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La crisi dell'identità sociale nel romanzo di Ernesto Aloia

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La vita riflessa
di Ernesto Aloia
Bompiani, 2018

pp. 300
€ 18,00



Premessa: quando parliamo della Vita riflessa di Ernesto Aloia dobbiamo sapere che ci troviamo davanti, nonostante l'altissima leggibilità e solo apparente volontà di intrattenimento dell'autore, a un romanzo complesso.
La vita riflessa è un romanzo complesso perché sviluppa, nelle sue circa trecento pagine, diversi temi fondamentali la cui rilevanza viene a modificarsi con lo scorrere delle pagine.
Dall'introduzione a un primo terzo del libro, infatti, il ruolo principe spetta ai temi dell'amicizia perduta e poi ritrovata, del ricordo e del tempo, ma anche della grande crisi economico-finanziaria che ha colpito il nostro mondo nel 2008: la figura di Greg, personaggio affascinante e carismatico, quasi sovrasta la più moderata presenza del protagonista Marco, uomo dopo tutto normale alle prese con i classici problemi familiari e lavorativi di chi, prima della crisi, era immerso nel mondo della finanza e ora è costretto a rinnovarsi per non annegare.
Poi però il quadro cambia. Con l'avvento di Kleos, la società creata dal protagonista e dalla sua segretaria Letizia la cui mission è riabilitare le celebrità dopo qualche affermazione scomoda, il tema vira rapidamente verso il più contemporaneo tema dell'identità digitale ai tempi dei social network: "chi siamo quando non siamo su internet?" e "quanto è delicata la nostra reputazione sociale?" diventano le domande essenziali con cui confrontarsi. Ben celati fra le pagine ma facilmente collegabili a eventi quotidiani reali sono gli accadimenti nel testo: dal cyber bullismo agli scivoloni dei personaggi famosi, che possono perdere la propria credibilità per un post di neanche 140 caratteri su Twitter, ci troviamo a domandarci quando abbiamo ceduto la sovranità delle nostre parole le quali, una volta lasciata la bocca o la tastiera, girano liberamente per un mondo inesistente eppure fin troppo reale. Internet nasconde ma non ruba, verrebbe da dire parafrasando un vecchio detto popolare.
Da Kleos a Twins, il social network pensato da Greg, sviluppato da Marco e prodotto da Amit Roy, ex collega di Greg ora a capo di una potente impresa di IT, il passo è brevissimo. Twins, inizialmente progettato per facilitare le connessioni fra utenti reali attraverso le interazioni simulate dei loro avatar, si afferma subito. Twins infatti ha accesso a tutte le informazioni, pubbliche e private, degli utenti; e gli avatar non sono solo immagini statiche (come i profili Facebook di oggi), bensì "proiessenze", essenze delle persone proiettate nel mondo virtuale e instancabile di internet. Gli avatar interagiscono h24, si sviluppano, crescono, migliorano a velocità sorprendente e, elemento fondamentale, sopravvivono alla morte dei proprietari.
Ecco dunque nascere, con questa "terza" fase della Vita riflessa di Ernesto Aloia, nuovi interrogativi: chi siamo veramente? Cosa resta della verità quando ciò che è vero smette di esistere? E soprattutto: siamo in grado di reggere il peso della sconfitta inevitabile che dobbiamo subire quando andiamo a paragonare le nostre persone e identità reali, necessariamente imperfette, con la perfezione empirea dei nostri avatar, bellissimi e superiori sotto ogni aspetto, ma soprattutto immortali?
Il romanzo di Aloia ci consegna tantissimi interrogativi e poche risposte, e questo è un altro elemento interessante del testo. Tutti questi grandi temi risultano posti in secondo piano rispetto alle vicende personali e agli abissi della vita del protagonista, che vive questi anni (2008-2018) fra alti e bassi, con una moglie con cui ha perso ogni contatto, una figlia che non vede mai perché vive all'estero e delle amicizie sbiadite come il sole invernale. È forse in questo aspetto che si gioca l'aggettivo del titolo: non solo su Twins la vita reale è riflessa come in uno specchio deformante e magnifico, ma anche tutta questa situazione viene vissuta in modo riflesso da noi lettori, attraverso gli occhi apatici del protagonista.
C'è da dire che questo secondo aspetto incuriosisce: i grandi temi vengono appunto vissuti in modo smorzato. Pagine e pagine che potrebbero riguardarli e approfondirli in maniera viscerale vengono invece dedicate a eventi che appaiono di poco rilievo, quotidiani, come la depressione del protagonista o la ricerca universitaria della figlia Serena. A proposito di Serena, rilevante è la sotto trama dedicata alla sua ricerca sul bisnonno, prigioniero di guerra ai tempi delle SS: una ricerca classica, svolta non tramite la rapidità infaticabile di internet bensì attraverso archivi, lettere, diari e lunghissimi spostamenti attraverso la sconfinata Germania. Aloia ci presenta qui due tipi di memorie: la memoria contemporanea, di facile accesso e consumo, cotta-e-mangiata, del world wide web contrapposta alla memoria storica, complessa e stratificata ma fatta di persone reali e di sangue e carne.
E il finale arriva inaspettato, pacato, con i temi ancora da esplorare a fondo, in attesa come se l'autore abbia voluto farci solo assaporare le potenzialità distruttive della sua stessa creatura, Twins. O come se un seguito del romanzo sia previsto, qualcosa che possa darci la soddisfazione di leggere cosa accadrebbe a un mondo in cui le vite virtuali fossero più rilevanti di quelle reali.
La vita riflessa è dunque un romanzo ben strutturato, forte, e dal grande impatto emotivo. Leggendo, non ho potuto non gettare la mente alle puntate più inquietanti (e dunque migliori) di Black mirror. E questo paragone è decisamente un punto a suo favore.

David Valentini

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