienti dal Museo del Novecento e le maschere africane appartenenti alla collezione permanente del Mudec, che hanno ispirato l’opera dell’artista.



Le sensazioni visive accumulate, vengono successivamente amplificate nelle successive stanze, in cui la scomposizione, ripetizione e simulazione del tratto di Modì si prefiggono l’obiettivo di fornire un nuovo spunto d’osservazione delle opere stesse, forse meno tecnico e sicuramente più animico, quasi che per un attimo si potesse tentare di sostituirsi allo sguardo del pittore nell’atto di eseguire l’opera.


Paolo Poce © Courtesy Mudec
“Experience room” ha la funzione di introdurre nel mondo bohémien di Amedeo Modigliani, nella sua esistenza da esule livornese nella Montmartre e nella Montparnasse dei primi del Novecento; mostra il mondo da cui traeva ispirazione il pittore, le sue muse, amanti, una rappresentazione multimediale ideata da Crossmedia Group e curata da Francesco Poli. Si ripercorre la vita dell’artista attraverso un racconto tematico la proiezione spiega in ordine cronologico con suoni, immagini e parole il rapporto di Modigliani con la scultura e il suo incontro con Brancusi, il rapporto dell’artista con i suoi mecenati e mercanti, le amicizie con scrittori, artisti e letterati dell’epoca, i suoi amori (primo fra tutti quello con Jeanne Hébuterne), esplorando il tema delle figure femminili e i nudi nella sua arte. Accanto però al filo cronologico è fondamentale sottolineare come il curatore Francesco Poli abbia individuato due influssi nel primitivismo del Maestro, che emergeranno dalla trama del video-racconto: un primitivismo di matrice internazionale o che guarda alla produzione dei popoli nativi, riconducibile alle ricerche degli artisti d’avanguardia della Parigi di fine Ottocento e primi del Novecento, e un altro influsso derivante dai ‘primitivi’ italiani del ‘200/’300 e più in generale dai grandi classici della storia dell’arte italiana. Modigliani, che si inserisce nel palinsesto degli artisti del ‘900 sui quali si focalizza la proposta culturale delle istituzioni milanesi, si è spesso ispirato ad opere di origine egizia, Idoli, maschere africane, statue cicladiche, per citarne alcuni.

Proprio a questi incredibili reperti è dedicata la mostra “Idoli” promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue, recentemente presentata a Milano e prossima all’inaugurazione presso Palazzo Loredan a Venezia il 15 settembre 2018. “Il potere dell’immagine” unisce con un filo sottile opere raffiguranti il corpo umano del 4000-2000 a.C. a produzioni artistiche moderne, continuando ad esercitare nell’animo dell’artista una costante fonte d’ispirazione e fascinazione. 

La Fondazione Giancarlo Ligabue propone una collezione di rarità, uniche per valore scientifico e storico-culturale. Gli idoli proposti nel percorso espositivo sono permeati da una valenza simbolica coinvolgente ed enigmatica, rivelando una società poliedrica e sfaccettata, che si confrontava con tematiche di ambiguità sessuale, ad esempio, religiose e ludiche o artistiche come la musica. La mostra si compone di 100 reperti percorrendo un ampio spazio geografico, che si estende dalla penisola Iberica  alla valle dell’Indo, dalle porte dell’Atlantico fino ai remoti confini dell’Estremo Oriente, in un’epoca di grande transizione, in cui i villaggi del neolitico si evolvono a poco a poco nelle società urbane dell’età del bronzo. 

Affiorano influenze e contaminazioni, che si manifestano in modo visibile nell’utilizzo di pietre non locali, mentre sul piano immateriale queste stesse si riscontrano in ambiti quali la musica o primitiva forma di religione. Le linee semplici e geometriche degli Idoli, l’intensità data dalla profonda valenza simbolica, sono la perfetta amalgama di cui è costituita la forza evocatrice di un’immagine “eidolon” senza tempo, inalterabile ed eccezionale.


Elena Arzani


Nell'immagine sopra: Suonatore di arpa cicladico 

Thera (Santorini) Antico Cicladico II (2600-2400 a.C.)  - Marmo, alt. 16,5 cm, largh. 5,5 cm - Badisches Landesmuseum, Karlsruhe 


Per informazioni:
Modigliani Art Experience
MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56)
Dal 20 giugno al 4 novembre 2018

Idoli. Il Potere dell'immagine
Palazzo Loredan, Venezia
Dal 15 settembre 2018 al 20 gennaio 2019