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#SpecialeSCUOLA - Mattia Signorini e l'apertura della scuola Palomar

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Mattia Signorini è un vulcano di idee e progetti: basta seguirlo sui social network da lui aggiornati costantemente per rendersi conto di quanto il desiderio di condividere l'esperienza accumulata in anni di lavoro da una parte all'altra del mondo editoriale vada di pari passo o quantomeno non escluda del tutto il lavoro, necessariamente solitario, di scrittura. Ma soprattutto risulta subito evidente quanto sia forte la volontà di impegnarsi nel panorama culturale non soltanto mediante la pubblicazione di romanzi e articoli, ma anche di mettere a disposizione degli aspiranti scrittori la propria esperienza, il talento e il naturale entusiasmo per aiutarli ad inserirsi in un contesto tanto stimolante quanto difficile. Raggiungiamo quindi Signorini per una chiacchierata molto interessante in occasione dell'avvio dei corsi il prossimo ottobre presso la scuola di scrittura da lui creata, Palomar. 

A ottobre iniziano i corsi della Scuola di Scrittura da te creata: come è nata l’idea di questo progetto? È interessante e davvero lodevole che un giovane scrittore di successo si adoperi per aiutare altri che come lui vorrebbero intraprendere questa strada e senza dubbio è una bella sfida.
Ho vissuto a Milano quattro anni, dove mi occupavo per un’importante agenzia letteraria, la Vicki Satlow Literary Agency, di curare lo scouting di scrittori esordienti, dalla scelta dei romanzi al lavoro sul testo prima di presentarlo agli editori. È un lavoro nato inizialmente per scommessa con la stessa Vicki Satlow, che prima di tutto era ed è la mia agente, e che poi si è trasformato in qualcosa di molto serio. Ho lavorato con una media di 5-6 esordienti all’anno, quasi tutti poi pubblicati per grossi gruppi editoriali, e con molti autori già affermati. 

Cosa pensi del ruolo delle scuole di scrittura nella formazione di uno scrittore? Mi spiego meglio: il talento letterario secondo te fino a che punto può essere “insegnato”? 
Quello che viene chiamato talento, e che a mio avviso è la capacità mostrare le cose con un punto di vista che si inclina di uno o due gradi, non credo si possa insegnare. È un modo di guardare il mondo, che viene molto prima della scrittura. Quello che però si può insegnare è come costruire una storia, come mettere cioè in narrativa quel particolare modo di osservare le cose. 


Nel tuo progetto un ruolo importantissimo è giocato dall’agenzia letteraria Vicki Satlow; in questo modo credi ci siano più possibilità per i tuoi studenti di riuscire a pubblicare? Spesso il ruolo delle agenzie letterarie non è molto noto al pubblico, e gli aspiranti scrittori mandano i loro manoscritti direttamente alle case editrici, quali pensi siano i vantaggi di affidarsi ad un’agenzia? 
 Con Vicki Satlow abbiamo un accordo di esclusiva. Con la scuola proseguirò, da una postazione più periferica rispetto a Milano, che è il Veneto, lo stesso lavoro che facevo in agenzia. Abbiamo un rapporto reciproco di totale fiducia, e lei sta seguendo passo passo lo sviluppo della scuola. Se chi passa alla scuola Palomar scriverà un buon libro, farò di tutto perché veda la luce. Mi stanno scrivendo anche editori per avere segnalazioni di nuovi scrittori validi. A dispetto di quanto si creda, l’editoria cerca sempre nuove e belle storie, e quando le trova è disposta a pubblicarle. Essere sotto contratto per un’agenzia letteraria come quella di Vicki Satlow significa non essere mai abbandonati, e la concreta possibilità di pubblicare i propri libri all’estero. Ci tengo molto a precisare anche questo: la scuola Palomar è contraria a ogni forma di editoria a pagamento. Chi arriverà a pubblicare lo farà per merito e non perché è disposto a tirare fuori denaro per la pubblicazione o per l’acquisto di copie. Ogni nostro studente sarà sempre scoraggiato a pubblicare il proprio lavoro pagando. 

Puoi spiegarci la differenza tra il master di narrazione e il corso di scrittura? 
 Il Corso di scrittura è serale e prevede 10 lezioni di 2 ore ognuna. Si lavorerà sulle tecniche base di scrittura e sullo sviluppo di un racconto. È rivolto principalmente a chi ha la passione dello scrivere, ma non lo fa o non lo ha fatto continuativamente nella sua vita. Il Master di narrazione invece ha una durata di 8 mesi, per 2 weekend al mese. L’obiettivo è quello di scrivere un romanzo, seguiti anche da un editor professionista, e che prevede incontri con scrittori ed editori. È rivolto a chi ha già una certa dimestichezza con lo scrivere e a chi impiega molto del suo tempo a farlo. 

Un’iniziativa molto interessante e originale è il fatto che la tua scuola sia in un certo senso itinerante, offrendo la possibilità a chi non può recarsi in Veneto o preferisce essere seguito individualmente, di un percorso alternativo: ci spieghi meglio in cosa consiste questo progetto?
Questo progetto è ancora in via di attivazione. Sto contattando professionisti della scrittura, da scrittori a editor che lavorano per i grandi editori. Quello che vorrei fare è dare la possibilità, a chi non può venire in Veneto, di “assaggiare” la scuola Palomar attraverso un workshop di una giornata dove l’intero lavoro sarà svolto sui racconti dei partecipanti. Sono convinto che la teoria serva a ben poco se chi scrive non capisce cosa sta sbagliando in prima persona. 

Come si legge sul sito, “la vocazione della scuola Palomar è quella di fare scouting”: in questo la tua quadriennale esperienza lavorativa presso l’agenzia che ti rappresenta anche come scrittore sarà stata molto importante… Mi sembra di capire quindi che sia la ricerca del talento l’obiettivo principale, talento poi da coltivare con i mezzi messi a disposizione dalla scuola, è corretto? 
 Tra le persone che si stanno iscrivendo, c’è chi vuole solo fare un’esperienza, provare a coltivare meglio quello che, per loro ammissione, è e rimarrà solo un hobby. Poi c’è chi aspira a trasformare la scrittura in un lavoro. Ai secondi dico sempre che prima di pensare alla pubblicazione, bisogna scrivere il miglior libro possibile. Se poi sarà davvero un buon libro, i contatti e le porte aperte per pubblicare ci sono tutti. Il mio obiettivo, che ripeto a tutti quelli che lo chiedono, è quello di tirare fuori uno o due scrittori buoni ogni anno. Non ho la bacchetta magica e non sarei mai in grado di portare alla pubblicazione tutti quelli che si iscrivono. Qualunque scuola di scrittura mentirebbe se dicesse il contrario. C’è quella cosa di cui parlavi sopra, il talento, su cui purtroppo non posso lavorare. E ce n’è un’altra: l’impegno che ci metterà chi decide di intraprendere questo percorso. Scrivere un romanzo significa anche scegliere di dedicarci molto tempo.

All’interno della scuola quale ruolo ricoprirai nello specifico? Insegnerai direttamente agli studenti? Marcello Ubertone e Cristina Chinaglia, due insegnanti della scuola, sono come te entrambi molto giovani: come nasce la vostra collaborazione? 
 Insegnerò principalmente al Master di Narrazione e ai Corsi di scrittura avanzati. Marcello Ubertone, che è non solo l’editor dei miei romanzi, ma la persona più appassionata alle storie e precisa che conosco, terrà i Corsi di scrittura base e lavorerà singolarmente con gli studenti del Master sui loro romanzi. Per quanto riguarda Cristina Chinaglia, che è un’attrice di teatro a livello nazionale, e che ha lavorato con Giorgio Albertazzi e Pupi Avati, al Master insegnerà come rendere una storia il più reale possibile. Lei, ad esempio, ha un orecchio formidabile per i dialoghi. Ma non ci saranno solo loro. Altri professionisti si stanno avvicinando alla scuola Palomar, e sicuramente alcuni di loro terranno lezioni al Master. Ho deciso di scegliere come insegnanti solo persone che godono della mia profonda stima e che già lavorano in questo ambiente ad alto livello. Credo sia l’unico modo per offrire la massima qualità. 

Uno dei progetti della scuola Palomar è anche la collaborazione con le scuole superiori della zona di Rovigo: puoi dirci qualcosa di più? La scuola è senza dubbio il contesto privilegiato per formare giovani lettori e scrittori, come pensi verrà accolta tale iniziativa? 
 Ci sto lavorando proprio in questi giorni. Sto creando un format nuovo, un percorso intenso con gli studenti che non darà un ulteriore carico di lavoro a casa che poi vorrei allargare ad altre province. Ci tengo tantissimo, proprio perché la scuola superiore è il momento in cui si inizia a scegliere davvero la direzione che prenderà la propria vita. Quello che posso dire già da adesso, è che sarà completamente gratuito: tutti gli studenti devono avere la possibilità di avvicinarsi alla lettura e alla scrittura. 

Parliamo del post corso: gli studenti meritevoli saranno seguiti nel loro lavoro dall’agenzia letteraria partner della scuola, ma per coloro che dovessero rendersi conto di essere più portati per un lavoro non autoriale ma dietro le quinte della scrittura? Ci saranno possibili sbocchi anche per questa categoria di studenti? 
La scuola Palomar ha scelto di concentrarsi sulla narrativa. È chiaro che comunque noi apriremo porte, ma la decisione e l’impegno di entrarci spetterà come sempre alla singola persona. 

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 Intervista a cura di Debora Lambruschini