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#ilSalotto - "Vi racconto la mia Rosalia, patriota senza padroni"

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La ragazza di Marsiglia 
di Maria Attanasio 
Sellerio, 2018

pp. 400

€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

Al cimitero del Verano di Roma c’è un loculo sulla cui lapide è scritto: “esempio alle donne italiane di maschie virtù patriottiche e gentili virtù domestiche”. Se le gentili virtù domestiche non stupiscono sulla tomba di una donna morta nel 1904, lo stesso non si può dire delle maschie virtù patriottiche. Dentro quel loculo ci sono i resti di una donna che ha voluto essere seppellita con la camicia rossa dei garibaldini, dell’unica donna che partì da Quarto per la spedizione dei Mille (ma in realtà non l’unica donna che partecipò all’impresa: tra le altre c’erano anche Antonia Masaniello e Jessie White). La donna in questione è Rosalia Montmasson, originaria della Savoia e seconda moglie di Francesco Crispi. 
Sono pochissimi gli scritti su Rosalia Montmasson, l’unica monografia italiana su di lei è Una donna tra i Mille di Renato Composto, pubblicato nel 1989; altre informazioni si trovano nella biografia di Francesco Crispi a cura di Christopher Duggan (Creare la nazione. Vita di Francesco Crispi, del 2000). Da questi scritti, e dalle notizie biografiche trovate online e negli archivi, è partita Maria Attanasio, che di Rosalia Montmasson ha fatto un personaggio letterario, la protagonista del suo ultimo libro La ragazza di Marsiglia. Un libro particolare, perché è un romanzo storico che ha molto del saggio, con un’accurata appendice finale in cui si ricostruiscono le fonti, la bibliografia e le curiosità alla base del lavoro dell’autrice.
L'autrice al Salone del libro di Torino tra Nadia Terranova
e Alessandro Barbero
Un grande lavoro di svelamento, per riscoprire una figura unica della storia italiana, assurdamente e volutamente oscurata. Per questa ragione al Salone del libro di Torino Nadia Terranova, che ha presentato il libro insieme all’autrice e ad Alessandro Barbero, ha detto che La ragazza di Marsiglia è un romanzo femminista. E con ragione, perché Rosalia è stata una donna che ha fatto dell’indipendenza la cifra di tutta la sua vita. Non ha mai avuto padroni: riesce ad ottenere dal padre il permesso formale di poter prendere uno sposo di sua scelta. Sceglie Francesco Crispi, conosciuto a Marsiglia, con cui va a convivere e lotta per la causa di un’Italia indipendente e repubblicana. Un amore consacrato da un missionario inquieto sull’isola di Malta, nel 1854, e poi vissuto con intensità tra l’Italia, Parigi e Londra, tra cospirazioni, attività carbonare e documenti segreti nascosti tra i capelli o ingoiati. E poi nel maggio del ‘60 la partenza da Quarto per la storica impresa, a cui Francesco non vuole assolutamente che lei partecipi. Ma Rosalia riesce con determinazione a convincere Garibaldi in persona ad accogliere anche lei nella spedizione: 
Dopo circa un'ora la porta si aprì, prima ancora che Fransuà potesse bloccarla si precipitò verso il Generale, supplicandolo di concederle un colloquio. Da sola.
«Certamente», le rispose Garibaldi che, cedendole galantemente il passo, l’invitò a entrare.
I tanti che sostavano nel salone di Villa Spinola sentirono, senza però cogliere esattamente le parole, due voci altercarsi, abbassare il tono, di nuovo rialzarlo.
Un basso parlottare, infine. La porta riaprirsi.
E l'annuncio. Spiazzante: Rosalia Montmasson è autorizzata a far parte della spedizione. 
Poi, dopo l’indipendenza dell’Italia, iniziano le crisi. Francesco diventa monarchico e viene eletto deputato, Rosalia rimane repubblicana. Francesco ha varie relazioni, dei figli, e vuole sposarsi con quella che la storia ricorderà come la sua moglie ufficiale: Lina Barbagallo. Riesce a dimostrare che il matrimonio a Malta è nullo perché non regolarmente registrato e, anche se accusato di bigamia, riesce comunque a rimanere al potere. E a far dimenticare che Rosalia è stata sua moglie, ma soprattutto una patriota italiana. Rosalia rimane a Roma ma scompare dalla storia. Pare che i rapporti tra lei e Francesco riprendono alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento. Lei non gli perdona il grande dolore inflittole, ma lo ascolta e consiglia – sempre da repubblicana – con cordialità e grande dignità. Neanche Francesco è mai stato il suo padrone. 

Dopo il Salone del libro di Torino ho incontrato di nuovo Maria Attanasio in occasione della presentazione del libro alla libreria Cavallotto di Catania. E qui abbiamo parlato di come intreccia le sue storie, di Rosalia e di resistenza femminile.

Come e perché hai deciso di riportare alla luce una figura femminile nascosta? 
L'autrice alla libreria Cavallotto di Catania con Dario
Stazzone e Nicoleugenia Prezzavento
Quando recupero le esistenze oscurate di donne è perché loro stesse, in un certo senso, sono venute a me, attraverso incontri casuali che possono avvenire tramite un libro, una cronaca locale, un archivio che visito. Quando incontro queste donne poi non posso che scriverle, è come se loro stesse me lo chiedessero con forza. Le persone che poi nei miei romanzi diventano personaggi sono sempre donne, finora ha fatto eccezione solo il protagonista del libro Il falsario di Caltagirone. Mi interessa la storia passata, e le donne che all’interno di questa dicono di no. E ce ne sono in ogni secolo! È una resistenza che mi solletica dal punto di vista immaginativo. 

Sarebbe possibile ripetere con altre figure la stessa operazione che hai fatto con Rosalie? Certamente, e già l’ho fatto in passato, con Francisca, protagonista di Correva l’anno 1968 e nella città avvenne il fatto memorabile; con Caterina, protagonista del racconto Delle fiamme, dell’amore (in Piccole cronache di un secolo). A me interessa la microstoria, proprio questi episodi di cronaca cancellati: quando si ha solo una piccola traccia di vita, e da lì partire per inventare una storia. 

Parlaci del grande lavoro di ricerca che sta dietro al romanzo La ragazza di Marsiglia 
La ragazza di Marsiglia è un caso diverso, perché lì non c’è una microstoria dimenticata, ma una storia cancellata, che si inserisce pienamente nella grande Storia. Questo cambia tutto, anche i rapporti fra i personaggi. Mentre nei casi di cui parlavo prima la storia faceva da fondale, ora la storia è protagonista perché la ragazza di Marsiglia c’era dentro in prima persona. Quindi ho dovuto fare un lavoro diverso, tramite archivi, biblioteche, musei…ad esempio sono stati fondamentali i contributi documentari del Museo del Risorgimento di Roma e del Museo del Risorgimento e Istituto mazziniano di Genova. 

Serena Alessi e Maria Attanasio
Secondo te quanto hanno contato le donne (e i personaggi femminili) nella costruzione dell’identità italiana? 
Molto. Penso a Enrichetta di Lorenzo, la compagna di Pisacane che lasciò marito, casa e figli per seguire il suo compagno e combattere per l’Italia – a Cristina di Belgiojoso…ce ne sono tante di donne che parteciparono al Risorgimento. Tra loro Rosalia è una figura di primo piano, anche se è cancellata sia dalla grande storia che dalla storia minore. Il fatto che su di lei non sia rimasto niente è ancora più assurdo considerando che è l’unica donna che ha partecipato alla spedizione dei Mille. Durante i moti del '48 il movimento libertario ha investito uomini e donne. E pensa che in quegli anni c’erano delle riviste in cui le donne chiedevano il diritto di voto. In una di queste si propone perfino un modello di divisa per le donne, perché quando c’è stata la repubblica romana nel '49 le donne volevano esserci, e volevano esserci in divisa. 

Quali sono i tuoi modelli e a chi ti sei ispirata nello specifico per questa opera di ripescaggio? 
I miei modelli vanno da Manzoni a Stendhal, da Yourcenar a Banti… Anna Banti, una grande scrittrice purtroppo poco conosciuta. I miei riferimenti quindi sono i classici del romanzo storico, e poi per certi versi anche Sciascia. Il romanzo storico, da De Roberto, è sempre stato molto presente in Sicilia, anche se è stato quasi sempre appannaggio degli uomini, soprattutto il romanzo sul Risorgimento. Tanti dei grandi scrittori, dal Pirandello de I vecchi e i giovani a Consolo, si sono cimentati col romanzo storico. E anche io ho l'ho sentita questa forte esigenza di riesaminare la storia e confrontarmi col Risorgimento. 


Serena Alessi 
@serealessi