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La famiglia ai tempi del post-capitalismo: quando il Nido è un rifugio tutt'altro che sicuro

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Il nido
di Cynthia D'Aprix Sweeney
Frassinelli, 2017

Traduzione di Ada Arduini e Lucia Olivieri

pp. 359
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Cosa fareste se vostro padre vi lasciasse in eredità un "Nido", ovvero un fondo di risparmio che nel tempo è cresciuto oltre ogni immaginazione? Probabilmente verrebbe a tutti almeno una volta il pensiero di fare affidamento su quella piccola certezza per togliersi uno sfizio, pagare i propri debiti, concedersi un rischio notevole al lavoro,... Il problema è che la stessa idea, declinata in modi diversi, viene a tutti e quattro i fratelli Plumb. Certo, sanno tutti che non potranno toccare i soldi fino al raggiungimento del 40esimo compleanno della sorella Melody, ma tanto "il Nido" sta lì, ben protetto dalla banca. In fondo, l'unica ad avere diritto sul fondo anzitempo è la madre. E secondo voi che cosa viene in mente alla madre, quando uno dei figli, Leo, ha un terribile incidente in auto e la ragazza che sta con lui (in condizioni a dir poco compromettenti) subisce l'amputazione di un piede? Leo va tolto dai guai, chiuso per un po' in una clinica di disintossicazione, con la certezza che i fratelli capiranno... Muove da qui, dall'uscita di Leo dalla clinica e dall'incontro-scontro inevitabile con i fratelli, una vicenda tutt'altro che prevedibile. E mentre aspettiamo con Bea, Melody e Jack l'arrivo di Leo all'Oyster Bar, ecco che sorseggiamo le loro vite, gli antefatti che li hanno portati lì in uno stato di totale turbamento ignorando ciò che sta avvenendo, a loro completa insaputa, in contemporanea.
Ecco che allora la galassia familiare traccia orbite del tutto inattese, tra nebulose e momenti di luce assoluta, fin dalla prima pagina. Ogni tanto i personaggi si perdono nei propri moti di rotazione, incappano nei buchi neri della propria vita e si concentrano solo sull'introspezione; poi, però, il moto di rivoluzione ha la meglio e sono tutti costretti a ruotare attorno ad altri personaggi, talvolta loro malgrado, attratti da forze magnetiche e/o repulsive... Satelliti della narrazione affiancano i pianeti principali: due figlie gemelle, tra ansie di differenziarsi e incapacità di confessare la propria diversità, identitaria e sessuale; un compagno gay assolutamente accomodante, paterno e presente oltre l'inverosimile; un marito più o meno assente, alle prese con la crisi economica; la propria agente letteraria insoddisfatta, che si confronta con una delle ultime possibilità di diventare madre. Quali sono le relazioni di questi satelliti con la galassia Plumb? È tutto da leggere, senza togliere la sorpresa di colpi di scena a dir poco inquietanti. Certo, prima bisogna tenere bene a mente relazioni e incontri/scontri, o diventa complesso orientarsi in questo universo complicato e intervallato da continui zoom su questo o quel personaggio. Ma anche perdersi è piacevole; basta lasciarsi trasportare dalle loro orbite tutt'altro che prevedibili e accettare, di tanto in tanto, che questi personaggi siano molto più riflessivi e auto-coscienti di metà della popolazione attualmente vivente. Sì, ha dell'impossibile, ma è proprio così: anche Leo, con tutti i suoi colpi di testa che lo rendono un immaturo e un insoddisfatto cronico, si conosce molto bene e si perdona con una facilità a tratti stordente. D'altro canto, non ha forse pagato (grazie al Nido) una somma importante alla ragazza ferita? Dunque è normale non sentirla più, non rispondere alle sue telefonate, e il tutto senza sentirsi in colpa.

È chiaro che il romanzo, al di là delle intricate vicende familiari, affronta un altro tema più stimolante, con risvolti etici: cosa può fare il denaro? O meglio, che cosa può fare la promessa di denaro? In positivo e soprattutto in negativo, la ricaduta è notevolissima: si mette in dubbio la propria integrità, i rapporti sociali e familiari scricchiolano e minacciano di esplodere... Eppure guardarsi allo specchio resta facile: la tentazione del dio denaro è onnipresente, anche in questa società post-capitalistica che vede il denaro quale promessa, ormai lontana dall'arricchimento facile di trent'anni fa. E come un personaggio minore che imparerete a conoscere non osa rinunciare al Rodin trovato tra le macerie dell'11 settembre, considerato un dono della moglie altrettanto sepolta dalla tragedia, ogni protagonista non osa rinunciare alla propria quota di Nido. Anche se il Nido è ormai perso. 

GMGhioni