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#ScrittoriInAscolto - Comandante Alfa a rapporto

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Missioni segrete
di Comandante Alfa
Longanesi, 2018

€ 16,90 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)
Nella cornice suggestiva del forte austriaco Nugent, in occasione del centosettantesimo anniversario della Carica dei Carabinieri del 1848, viene ospitato il primo evento della rassegna culturale "La carica dei libri", la presentazione dell'ultimo libro di Comandante Alfa. L’incontro inizia, con quaranta minuti di ritardo, attraverso un lungo video celebrativo dell'operato dell'Arma dei Carabinieri e del GIS, il Gruppo Intervento Speciale. Immagini d'impatto montate ad arte per commuovere ed emozionare, la musica travolgente di un film d'azione, discorsi improntati ai più sofisticati stratagemmi retorici: tredici minuti abbondanti. La gente applaude con entusiasmo, mentre l'uomo di punta del GIS entra, in divisa e passamontagna. Mio marito mi guarda di sottecchi, secondo me si chiede dove l'ho trascinato. Il timore forte è quello di assistere al mero dispiegarsi di un patriottismo fanatico ed eccessivo. 

Per fortuna, si entra subito nel vivo del libro, e l'incontro si rivela di tutt'altro tenore rispetto agli esordi. Missioni segrete è un diario, una raccolta di testimonianze legate alle spedizioni di Comandante Alfa, uno dei soci fondatori del gruppo operativo speciale dei Carabinieri.
Lui è un uomo carismatico, sicuro di sé, dall'eloquio fluido che coinvolge gli astanti (pubblico variegato, molti bambini affascinati presenti in sala): 
Io non ho mai dato ordini: i capi danno ordini, io non ne ho mai avuto bisogno perché mi hanno sempre seguito. I membri del GIS sono Carabinieri, non giustizieri. Sparare è semplice, ma giudicare non è un nostro compito.
I suoi ragazzi sono "eroi", perché giovanissimi scelgono una vita completamente diversa dai loro coetanei. Vivono insieme, sempre a disposizione, e devono fare molte rinunce. È fondamentale quindi la capacità di scindere il lavoro dal privato: in questo caso il mefisto aiuta moltissimo.
Noi non siamo degli squilibrati mentali, degli esaltati, dei Rambo, siamo dei Carabinieri che hanno scelto una missione un po' più difficile di altre.
A differenza di quanto si pensa comunemente, il compito dell’Arma non è solo connesso al territorio. Comandante Alpha afferma con orgoglio che il suo è l'unico corpo speciale italiano ad essere stato scelto dall'ONU per missioni di cattura di criminali pericolosi. L'agire del GIS, e i libri che lo rendono noto, consentono di riscattare una certa fama degli italiani all'estero, farne vedere le capacità e il coraggio. 
Alfa colpisce per il tono schietto e concreto, che non indulge in giri di parole e contrasta con quelli enfatici con cui vengono letti (da altri) passi del suo libro. Con fermezza racconta episodi legati alla sua infanzia, non sempre facile, a Castelvetrano, paese in mano alla mafia e al degrado, o della sua professione. Rimpiange il tempo perso con i figli, descrive un rapporto a tratti difficoltoso a causa delle frequenti assenze: anche per questo il libro è stato utile, come strumento di comunicazione e di pacificazione. Alfa ci informa anche che il ricavato dalla vendita dei libri e dai gadget connessi viene investito in opere di riqualificazione del suo paese natale. Dice che, a costo di sembrare presuntuoso, vuole dare il buon esempio a quei suoi concittadini che, come lui, hanno avuto successo e possono fare qualcosa per migliorare la situazione critica del Sud Italia. 

Tra i passi scelti del romanzo uno, letto per il pubblico dalla scrittrice Nadia Busato, solleva un problema centrale nella squadra: sparare o non sparare? Uccidere o non uccidere? Sono in Iraq, nel pieno della “guerra dei ponti”: un giovane carabiniere del corpo speciale è appostato su un tetto da tre giorni, per difendere i compagni che operano a terra. Il brano sottolinea un aspetto non scontato delle azioni: la sofferenza legata a determinate scelte operative; è importante sottolineare e ricordare la parte umana dell'operatore del GIS, ci ricorda Alfa, "la nostra filosofia è di sparare il meno possibile e cercare di risolvere i problemi", quindi prima di tutto si deve provare a trattare col nemico tramite mediatori. 
Gli operatori del GIS non sono tanti, perché non è un lavoro semplice, mette a dura prova l'individuo. Alfa stesso non sa come ha fatto a resistere quarant'anni: forse è per la sua infanzia difficile, che gli rende il lavoro gradito; non c'è mai stata una mattina, racconta, in cui non sia andato a lavorare soddisfatto. È fondamentale non avere dubbi, perché “il dubbio mette in pericolo te e gli altri”. E comunque, sottolinea ancora, i veri eroi sono i Carabinieri che operano quotidianamente sul territorio nazionale, e affrontano ogni giorno l'imprevedibile. 
Lui spera che i suoi libri riavvicinino la collettività alle forze dell'ordine, troppo spesso giudicate semplicisticamente: "non è facile essere carabinieri oggi". L'Italia non è del Carabiniere, è della collettività, servirebbe perciò maggiore collaborazione tra la popolazione e l’Arma. Bisogna combattere l'omertà, ribatte più volte, facendo nomi e cognomi e riallacciandosi a un argomento che gli sta a cuore, quello della Sicilia. 

Emerge nel discorso una delle citazioni che preferisce: "Ci sono uomini di parole, e uomini di parola", bisogna evitare i primi e circondarsi dei secondi. Questo dovrebbe essere tanto più vero per quanto riguarda la politica: ma le poltrone a Roma sono comode, è più facile star seduti lì che far squadra e cercare soluzioni pratiche per i problemi. Con parole ferme risponde alle domande del sindaco di Pastrengo, facendo notare, per esempio, che le forze dell'ordine non hanno un nuovo contratto da diversi anni, o che i giovani tendono a fuggire dall'Italia, invece che valorizzare il proprio Paese, i propri paesi. L'Italia è indietro su tanti aspetti, anche su quello della sicurezza. Alfa snocciola una serie di consigli operativi (effettivamente utili) che secondo lui dovrebbero essere dati a tutti i cittadini, parte di un programma di educazione statale alla prevenzione dei rischi in situazione critiche. Nell’ultimo anno si è avuto un incremento di 300.000 porti d'armi concessi per ragioni sportive, ma i detentori sono ineducati all'uso delle armi, e questo è potenzialmente pericoloso. La conclusione è incentrata appunto su un tema che sta a cuore a molti, quello dell’educazione (e lo spirito pragmatico e di grande buon senso con cui affronta l’argomento gli vale diversi applausi dal pubblico): 
Stiamo andando nel disumano. Bisogna fare delle leggi. Al ragazzo che fa un atto di violenza bisogna dare punizioni severe, un mese di servizio militare in caserma. E bisognerebbe educare anche certi genitori.
La galera non ti educa, continua, ti fa diventare anche peggio, serve una rieducazione. La vita militare ti fa capire le regole, i doveri, le responsabilità: "La vita vera non è quella virtuale, è alzarsi la mattina, guardarsi allo specchio e non avere vergogna di se stessi". Se i ragazzi facessero la fatica di leggere questi libri, conclude, potrebbero capire qualcosa in più su disciplina e rispetto.

C’è qualcosa di profondamente onesto nel modo in cui Alfa ha affrontato l’incontro, riducendo al minimo l’autocelebrazione e concentrandosi per lo più sull’esterno, sugli obiettivi pratici della sua opera di divulgazione delle imprese del GIS. Eravamo entrati perplessi, siamo usciti convinti. Se l’intento commerciale dell’opera, che riscuote sicuramente successo presso determinate categorie di pubblico, è sicuramente presente, di certo però non è l’unico motivo della pubblicazione, e probabilmente non è quello primario dell’autore. 


Carolina Pernigo