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Il Salotto - Insieme a Luisa Finocchi per festeggiare un anno di Laboratorio Formentini per l'editoria

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Oggi, 21 settembre, è un grande giorno per il Laboratorio Formentini per l'editoria: in un solo anno, ha raggiunto un numero incredibile di incontri e momenti di confronto, con professionisti dell'editoria, dell'università e del mondo sfaccettato della scrittura. Poco tempo, dunque, ma già la capacità di muovere la vita culturale milanese in modo davvero considerevole, intrecciandosi a iniziative e mostre, progetti e festival.
Chi di voi fosse a Milano e volesse festeggiare, non ha che da scegliere entro il programma preparato per oggi, visibile già in homepage (clicca qui).  

Vista la felice eccezionalità di questo progetto, che speriamo non smetta di sorprenderci anche nel suo secondo anno di appuntamenti, abbiamo intervistato la Luisa Finocchi, direttrice della Fondazione Mondadori, che ha in gestione il Laboratorio. 



Da una rapida disamina di questo primo anno insieme al Laboratorio Formentini, i numeri lasciano senza parole: 300 incontri, 10.000 visitatori e oltre 600 relatori, ma anche grandi collaborazioni e una rassegna stampa ricca di menzioni e pezzi dedicati. Quali nuove sfide si propone il Laboratorio per il suo secondo anno?
Forse la sfida maggiore sarà quella di conquistare nuovi pubblici, vale a dire persone che non sono direttamente coinvolte nel mondo dei libri: è una cosa che, almeno in parte, è già accaduta durante il nostro primo anno, con le collaborazioni avviate con alcuni designer e con alcune iniziative legate al mondo del teatro. Più in generale, l’idea è che il distretto editoriale milanese cominci a restituire, negli spazi del Laboratorio, il proprio immenso bagaglio di conoscenze e competenze professionali, mettendolo a disposizione di categorie di persone che non sono in stretto contatto con questo mondo: penso ai bambini ma anche, agli stranieri, per i quali stiamo pensando di ospitare iniziative legate all’insegnamento dell’italiano.


Nei festeggiamenti per il suo primo compleanno, vi occuperete molto di lingua italiana seconda, ovvero di italiano per stranieri, grazie anche a una mostra, “Parliamoci”. Quali sono, a suo avviso, le maggiori esigenze di Milano in merito a questa problematica? Vi è la necessità di una sensibilizzazione?
Credo di sì: l’integrazione a tutti i livelli, da quello lavorativo a quello sociale, può avvenire davvero solo se si abbattono le barriere linguistiche.

Progetti interdisciplinari e interculturali sono due Leitmotiv che percorrono il calendario fittissimo di appuntamenti: quali altre parole-chiave ricondurrebbe alla “filosofia” del Laboratorio Formentini?
L’accoglienza: il Laboratorio è uno spazio virtualmente aperto a tutti. Del resto, se ci pensa, una città come Milano è in qualche modo una capitale dell’accoglienza – e non mi riferisco solo all’immigrazione, ma anche al fatto che una città a “vocazione editoriale” come Milano è una città che da secoli ospita, traduce e diffonde il pensiero.

Per il nuovo anno avete pensato anche a una presenza in streaming o in podcast per aprire le porte del Laboratorio a chi non abita a Milano o non può partecipare agli eventi in diretta?
Sì, da quest’anno i podcast di ogni evento saranno scaricabili gratuitamente dal nostro sito.

Il Laboratorio si è avvalso e si avvale tuttora di pregevoli collaborazioni con molti enti e istituzioni. Quale ruolo hanno le università?
C’è una stretta e fitta collaborazione con varie università italiane: ovviamente quelle di Milano, dall’Università degli studi, alla Bicocca, dal Politecnico alla Bocconi, dalla Cattolica allo Iulm. Ma abbiamo progetti aperti con Pavia, Torino, Siena e Roma e siamo aperti a collaborare con altre realtà, per promuovere la cultura editoriale e la storia del lavoro editoriale. Con le università organizziamo convegni, mostre, laboratori e alcuni docenti sono coinvolti direttamente nella progettazione delle iniziative promosse dal Laboratorio.

Tra poco si inizierà a parlare anche di Bookcity: sarete presenti? Potete già anticiparci qualcosa?
Non solo saremo presenti: la sede di Bookcity è qui in via Formentini e quindi gli scambi sono costanti e proficui. Come lo scorso anno, poi, nelle giornate di Bookcity il Laboratorio sarà uno dei poli dedicati al lavoro editoriale e nel corso dell’anno ospiterà molte delle iniziative promosse all’interno del progetto Bookcity per le Scuole.

Per chi ama la lingua italiana, come i lettori del nostro sito, ci sono rassegne di incontri dedicati a questo tema?
Assolutamente sì: per esempio, a partire dal 14 ottobre partirà un ciclo di incontri organizzati da Mariarosa Bricchi dedicati proprio a quello. Si intitola Come sta (e dove va) l’italiano e avrà ospiti illustri come Antonelli, Patota e Beccaria.

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Intervista a cura di GMGhioni