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Da quei bravi ragazzi che si sono inventati Pearl Harbor

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Da quei bravi ragazzi che si sono inventati Pearl Harbor
di Jerry Della Femmina
Bur - 335 pagine - 12,50 euro


Forse avrei dovuto aspettarmelo da un libro che parla di pubblicità e pubblicitari, che fosse venduto bene, ma ci sono proprio cascata in pieno. Quando ho preso fra le mani il libro di Jerry Della Femina e letto lo strillo Il libro di culto che ha ispirato Mad Men ho immaginato Don Draper, e Roger Sterling (soprattutto l'affascinante Roger Sterling), l'America degli anni cinquanta e tutto quello che fa loro da contorno.
Certo non mi aspettavo di ritrovare nomi, luoghi e situazioni, ma qualcosa di simile si, qualcosa anche, e forse qui l'errore è mio, di narrativo, descrittivo, che sapesse rendere quella società e  quel lavoro.
Inutile dirvi che mi ero sbagliata: Da quei bravi ragazzi che si sono inventati Pearl Harbor è una raccolta di aneddoti, probabilmente veri, ma niente di più. Dal particolare non si passa mai al generale, al racconto di costume, al quadro sociale. Non si arriva neanche ad un discreto approfondimento dei personaggi, dei loro caratteri. Il protagonista è un pubblicitario, il prototipo, e i pubblicitari sono presentati come uguali, interscambiabili, funzionali al racconto minuto, all'aneddoto appunto, incapaci per questo di generare simpatia e affetto.
Col senno di poi non mi stupisce che la strategia di marketing si sia orientata sull'esterno, sulla serie televisiva (Mad Men, prodotta per AMC, giunta per il 2012 alla sua quinta stagione) che, soprattutto in America, ha raggiunto il successo forse proprio perché ha saputo fare quel passo in più.
Nel complesso la sensazione che lascia questo libro è di occasione sprecata e, nel descriverlo, potrei utilizzare la locuzione preferita di tutte le maestre della storia: non che non sia intelligente, è che non si applica.
In compenso le 335 pagine si leggono proprio in fretta, se avete un pomeriggio in più da passare davanti al camino.