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#RileggiamoConVoi - febbraio 2018

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Febbraio in provincia di Pavia - foto di @gloriaghioni

Cari lettori,
eccoci a fare i conti con la fine del mese più corto dell'anno! Come sono andati questi primi due mesi di letture? Noi pensiamo che ci siano già delle piccole perle tra le novità del 2018 e i ritmi di lettura si fanno sempre più sostenuti per cercare di non restare "indietro" e recensire il più possibile per tenervi aggiornati.
Ma eccoci al momento in cui pensiamo a cosa consigliarvi: non solo novità, vedrete! 

Come sempre, buona lettura, specialmente in queste giornate di freddo e neve su quasi tutta l'Italia! 

La Redazione


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Alessandra consiglia: 
Esemplare Uno, di Veronica Balocco (BookaBook)
Perché: è una storia leggera e atipica che mette a confronto la vita dei salmoni con quella di un pescatore sfortunato. Si legge in fretta purtroppo, ma si tratta di una piccola perla curiosa e insolita. 
A chi: a tutti i lettori che sono stufi delle solite trame, delle solite storie e cercano qualcosa di diverso, un sapore letterario frizzante e al tempo stesso leggero. A tutti coloro che apprezzano i racconti, le storie brevi e non si accontentano dei libri commerciali primi in classifica. Infine, consigliato a chi cerca letture alternative.
  
Cecilia consiglia:
François Truffaut. La letteratura e il cinema, a cura di Denis Brotto (Marsilio)
Perché: perché pochi registi come François Truffaut hanno saputo dimostrare le virtù del rapporto tra cinema e letteratura, tra immagini e parole, consegnando alla storia dell'audiovisivo alcuni dei suoi capolavori; perché per quanto sia già stato scritto a proposito non si smette mai di arricchire questo dibattito con nuove prospettive; perché questi atti di convegno sono scritti per tutti e non solo per gli addetti ai lavori, proprio come sarebbe piaciuto al cineasta francese.
A chi: a chi ama il regista, ovviamente, ma anche a chi non lo conosce affatto e però ne condivide la passione per la lettura e per le storie in senso lato; a chi crede nel rapporto tra le arti, oltre ogni mortificante settarismo.

Siamo tutte delle gran bugiarde. Conversazione con Giovanni Pannacci, di Paolo Poli e Giovanni Pannacci (Giulio Perrone Editore)
Perché: perché la morte di Paolo Poli ha privato la scena italiana (e non solo) di uno dei suoi più importanti istrioni e intellettuali, e la sua memoria è ancora priva di un giusto tributo; perché questa biografia-conversazione, piena di brio e di interferenze tra l'altissimo e il bassissimo, gli è fedele in tutto e per tutto
A chi: a chi ancora non si rassegna alla scomparsa del grande attore e vuole ripercorrerne la vita e la carriera alla larga da ogni saccente monografia; a chi crede che la noia sia il male numero uno, e vuole avere con se un volumetto che glielo ricordi a ogni scambio di battute.

Federica consiglia: 
Come insegnare a leggere all'uomo della tua vita, di Vincent Monadé (Garzanti) 
Perché: con un'autoironia che spesso latita in molti testi, in questo divertentissimo e godibile pamphlet viene offerto un ritratto dettagliato del genere maschile, declinato in tutti i suoi più tradizionali clichè. Un vero spasso riconoscere tanti atteggiamenti in queste poche pagine.
A chi: vuole trascorrere un paio d'ore di distensione unendo l'utile al dilettevole; ricevendo i consigli per educare il proprio compagno, si può prendere nota di una lunga lista di titoli da aggiungere alla propria libreria con la certezza che i consigli offerti siano coerenti e giustificati.

Giulia consiglia: 
La pallina assassina, di C. Olséni e M. Hansen (Bompiani)
Perché: perché i quattro arzilli pensionati che inscenano il suicidio più irreale del mondo sono esilaranti. Quando si pensa di poter mascherare un presunto omicidio con un'overdose di Voltaren premasticato e si perde l'apparecchio acustico sulla scena del delitto si può essere certi di un thriller che ha dalla sua il minimal, ma pungente, humor scandinavo.
A chi: a chi vuole incuriosire i propri ospiti. Chiunque veda in libreria un volume con il titolo "La pallina assassina" non potrà esimersi dal chiedere qualche delucidazione.

Gloria consiglia:
Storia della mia ansia, di Daria Bignardi (Mondadori)
Perché: c'è un mondo che ci impone molto spesso di nascondere ciò che proviamo per difenderci dagli altri, da ciò che potrebbe ferirci. Lea, la protagonista del nuovo romanzo di Daria Bignardi, vive "senza pelle", sente e vive fino in fondo. A costo di ferirsi. E quando il cancro le impone di prendersi cura di sé, ecco che qualcosa scatta: il lavoro creativo complicato, il rapporto litigioso con il marito,... tutto viene visto da una nuova prospettiva. 
A chi: a chi vuole sentirsi libero di sentire e a chi cerca un libro che finalmente parli senza tabù ma con molta spontaneità di malattia, amore, ansia. E speranza. 

Resto qui, di Marco Balzano (Einaudi)
Perché: si può raccontare la storia in tanti modi; Marco Balzano ci porta a Curon, vicino al passo di Resia, e lì facciamo conoscenza di Trina e della sua famiglia. Seguiamo le loro vicende, mentre la diga che avrebbe devastato e annegato il paese cresce, come crescono i drammi della guerra e le prove da sostenere. Qui la poesia che si mescola alla cronaca, alle tradizioni, alla concretezza di vita vissuta rende Resto qui un romanzo bellissimo. A questo si aggiunge lo stile letterario sorvegliato, in cui ogni parola sta proprio dove dovrebbe. 
A chi: a chi non cerca solo una bella trama, ma anche una scrittura degna di nota e il fascino di una storia che resta nella memoria, un po' come una tessera di esperienza. 

Ilaria consiglia: 
Un amore esemplare, di Daniel Pennac e Florence Cestac (Feltrinelli)
Perché: perché racconta la storia di un amore nato e cresciuto in un tempo ed in un luogo assai lontani da quelli che conosciamo, ma costituisce un buon memento per quanti dimenticano quanto la vita possa essere fragile e preziosa.
A chi: a quanti conoscono Daniel Pennac, perché lo scopriranno in una veste insolita, a quanti non hanno mai letto nessuna delle sue storie, perché se ne innamoreranno perdutamente.

Sabrina consiglia: 
Mai dimenticare, di Michel Bussi (Edizioni e/o)
Perché: perché, come tutti i gialli di Bussi, è intrigante e coinvolgente. E perché per quanto vi possiate lasciare trasportare da mille ipotesi e mille tentativi di scoprire chi è l’assassino, state pur certi che non lo indovinerete. 
A chi: in questi ultimi colpi di coda dell’inverno ha voglia di accoccolarsi su una poltrona e partire, mente e corpo, per una Normandia luminosa, ma inquietante. E a chi ha voglia di cercare la soluzione sfidando Bussi, noto per i suoi finali spiazzanti...