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#CritiComics - Il Dracula di Michele Monteleone e Fabrizio des Dorides

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Roberto Recchioni presenta: I Maestri dell'Orrore
Dracula
di Michele Monteleone e Fabrizio des Dorides
Star Comics, 2015

pp. 111
€ 15.00 

Il Dracula di Bram Stoker non è altro che un memorandum messo insieme dai coniugi Harker sette anni dopo le vicende che li hanno coinvolti. Una cronistoria ricostruita dai diari dei protagonisti, dalle lettere e da altri contributi scritti (articoli di giornali, memorandum medici) che non è solo una complessa e perfetta architettura narrativa per rendere più vero e quindi spaventoso il racconto, ma è la struttura portante su cui Stoker poggia la sua idea di terrore.

Pur essendo la narrazione tutta al presente, non c'è mai in Dracula la sensazione che le cose stiano accadendo nel momento in cui le leggiamo. Perché se il tempo verbale degli scritti ci avvicina ai fatti, la struttura testimoniale del racconto ci allontana da essi, non solo a causa del lasso di tempo della scrittura, ma anche in quello che riguarda la riunione delle carte per arrivare al risultato finale. Dalle vicende che ci vengono raccontate quindi, noi lettori siamo distanti sette anni e di conseguenza siamo inermi nei confronti degli orrori che ci accadono sotto gli occhi. L'orrore di Dracula sembra nascere proprio da lì, da una narrazione che avvicina continuamente il lettore ma lo respinge rendendolo inutile alle vicende narrate, eliminando in lui la sensazione che ciò che accade sulle pagine possa andare in qualche altra maniera. Il Dracula di Bram Stoker è una cronaca e il lettore è l'esclusivo spettatore di questi orrori su cui non può avere controllo in alcun modo. 


La decisione principale nell'adattare il romanzo di Stoker è decidere se mantenere inalterata la sua natura documentale, oppure renderlo un racconto al presente dove diari e lettere sono quasi del tutto esclusi dalla trama. Questa seconda scelta è quella più battuta, perché più "semplice" (le virgolette sono obbligatorie) dal punto di vista della struttura, anche se molto spesso deficitaria quando appunto deve restituire un complesso senso dell'orrore.



Altro discorso per quegli adattamenti che non alterano la struttura epistolare del racconto. E' difficile che questa operazione nasca senza difetti semplicemente perché un adattamento filologico sarebbe difficile da ottenere. Stoker ha la pretesa di rendere credibile, pur nella finzione, il suo romanzo, e quindi lo tratta come un documento, si annulla come scrittore nascondendosi dietro la scrittura dei suoi personaggi. Non è un caso che Dracula nasca in un momento in cui la maggior parte delle forme di scrittura sono ben codificate: non solo quella romanzesca, ma anche quella giornalistica, medica e privata hanno caratteristiche e toni unici e non confondibili con altro. Idealmente un film tratto da Dracula che vorrebbe emulare le pretese di realismo di Stoker, dovrebbe quindi restituirne la complessità linguistica giocando con gli stili e i generi, utilizzando materiale d'archivio, riprese delle telecamere di sicurezza, video-diari, in un accumulo di materiale variegato che nell'insieme riesca a dare identità e terrore al film.

Per il fumetto però la cosa si fa più complessa. Cinema e letteratura riescono a fingere la realtà perché ci appaiono strumenti più adatti a farlo, con cui anche noi siamo abituati a documentare le nostre vite. Di contro il fumetto ci sembra più una simulazione di realtà che un racconto diretto dei fatti, come se con i disegni non riuscissimo a sospendere la nostra incredulità e accettare come vero un dossier finto che però fa di tutto per dimostrarsi reale.



La scelta di Michele Monteleone nell'adattare Dracula per la collana I Maestri dell'Orrore (curata da Roberto Recchioni e edita da Star Comics), è  stata quella di mantenersi fedele alla struttura originale, Purtroppo il risultato non è all'altezza dell'originale: la sua sceneggiatura non riesce mai a essere autonoma dal testo di partenza e di conseguenza molti passaggi risultano non solo affrettati (ma si trattava comunque di comprimere un romanzo di quattrocento pagine in un fumetto di cento) ma anche poco chiari se non si ha fresca memoria del romanzo. La scelta di mantenere vivi gli scambi epistolari vive della brillante intuizione di mantenere l'unicità delle voci dei protagonisti (rese con font e registri lessicali differenti) ma la cosa non ha una vera e propria ricaduta sulla narrazione: le parole dei protagonisti vengono usate come voce narrante senza però assumere un peso nella parte visiva, che di fatto risulta compatta e incapace di condividere un punto di vista con chi sta raccontando fuori campo ciò che succede.

In questo senso il momento meglio riuscito è la parte iniziale con protagonista Jonathan Harker, che riesce a fondere con precisione la voce del personaggio con ciò che ci viene mostrato Nonostante il risultato d'insieme sia abbastanza deludente, si possono apprezzare alcune buone scelte di Monteleone, come la volontà di far trasparire la coralità dell'opera e lo spirito di squadra che anima gran parte del romanzo (cose solitamente lasciate da parte nella maggioranza degli adattamenti) dando largo spazio anche alle figure dei comprimari. Quello che manca alla sua sceneggiatura è proprio il terrore, la paura, la continua minaccia di un nemico che incombe. Con la fretta di raccontare e condensare i fatti, Monteleone non si prende cura della tensione, di quei punti morti del romanzo in cui stagna un pericolo incombente. 



Ai disegni Fabrizio Des Dorides recupera invece l'atmosfera claustrofobica del romanzo intrappolando tutti i personaggi all'interno di stanze, case, cripte e non per ultima una griglia che si stringe attorno ai protagonisti concedendosi solo qualche vignetta di più ampio respiro che solitamente Des Dorides ricolma di un orrore violento e inafferrabile. Ecco, forse è questo il maggiore pregio di questa versione di Dracula, quello di rendere il suo villain una creatura fisica e reale ma al contempo inafferrabile e misteriosa, come se anche a storia conclusa i protagonisti non fossero comunque riusciti a carpirne il mistero, l'orrore, la crudeltà.

Dellla collana I Maestri dell'Orrore abbiamo recensito anche:
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
Alle montagne della follia

Matteo Contin
@matteocontin


Immagine riprodotte per autorizzazione della casa editrice